Napoletano risponde a Soldani: «Non ha spiegato le scelte gestionali di Bisceglie Approdi»

«Perché aumentano le tariffe per i diportisti se è vero che ci sono degli utili?»

sabato 9 febbraio 2019 8.31
L'ex primo cittadino di Bisceglie Franco Napoletano ha risposto alla nota di Antonello Soldani, presidente della società Bisceglie Approdi, intervenuto a seguito delle esternazioni dell'attuale consigliere comunale di opposizione.

«La replica, stizzita e scomposta, del presidente di Bisceglie Approdi, mi costringe a replicare a mia volta a costui, che, pure, non avevo elevato al rango di interlocutore, essendomi rivolto essenzialmente al sindaco ed all'amministrazione comunale di Bisceglie.
In primo luogo, per quanto il dottor Soldani dichiari di non avere mai subito "condizionamenti politici", è bene ricordare che lo stesso, pur in possesso di un curriculum vitae di tutto rispetto, non fa il presidente della Bisceglie Approdi su designazione dello Spirito Santo, ma lo fa grazie alla sua vicinanza politica con esponenti di spicco della politica locale.

Questo (sia ben chiaro, a scanso di equivoci!) non inficia minimamente la sua professionalità, che abbiamo avuto modo di apprezzare anche quando, all'epoca oscura delle monache, si occupava dei bilanci della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie.
In quanto ai "condizionamenti della politica", il dottor Soldani sa benissimo che il comune di Bisceglie, titolare del 99.26% delle azioni di Bisceglie Approdi, è tenuto ad esercitare "l'attività di direzione e di coordinamento" sulla società partecipata, ai sensi degli articoli 2497 e seguenti del codice civile (oltre che del decreto legislativo 19.8.2016, n.175 e successive modificazioni).

Così come sa benissimo, credo, che, per la Giurisprudenza, "l'attività di direzione" si concreta nell'esercizio di una pluralità sistematica e costante di atti di indirizzo, idonei ad incidere sulle decisioni della società partecipata (ovvero, su Bisceglie Approdi, nel nostro caso), cioè sulle scelte strategiche ed operative. "Il coordinamento", invece, è la realizzazione di un sistema di sinergie (sempre nel nostro caso, tra comune e Bisceglie Approdi), nel quadro di una politica strategica complessiva.

Ho inteso fare queste precisazioni (peraltro, in parte, contenute nelle note integrative ai bilanci di Bisceglie Approdi), perché il dottor Soldani non può ritenere di agire prescindendo dalle indicazioni del comune.
Autonomia, sì; gestione indipendente, no.

Che poi il comune lo lasci fare, limitandosi a nominare i componenti pubblici del consiglio di amministrazione (5 su 7) e non mettendo in atto attività concrete di direzione e coordinamento, questo è un altro discorso.
Con un altro sindaco, più propositivo e presente, le cose andrebbero diversamente.

Nell'ambito delle mie attuali prerogative di consigliere comunale (di chi, comunque, da sindaco, questo porto turistico lo ha voluto e realizzato), ho inteso rendere pubbliche le mie preoccupazioni su talune scelte fatte da Bisceglie Approdi, che non possono, oggettivamente, non suscitare perplessità.

Innanzitutto, per il 2019 sono state aumentate in modo rilevante le tariffe per i diportisti, indispettiti dal fatto che le stesse appaiono ingiustificate, in considerazione dei servizi che vengono loro offerti.
Tanto è vero che si rischia la fuga verso altri porti turistici, che sembrano offrire più servizi a fronte, probabilmente, di minori importi tariffari. Se il presidente Soldani fosse più presente in darsena, avrebbe modo di rendersene maggiormente conto.
Con la possibile conseguenza di una diminuzione del valore reale delle azioni societarie e di ripercussioni sui livelli occupazionali, oltre che sulla regolarità della corresponsione delle retribuzioni per il lavoro effettivamente svolto dai dipendenti.

Di tutto questo ho avuto modo di parlare col sindaco Angarano, che si è detto del tutto estraneo agli aumenti tariffari decisi dalla società (non avevo dubbi!).
Sta di fatto che Bisceglie Approdi decide e le "colpe" vengono attribuite al sindaco, che, pure, dovrebbe sentire la responsabilità di intervenire e di chiedere spiegazioni, come rappresentante del comune, socio quasi totalitario.

Spiegazioni da chiedere, in primis, al presidente Soldani e al suo braccio destro Di Tullio, dipendente di Bisceglie Approdi, che è anche vicepresidente vicario del consiglio comunale di Bisceglie, nonché presidente della sesta commissione consiliare-bilancio.

Il presidente Soldani, nella sua presa di posizione, si lascia andare più a giudizi risentiti ed esagerati, che a spiegazioni esaurienti e dettagliate.
Nulla dice, infatti, su che cosa abbia indotto Bisceglie Approdi a fare quelle scelte gestionali di cui si discute.
Una verifica su bilanci, lavori e fatturazioni è il minimo che si possa fare, da parte del comune, per rendersi conto della situazione.
Senza per questo fare insinuazioni malevoli di sorta, che, per la verità, nessuno, finora, ha fatto.
Se ci sono degli utili, a fronte di un risanamento del bilancio, come dice il presidente, perché si praticano degli aumenti tariffari sensibili?
Se tu non dici, non spieghi e non ti confronti perlomeno con il socio di maggioranza (e con il socio privato?), il socio di maggioranza ha il dovere di verificare.
O no?

I bilanci pubblicati sono fermi al 31 dicembre 2017 (utile di 10.349 euro, mille euro circa in più dell'anno precedente), mentre non si conosce ancora la situazione al 31 dicembre 2018 (bilancio, probabilmente, non ancora approvato).
Notoriamente, però, con i bilanci non vengono pubblicate le "pezze d'appoggio", delle quali, pur non dubitando della loro correttezza, è lecito avere conoscenza da parte dei soci.
O no?

Il dottor Soldani lasci perdere il collegio sindacale e il revisore legale, che non c'entrano nulla con le scelte societarie!
Egli afferma di essere trasparente (in realtà, è un obbligo di legge!): noi gli crediamo e gli chiediamo di essere conseguenziale.

Dia conto al comune delle sue scelte e di cosa intenda fare concretamente per il rilancio del porto turistico.
Ma lo spieghi anche ai diportisti, ai dipendenti ed all'intera città, che, sullo sviluppo portuale, già con la mia amministrazione, ha puntato molto in chiave turistica e della pesca.

I suoi giudizi politici e personali ci rammaricano, ma ci interessano fino ad un certo punto.
Sappia, però, che scrivere di ruoli "colpevolmente travisati", di realtà "dolosamente travisata", di "assoluta malafede", di "mancato rispetto della professionalità", di "comportamento doloso", di "basse e gratuite insinuazioni", potrebbe portare lui a frequentare le aule giudiziarie, ma non nel senso erroneamente e frettolosamente adombrato nella la sua replica.

Che facciamo? Chiediamo ai magistrati se ci vogliano o meno aumenti tariffari? Cerchiamo di essere seri!
Chi non ha nulla da temere, chiarisca!
E l'amministrazione Angarano torni sui suoi passi (in continuità con la precedente) e non alieni il 55% delle azioni pubbliche, mettendo il comune in minoranza rispetto ai privati, che diventerebbero padroni assoluti in casa nostra.

Il mio auspicio è che si diradino sul nostro porto "le nebbie" di Simenon e che si possa dire, con l'Ariosto, "O sicuro, secreto e fido porto"».