Nelmodogiusto chiede conto ad amministrazione e regione sulla questione ospedale
Il movimento civico: «Facciano sapere in che direzione stanno lavorando»
domenica 21 ottobre 2018
9.22
La prima azione politica del movimento civico Nelmodogiusto, che si è ufficialmente costituito nei giorni scorsi, riguarda le sorti future dell'ospedale civile "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie, sottoposto a una riorganizzazione i cui contorni non sono definiti.
«Seguiamo con attenzione la vicenda della riorganizzazione dell'ospedale civile "Vittorio Emanuele II", esaminando i passaggi amministrativi e valutando le scelte strategiche che hanno portato al piano regionale di "riordino dell'assistenza ospedaliera specializzata"» hanno fatto sapere i referenti del movimento, specificando che «ancora oggi è assente un atto ufficiale, da parte della regione, che "rassicuri" formalmente sul superamento della prima fatidica data del 31 dicembre 2018, giorno in cui il reparto di cardiologia di Bisceglie è destinato a essere dismesso e trasformato in servizio ambulatoriale senza posti letto.
Considerando, inoltre, la realtà positiva dell'esperienza biscegliese che, tramite l'integrazione tra professionalità medica, infermieristica e supporto informatico, è diventata un modello di avanguardia nell'assistenza territoriale, non si comprende, anche alla luce delle condizioni e necessità poste alla base del piano regionale, la paventata scelta di declassare l'intero presidio ospedaliero biscegliese, fiore all'occhiello per l'intero territorio provinciale e che in altre regioni verrebbe invece valorizzato e tutelato» hanno aggiunto.
Nelmodogiusto chiede perciò di comprendere quali siano state le scelte politiche "condivise" dalla Conferenza dei sindaci ai fini dell'approvazione del piano di riordino, quali istanze sono state avanzate dall'allora sindaco della nostra città e quali i percorsi "virtuosi" che l'attuale amministrazione avrebbe intrapreso.
«Alla luce di questa confusa e indefinita realtà, il movimento civico Nelmodogiusto ha pianificato incontri con operatori del settore e responsabili informati sulle azioni di riordino, per fare chiarezza in merito alle reali decisioni prese, per poi confrontarsi su possibili soluzioni tese ad assicurare, non solo ai biscegliesi, la presenza di un miglior servizio sanitario certo ed efficiente».
L'auspicio del movimento guidato da Gianni Casella è che «l'attuale amministrazione comunichi, molto prima del 31 dicembre, in quale direzione sta lavorando e quali particolari attenzioni sta ponendo sull'evolversi dell'iter.
I biscegliesi, di certo, "vogliono tenersi stretto" l'ospedale della propria città, con tutti i suoi reparti, ma queste parole rischiano di diventare solo un ennesimo tormentone mediatico qualora l'Amministrazione non agirà in fretta e non interverrà con fermezza ai tavoli istituzionali per ottenere, oltre alle "rassicurazioni" verbali, formali soluzioni alternative alle scelte che, seppur già fatte, possono sempre essere modificate e integrate… proprio come nel 2018 la delibera di giunta regionale n° 53 ha fatto con il Piano approvato nel 2017!».
«Seguiamo con attenzione la vicenda della riorganizzazione dell'ospedale civile "Vittorio Emanuele II", esaminando i passaggi amministrativi e valutando le scelte strategiche che hanno portato al piano regionale di "riordino dell'assistenza ospedaliera specializzata"» hanno fatto sapere i referenti del movimento, specificando che «ancora oggi è assente un atto ufficiale, da parte della regione, che "rassicuri" formalmente sul superamento della prima fatidica data del 31 dicembre 2018, giorno in cui il reparto di cardiologia di Bisceglie è destinato a essere dismesso e trasformato in servizio ambulatoriale senza posti letto.
Considerando, inoltre, la realtà positiva dell'esperienza biscegliese che, tramite l'integrazione tra professionalità medica, infermieristica e supporto informatico, è diventata un modello di avanguardia nell'assistenza territoriale, non si comprende, anche alla luce delle condizioni e necessità poste alla base del piano regionale, la paventata scelta di declassare l'intero presidio ospedaliero biscegliese, fiore all'occhiello per l'intero territorio provinciale e che in altre regioni verrebbe invece valorizzato e tutelato» hanno aggiunto.
Nelmodogiusto chiede perciò di comprendere quali siano state le scelte politiche "condivise" dalla Conferenza dei sindaci ai fini dell'approvazione del piano di riordino, quali istanze sono state avanzate dall'allora sindaco della nostra città e quali i percorsi "virtuosi" che l'attuale amministrazione avrebbe intrapreso.
«Alla luce di questa confusa e indefinita realtà, il movimento civico Nelmodogiusto ha pianificato incontri con operatori del settore e responsabili informati sulle azioni di riordino, per fare chiarezza in merito alle reali decisioni prese, per poi confrontarsi su possibili soluzioni tese ad assicurare, non solo ai biscegliesi, la presenza di un miglior servizio sanitario certo ed efficiente».
L'auspicio del movimento guidato da Gianni Casella è che «l'attuale amministrazione comunichi, molto prima del 31 dicembre, in quale direzione sta lavorando e quali particolari attenzioni sta ponendo sull'evolversi dell'iter.
I biscegliesi, di certo, "vogliono tenersi stretto" l'ospedale della propria città, con tutti i suoi reparti, ma queste parole rischiano di diventare solo un ennesimo tormentone mediatico qualora l'Amministrazione non agirà in fretta e non interverrà con fermezza ai tavoli istituzionali per ottenere, oltre alle "rassicurazioni" verbali, formali soluzioni alternative alle scelte che, seppur già fatte, possono sempre essere modificate e integrate… proprio come nel 2018 la delibera di giunta regionale n° 53 ha fatto con il Piano approvato nel 2017!».