Nelmodogiusto: «Ecco perché abbiamo abbandonato il consiglio comunale»

Russo, Preziosa e Sasso: «L'amministrazione, invece di sanare la situazione, continua a fare muro contro muro e a darci la colpa di quello che è successo»

martedì 26 novembre 2019
Il clima politico-amministrativo a Bisceglie si fa sempre più rovente. La protesta delle opposizioni, che hanno abbandonato i lavori del consiglio comunale nel pomeriggio di lunedì 25 novembre, ha provocato reazioni di vario tenore. I componenti del gruppo consiliare della coalizione "Nelmodogiusto" hanno voluto spiegare le ragioni che li hanno indotti a promuovere l'iniziativa dell'uscita dall'aula di Palazzo San Domenico, in sintonia con tutte le minoranze.

«La nostra decisione è tutt'altro che pretestuosa, anzi. Il motivo è semplice: l'amministrazione, che dovrebbe occuparsi di sanare la grave situazione che si è creata, è invece sorda e continua a fare muro contro muro» ha affermato Alfonso Russo.

«Tutti i consiglieri di minoranza hanno sottoscritto un documento unitario e hanno abbandonato l'aula compatti, sostenendo i presupposti di illegittimità riguardo ciò che la maggioranza ha votato» ha aggiunto.

«Se una delibera di giunta non è stata recepita non è possibile fare in pratica un condono con un'altra delibera. Il Tar è stato molto chiaro. Non vogliamo essere complici di questa situazione paradossale che probabilmente non si è mai verificata in Italia. Non so in quali altri casi un consiglio comunale non si riveli neppure in grado di approvare un bilancio» ha evidenziato.

«Abbiamo ritenuto giusto uscire dall'aula in forza della nostra esperienza amministrativa. Auspichiamo che l'amministrazione possa svegliarsi e cercare di evitare l'immobilismo» ha concluso Russo.

«Chiediamo che siano rispettati modi e tempi previsti per l'approvazione del bilancio come ha sostenuto il Tar. L'amministrazione, incredibilmente, dà la colpa di quanto accaduto all'opposizione» ha dichiarato Giorgia Preziosa.

«La presentazione del Dup non rispetta le norme previste dal Tar nella sentenza» ha sottolineato Mauro Sasso.