Nichi Vendola ospite delle Vecchie Segherie Mastrototaro
L'ex presidente della Regione presenterà la sua ultima raccolta di poesie intitolata "Patrie"
sabato 10 luglio 2021
Parlerà di poesie, raccolte nell'ultimo volume intitolato "Patrie" (edizioni Il saggiatore), ma la sua conversazione con Silvia Godelli non potrà non toccare i temi dell'attualità politica. Nichi Vendola, già parlamentare e presidente della Regione Puglia dal 2010 al 2015, sarà a Bisceglie martedì 20 luglio, ospite negli spazi esterni delle Vecchie Segherie Mastrototaro di via Porto. L'evento, con inizio fissato per le ore 20, si svolgerà nel pieno rispetto delle normative anti-Covid: ingresso libero con prenotazione consigliata al numero telefonico 0808091021 o via mail a info@vecchiesegherie.it.
Siamo nella magia del Salento, su uno scoglio pronti al tuffo, insieme a un bambino: nostro figlio. Poi a Mosca, nella Piazza Rossa tutta coperta di neve. Siamo esuli a Los Angeles, o corriamo per le strade di Genova in fuga dai lacrimogeni. Vediamo Sarajevo e Baghdad martoriate dalla guerra, fremiamo nella sala d'attesa di un reparto maternità. Queste poesie di Nichi Vendola vibrano delle sue mille battaglie e formano una costellazione di infinite Patrie, linguistiche, emotive, culturali. Parole controcorrente rispetto al tempo che viviamo, parole che ospitano umanità, festeggiano il dono della diversità, invocano un patriottismo senza nazione o razza o genere; parole come cantieri, conflitti, gravidanze. La varietà di temi e ambientazioni si riflette in quella delle forme, dall'icasticità dell'ideogramma alla musicalità delle ballate e delle filastrocche. Sospesi tra passione e ideologia, questi versi sono materia palpitante di desideri e allegrie e ansie e dolori. È una poesia, quella di Patrie, che non dice le cose: è le cose. Cose antiche, attuali o ancora da venire che, attraverso lo sguardo del poeta, giungono a vivere davanti a noi, sotto i nostri occhi.
Siamo nella magia del Salento, su uno scoglio pronti al tuffo, insieme a un bambino: nostro figlio. Poi a Mosca, nella Piazza Rossa tutta coperta di neve. Siamo esuli a Los Angeles, o corriamo per le strade di Genova in fuga dai lacrimogeni. Vediamo Sarajevo e Baghdad martoriate dalla guerra, fremiamo nella sala d'attesa di un reparto maternità. Queste poesie di Nichi Vendola vibrano delle sue mille battaglie e formano una costellazione di infinite Patrie, linguistiche, emotive, culturali. Parole controcorrente rispetto al tempo che viviamo, parole che ospitano umanità, festeggiano il dono della diversità, invocano un patriottismo senza nazione o razza o genere; parole come cantieri, conflitti, gravidanze. La varietà di temi e ambientazioni si riflette in quella delle forme, dall'icasticità dell'ideogramma alla musicalità delle ballate e delle filastrocche. Sospesi tra passione e ideologia, questi versi sono materia palpitante di desideri e allegrie e ansie e dolori. È una poesia, quella di Patrie, che non dice le cose: è le cose. Cose antiche, attuali o ancora da venire che, attraverso lo sguardo del poeta, giungono a vivere davanti a noi, sotto i nostri occhi.