La Fials: «Non ci si ammala solo di Covid, ecco le nostre proposte per garantire l'assistenza sanitaria»
Replica al Dg dell'Asl Bt Delle Donne: «Spiace constatare che le consideri polemiche»
giovedì 22 ottobre 2020
10.45
Puntualizzazioni doverose, dal punto di vista dell'organizzazione sindacale. Fials Bat ha inteso replicare alle dichiarazioni diffuse da Alessandro Delle Donne, Direttore generale dell'Asl Bt, in merito alla decisione di rimodulare il "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie in Covid hospital (link all'articolo).
«Dispiace costatare che gli allarmi e le proposte della Fials vengano considerati, dal direttore generale Delle Donne, polemiche. Egli evidentemente non è a conoscenza delle difficoltà che in questi giorni stanno incontrando moltissimi cittadini e pazienti non solo di Bisceglie ma di tutta la Bat affetti da altre patologie importanti che si recano (quando va bene al coperto) negli affollatissimi pronto soccorso in continuo rischio assembramento attendendo ore e ore per essere visitati e curati» hanno rimarcato i segretari provinciali Angelo Somma e Sergio Di Liddo.
«La Fials non si è mai espressa contro il ricovero dei pazienti Covid nel presidio ospedaliero di Bisceglie, in considerazione che in questi ultimi quattro mesi, sia pure con numeri ridotti, sono stati sempre collocati nel reparto di malattie infettive ed è stata comunque garantita l'attività ordinaria. Ora ci viene spiegato che le nostre proposte sarebbero inconciliabili con la sicurezza dei pazienti» hanno aggiunto.
Il sindacato ha chiesto «di rivedere il provvedimento di chiusura totale di un intero ospedale con 160 posti letto concertando altre soluzioni, ovvero continuando a gestire i pazienti affetti dal Covid nell'unità operativa di malattie infettive e dedicando l'intera ala della palazzina che peraltro è provvista di un accesso dedicato. Così si manterebbero comunque le normali attività ordinaria ospedaliere cosi come si è proceduto nei mesi scorsi.
In base alle recenti dichiarazioni del Direttore del Dipartimento della Salute di utilizzare anche strutture ospedaliere private, perché non si considera di utilizzare i padiglioni vuoti di Universo Salute, arredati e spaziosi? O l'utilizzo dell'ospedale di Canosa di Puglia, peraltro completamente ristrutturato e con reparti di degenza "vuoti" ma dotati di personale medico e di comparto» hanno evidenziato.
In questo modo, secondo Somma e Di Liddo, sarà garantito «il mantenimento delle attività ordinarie e di urgenza in tutti e tre i presìdi ospedalieri dell'Asl Bt senza trascurare altri pazienti affetti da altre patologie, evitando una nuova emergenza sanitaria che riguarda tutte le attività ospedaliere routinarie, drasticamente interrotte per continuare a fronteggiare la sola emergenza Covid-19 che secondo gli esperti non sarà di breve durata. Siamo pienamente consapevoli che i pronto soccorso e i reparti tornano a riempirsi e, purtroppo, anche i dati di capienza delle terapie Intensive sono in crescita».
La Fials Bat non nasconde una certa delusione per quanto sostenuto da Delle Donne: «Ci aspettavamo che il Direttore generale facesse cenno a procedure per nuove assunzioni di personale infermieristico e di supporto, operatori sociosanitari e ausiliari socio sanitari considerate le decine di dimissioni subentrate in questi ultimi mesi di operatori socio sanitari e infermieri, assunti a tempo determinato per l'emergenza Covid e tenuto conto delle decine di operatori sanitari assenti nelle unità operative in quanto risultati positivi e molti altri posti in quarantena in quanto contatti stretti.
Dovevamo essere in grado, con l'esperienza acquisita, di non ripetere vecchi errori.
Le numerose segnalazioni e denunce della Fials in difesa della salute dei cittadini dei diritti dei lavoratori sono rimaste inascoltate. In una situazione in continua evoluzione, seppur in larga parte prevedibile, le criticità sembrano essere quelle dei mesi scorsi. I pronto soccorso degli ospedali della Bat e dell'hinterland sono già sovraccarichi, con scarsa organizzazione che rischia di compromettere la qualità delle cure e dell'assistenza ai pazienti.
E ovviamente è a rischio anche il personale, a causa della scarsa propensione delle aziende a proteggere gli operatori sanitari, non soltanto con le tute e le maschere ma anche con un monitoraggio continuo con test di screening tampone/esame sierologico» hanno affermato i due rappresentanti dell'organizzazione più rappresentativa del territorio nell'ambito sanitario.
«Sono numerose le segnalazioni che ci giungono dagli ospedali non-Covid riguardo la scarsa dotazione di dispositivi di protezione individuale nelle unità operative. Il rischio è che il sistema collassi per davvero: questa volta non c'è l'adrenalina a tenere i corpi in piedi e le menti attive.
Già, perché è proprio sulle spalle degli operatori sanitari (medici, infermieri, tecnici sanitari, oss e ausiliari) che si gioca il grosso della partita. È necessario che la politica, ad ogni livello, ascolti i professionisti in prima linea e che vi sia maggiore coinvolgimento, da parte delle Direzioni, dei rappresentanti dei lavoratori nelle scelte aziendali per la lotta alla diffusione del coronavirus.
Gli infermieri e tutti coloro che operano nelle strutture ospedaliere e sanitarie non vogliono essere eroi "usa e getta", prima spremuti e poi abbandonati: vogliono solo poter svolgere la loro professione al meglio per i pazienti, senza mettere in pericolo se stessi» hanno concluso dalla Fials Bat.
«Dispiace costatare che gli allarmi e le proposte della Fials vengano considerati, dal direttore generale Delle Donne, polemiche. Egli evidentemente non è a conoscenza delle difficoltà che in questi giorni stanno incontrando moltissimi cittadini e pazienti non solo di Bisceglie ma di tutta la Bat affetti da altre patologie importanti che si recano (quando va bene al coperto) negli affollatissimi pronto soccorso in continuo rischio assembramento attendendo ore e ore per essere visitati e curati» hanno rimarcato i segretari provinciali Angelo Somma e Sergio Di Liddo.
«La Fials non si è mai espressa contro il ricovero dei pazienti Covid nel presidio ospedaliero di Bisceglie, in considerazione che in questi ultimi quattro mesi, sia pure con numeri ridotti, sono stati sempre collocati nel reparto di malattie infettive ed è stata comunque garantita l'attività ordinaria. Ora ci viene spiegato che le nostre proposte sarebbero inconciliabili con la sicurezza dei pazienti» hanno aggiunto.
Il sindacato ha chiesto «di rivedere il provvedimento di chiusura totale di un intero ospedale con 160 posti letto concertando altre soluzioni, ovvero continuando a gestire i pazienti affetti dal Covid nell'unità operativa di malattie infettive e dedicando l'intera ala della palazzina che peraltro è provvista di un accesso dedicato. Così si manterebbero comunque le normali attività ordinaria ospedaliere cosi come si è proceduto nei mesi scorsi.
In base alle recenti dichiarazioni del Direttore del Dipartimento della Salute di utilizzare anche strutture ospedaliere private, perché non si considera di utilizzare i padiglioni vuoti di Universo Salute, arredati e spaziosi? O l'utilizzo dell'ospedale di Canosa di Puglia, peraltro completamente ristrutturato e con reparti di degenza "vuoti" ma dotati di personale medico e di comparto» hanno evidenziato.
In questo modo, secondo Somma e Di Liddo, sarà garantito «il mantenimento delle attività ordinarie e di urgenza in tutti e tre i presìdi ospedalieri dell'Asl Bt senza trascurare altri pazienti affetti da altre patologie, evitando una nuova emergenza sanitaria che riguarda tutte le attività ospedaliere routinarie, drasticamente interrotte per continuare a fronteggiare la sola emergenza Covid-19 che secondo gli esperti non sarà di breve durata. Siamo pienamente consapevoli che i pronto soccorso e i reparti tornano a riempirsi e, purtroppo, anche i dati di capienza delle terapie Intensive sono in crescita».
La Fials Bat non nasconde una certa delusione per quanto sostenuto da Delle Donne: «Ci aspettavamo che il Direttore generale facesse cenno a procedure per nuove assunzioni di personale infermieristico e di supporto, operatori sociosanitari e ausiliari socio sanitari considerate le decine di dimissioni subentrate in questi ultimi mesi di operatori socio sanitari e infermieri, assunti a tempo determinato per l'emergenza Covid e tenuto conto delle decine di operatori sanitari assenti nelle unità operative in quanto risultati positivi e molti altri posti in quarantena in quanto contatti stretti.
Dovevamo essere in grado, con l'esperienza acquisita, di non ripetere vecchi errori.
Le numerose segnalazioni e denunce della Fials in difesa della salute dei cittadini dei diritti dei lavoratori sono rimaste inascoltate. In una situazione in continua evoluzione, seppur in larga parte prevedibile, le criticità sembrano essere quelle dei mesi scorsi. I pronto soccorso degli ospedali della Bat e dell'hinterland sono già sovraccarichi, con scarsa organizzazione che rischia di compromettere la qualità delle cure e dell'assistenza ai pazienti.
E ovviamente è a rischio anche il personale, a causa della scarsa propensione delle aziende a proteggere gli operatori sanitari, non soltanto con le tute e le maschere ma anche con un monitoraggio continuo con test di screening tampone/esame sierologico» hanno affermato i due rappresentanti dell'organizzazione più rappresentativa del territorio nell'ambito sanitario.
«Sono numerose le segnalazioni che ci giungono dagli ospedali non-Covid riguardo la scarsa dotazione di dispositivi di protezione individuale nelle unità operative. Il rischio è che il sistema collassi per davvero: questa volta non c'è l'adrenalina a tenere i corpi in piedi e le menti attive.
Già, perché è proprio sulle spalle degli operatori sanitari (medici, infermieri, tecnici sanitari, oss e ausiliari) che si gioca il grosso della partita. È necessario che la politica, ad ogni livello, ascolti i professionisti in prima linea e che vi sia maggiore coinvolgimento, da parte delle Direzioni, dei rappresentanti dei lavoratori nelle scelte aziendali per la lotta alla diffusione del coronavirus.
Gli infermieri e tutti coloro che operano nelle strutture ospedaliere e sanitarie non vogliono essere eroi "usa e getta", prima spremuti e poi abbandonati: vogliono solo poter svolgere la loro professione al meglio per i pazienti, senza mettere in pericolo se stessi» hanno concluso dalla Fials Bat.