«Non si sono create le condizioni per una mia permanenza»

Il dirigente scolastico del liceo Cristoforo Modugno lascia il servizio

lunedì 21 settembre 2020 9.51
«All'inizio dell'anno rivelai in Collegio dei docenti la mia intenzione di lasciare il servizio e che, se non lo avevo ancora fatto, era per senso di responsabilità verso la scuola, per rispetto per tutta la comunità scolastica e per rispetto nei confronti del mio ruolo. Aggiunsi che una decisione del genere in questo momento particolarmente critico per il nostro Paese e per il Mondo intero, sarebbe stata equivalente a quella di un comandante che abbandona la propria nave lasciandola in un mare in tempesta. Mi ripromisi, dunque, e lo dichiarai, di rimanere finché si fosse avviato l'anno scolastico e di fare di tutto per risolvere i mille problemi connessi a questo inizio, sempre nel rispetto della legalità e della mission istituzionale della scuola» queste le parole del dirigente scolastico Cristoforo Modugno che, attraverso una lettera pubblicata sul sito del liceo "da Vinci" di Bisceglie, ha comunicato di lasciare il suo incarico.

«Chiesi la collaborazione di tutti coloro che avevano a cuore la scuola e la funzione sociale che essa svolge e conclusi dicendo che avevo la possibilità di rimanere ancora alla guida del liceo non solo per il corrente anno scolastico ma, anche, per il successivo, se solo ci fossero state le condizioni opportune. Oggi, tra mille difficoltà e incomprensioni l'anno scolastico è avviato e tanti problemi sembrano sulla via di risoluzione, nonostante l'ostilità di quanti avevano offerto il loro apporto collaborativo. Non si sono create, viceversa, le condizioni per una mia permanenza. Ringrazio quanti mi hanno apprezzato nel difficile lavoro alla guida della scuola, e ringrazio anche quelli che mi hanno denigrato. Ringrazio quelli che con generosità e disinteresse hanno fattivamente collaborato e quelli che dietro un'apparente disponibilità alla collaborazione hanno inteso perseguire solo i propri interessi. Ringrazio quelli che mi hanno sostenuto anche semplicemente con il loro saluto e sorriso quotidiano e ringrazio coloro che quotidianamente si sono ritrovati a polemizzare su qualche decisione che intaccava i loro privilegi. Ringrazio coloro che hanno contribuito a elevare l'immagine sociale di questa scuola e recuperare il prestigio che merita e che nel recente passato era rimasto gravemente compromesso; e ringrazio quelli che hanno lavorato per dividere invece che unire, hanno puntato allo sfascio, al tanto peggio tanto meglio».

«Ringrazio anche quelli che mi hanno accusato di essere autoritario e antidemocratico e, poi, hanno inteso affermare i principi della democrazia istigando le folle, i genitori, gli alunni, facendo leva sugli istinti, sulla pancia, sui particolarismi invece che sul raziocinio, sull'altruismo, sulla comprensione che in un momento critico come questo ognuno deve rinunciare a qualcosa per il bene comune, e con ciò dimenticando che i peggiori regimi antidemocratici del secolo scorso sono nati esattamente così. Ringrazio quelli che si professano paladini della legalità e poi sostengono il ricorso a soluzioni di dubbia liceità. Ringrazio coloro che si improvvisano esperti di diritto amministrativo e poi dimostrano di non conoscere la differenza tra una nota ministeriale e una legge dello stato. Ringrazio tutti quanti. Da questa vicenda ho imparato che per quanto impegno e dedizione ci puoi mettere nel tuo lavoro, per quanti risultati puoi ottenere, ci sarà sempre posto per l'ingratitudine e l'irriconoscenza. Quattro anni non sono tanti ma non sono nemmeno pochi per chi abbia voglia di fare. Per quattro anni questa scuola è stata la mia scuola, è stata la mia casa, è stata la mia vita. Vado via con la consapevolezza di aver fatto tutto quanto era nelle mie possibilità e nelle mie capacità di fare per essa».

«Voglio chiudere con un saluto ai ragazzi che in molte occasioni si sono dimostrati più maturi e responsabili di tanti adulti e a loro voglio ribadire che lo scopo primario della scuola, di una scuola come il nostro Liceo, è quello di formare la classe dirigente di domani e non la delegazione italiana per le prossime olimpiadi. Li invito, dunque, a studiare, bene e con passione, a dedicare allo studio le loro energie migliori perché lo studio è molto più importante di tante altre cose che nella loro giovane età possono sembrare più attraenti, più allettanti ma che nel breve periodo si dimostrano fugaci, passeggere, effimere; perché lo studio è l'unico strumento che permette loro di acquisire competenze e una coscienza critica indispensabile per realizzare i propri sogni, per essere attori della propria vita, per non rimanere preda di imbonitori e affabulatori di dubbia moralità, per diventare bravi professionisti e cittadini responsabili in grado di incidere fattivamente per migliorare la società, l'ambiente, il territorio» ha concluso Modugno.