Nulla osta della Regione al riconoscimento Igp per la cicoria puntarella di Molfetta
La coltivazione dell'ortaggio avviene anche nell'agro biscegliese
martedì 10 gennaio 2023
12.29
La Regione Puglia ha concesso il nulla osta al percorso di riconoscimento comunitario Igp alla cicoria puntarella molfettese, un ortaggio tradizionale e storico dell'agro di Bisceglie, Bitonto, Giovinazzo, Molfetta, Terlizzi e Ruvo di Puglia. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione al parere favorevole alla domanda di registrazione inviato dal dirigente competente dell'assessorato all'agricoltura.
La Cicoria catalogna a puntarelle è un ortaggio tipico dell'orticoltura pugliese, con il prodotto edule nella cicoria a puntarelle caratterizzato dai germogli teneri e carnosi. «In Puglia le coltivazioni si estendono dal Salento e per l'intera fascia costiera Barese fino a Molfetta, dove si può trovare anche allo stato spontaneo e si differenziano in ecotipi differenti, con una estensione complessiva in Puglia di oltre 1.500 ettari, di cui oltre 600 nella sola provincia di Bari» hanno sottolineato da Coldiretti.
La zona di produzione della puntarella molfettese è focalizzata nei terreni dell'agro di Bisceglie, Bitonto, Giovinazzo, Molfetta, Terlizzi e Ruvo di Puglia, per tutti i fondi rustici con altimetria non superiore a 130 metri sul livello del mare. Le superfici interessate alla coltura, pari a circa 500 ettari in tutta l'area delimitata, sono uno scrigno di qualità e tipicità, che proviene dalla storia agricola dell'area delimitata e che ha necessità di una protezione valorizzazione.
La cicoria è seminata da luglio a settembre da piantine ottenute da seme autoprodotto e viene raccolta quando la parte edule dei germogli centrali, le "puntarelle", hanno raggiunto le dimensioni di 7-15 cm; le stesse raggiungono pesi compresi tra 800 e 2.000 grammi, permettendo di ottenere una produzione tra 40 e 100 tonnellate per ettaro.
Il prodotto orticolo, di eccellenti caratteristiche organolettiche, è un patrimonio di storia, cultura e natura di grande importanza per il territorio che resiste grazie all'instancabile lavoro di alcuni produttori locali, chiamati "custodi" che continuano a coltivare le antiche varietà a rischio di definitiva scomparsa. «Una peculiarità, in alcuni territori, come quello dell'areale "molfettese", è di coltivare questo ortaggio secondo uso e consuetudine della tradizione della popolazione locale, a diffusione limitata, il cui seme è ancora autoprodotto dagli agricoltori, attraverso la selezione morfologica e fisiologica del genotipo, non ancora di proprietà delle multinazionali» hanno osservato da Coldiretti.
I principali produttori interessati hanno costituito e sono soci dell'associazione per la valorizzazione e promozione della cicoria puntarella Molfettese, presieduta dal produttore orticolo Mauro De Ruvo di Molfetta. Il sodalizio, costituitosi il 21 Giugno 2019, ha come scopo il riconoscimento comunitario dell'ortaggio per valorizzare e tutelarlo.
«Dal 2015 la Cicoria puntarella molfettese è entrata a far parte dell'elenco dei 329 prodotti tradizionali riconosciuti dal ministero dell'agricoltura: una mappa di sapori, tradizione e cultura della tavola Made in Puglia che vece la squadra di pane, paste e dolci (81), quella di frutta, verdura e ortaggi (128) e il gruppo delle specialità a base di carne (25), seguiti dai formaggi (17) e dai prodotti della gastronomia (49), ma non mancano bevande analcoliche, distillati, liquori e birre, i mieli, i prodotti della pesca e i condimenti come l'olio extravergine aromatizzato, in un viaggio del gusto che tocca anche gli angoli più nascosti della Puglia» hanno concluso da Coldiretti.
La Cicoria catalogna a puntarelle è un ortaggio tipico dell'orticoltura pugliese, con il prodotto edule nella cicoria a puntarelle caratterizzato dai germogli teneri e carnosi. «In Puglia le coltivazioni si estendono dal Salento e per l'intera fascia costiera Barese fino a Molfetta, dove si può trovare anche allo stato spontaneo e si differenziano in ecotipi differenti, con una estensione complessiva in Puglia di oltre 1.500 ettari, di cui oltre 600 nella sola provincia di Bari» hanno sottolineato da Coldiretti.
La zona di produzione della puntarella molfettese è focalizzata nei terreni dell'agro di Bisceglie, Bitonto, Giovinazzo, Molfetta, Terlizzi e Ruvo di Puglia, per tutti i fondi rustici con altimetria non superiore a 130 metri sul livello del mare. Le superfici interessate alla coltura, pari a circa 500 ettari in tutta l'area delimitata, sono uno scrigno di qualità e tipicità, che proviene dalla storia agricola dell'area delimitata e che ha necessità di una protezione valorizzazione.
La cicoria è seminata da luglio a settembre da piantine ottenute da seme autoprodotto e viene raccolta quando la parte edule dei germogli centrali, le "puntarelle", hanno raggiunto le dimensioni di 7-15 cm; le stesse raggiungono pesi compresi tra 800 e 2.000 grammi, permettendo di ottenere una produzione tra 40 e 100 tonnellate per ettaro.
Il prodotto orticolo, di eccellenti caratteristiche organolettiche, è un patrimonio di storia, cultura e natura di grande importanza per il territorio che resiste grazie all'instancabile lavoro di alcuni produttori locali, chiamati "custodi" che continuano a coltivare le antiche varietà a rischio di definitiva scomparsa. «Una peculiarità, in alcuni territori, come quello dell'areale "molfettese", è di coltivare questo ortaggio secondo uso e consuetudine della tradizione della popolazione locale, a diffusione limitata, il cui seme è ancora autoprodotto dagli agricoltori, attraverso la selezione morfologica e fisiologica del genotipo, non ancora di proprietà delle multinazionali» hanno osservato da Coldiretti.
I principali produttori interessati hanno costituito e sono soci dell'associazione per la valorizzazione e promozione della cicoria puntarella Molfettese, presieduta dal produttore orticolo Mauro De Ruvo di Molfetta. Il sodalizio, costituitosi il 21 Giugno 2019, ha come scopo il riconoscimento comunitario dell'ortaggio per valorizzare e tutelarlo.
«Dal 2015 la Cicoria puntarella molfettese è entrata a far parte dell'elenco dei 329 prodotti tradizionali riconosciuti dal ministero dell'agricoltura: una mappa di sapori, tradizione e cultura della tavola Made in Puglia che vece la squadra di pane, paste e dolci (81), quella di frutta, verdura e ortaggi (128) e il gruppo delle specialità a base di carne (25), seguiti dai formaggi (17) e dai prodotti della gastronomia (49), ma non mancano bevande analcoliche, distillati, liquori e birre, i mieli, i prodotti della pesca e i condimenti come l'olio extravergine aromatizzato, in un viaggio del gusto che tocca anche gli angoli più nascosti della Puglia» hanno concluso da Coldiretti.