Nuovi danneggiamenti a Ripalta, l'ira di Pro Natura
«Siamo disgustati da questa situazione»
venerdì 15 aprile 2022
17.44
Sarebbe avvenuto tra martedì 12 e giovedì 14 aprile, secondo quanto ricostruito, l'ennesimo episodio di vandalismo ai danni della zona delle Grotte di Ripalta a Bisceglie. «La devastazione continua. Torniamo a denunciare la situazione di abbandono» è quanto rimarcato i volontari del gruppo Ripalta Area Protetta. «Dopo anni di attesa, scanditi dall'inesorabile degrado dell'infrastruttura ciclabile - ridotta ad una mulattiera - finalmente il recente restauro della staccionata e di piccoli tratti di muretti a secco sembravano aver dato nuova vita alla zona delle Grotte di Ripalta. Invece no, ci eravamo solo illusi! La staccionata che delimita la pista ciclopedonale continua ad essere devastata con molta probabilità da atti vandalici, che andrebbero perseguiti a norma di legge, altrimenti dovremmo presupporre che siano stati il forte vento o le piogge abbondanti» hanno spiegato.
Il gruppo, che aderisce alla Federazione nazionale Pro Natura, è impegnato da anni per la libera fruizione della zona: «Se questi gesti fossero stati compiuti da irresponsabili senza scrupoli saremmo di fronte alla prova che non tutti i cittadini sono consapevoli del dono che ricevono quando percorrono liberamente la pista ciclopedonale» hanno ammesso i volontari. «Ma come impedire che questo scempio continui? La libertà di fruizione di questa bellezza naturalistica non giustifica in alcun modo questa devastazione. Lamentiamo ancora una volta l'assoluta assenza di controlli. La pista è percorsa quotidianamente da veicoli a motore, anche di grossa cilindrata, in spregio a qualsiasi divieto e al minimo buonsenso. Manca una efficace barriera a labirinto agli ingressi, da noi chiesta più volte, che impedisca la circolazione di motorini, moto, trattori, auto e quant'altro si possa intrufolare. Manca la videosorveglianza che in qualsiasi Paese civile che ha a cuore le sorti di questa zona sarebbe stata già installata» hanno osservato.
«Siamo qui nuovamente a lamentarci, consci che, alla prossima passeggiata naturalistica, corriamo il serio rischio di essere investiti da qualche mezzo motorizzato o di cadere giù in mare dalla falesia alta 9 metri o di essere avvolti dalle fiamme per il solito incendio che ogni anno viene appiccato o di non poter fruire della spiaggia stracolma di nauseanti rifiuti. Un disastro annunciato dall'atteggiamento di chiusura da parte del Comune che prima ha siglato un protocollo di intesa con l'associazione per il restauro dei muretti a secco e delle staccionate, per poi disattenderlo in quanto ha effettuato i lavori in assoluta autonomia. A questo punto ci domandiamo che materiali sono stati utilizzati per le staccionate e come mai i muretti restaurati sono crollati per ben due volte. Ci sentiamo di esprimere tutto il nostro disgusto per questa situazione» hanno concluso dal Gruppo Ripalta Area Protetta.
Il Sindaco Angelantonio Angarano, nei giorni scorsi, aveva stigmatizzato fortemente precedenti atti vandalici a danno delle strutture della zona Ripalta, non risparmiando toni durissimi nei confronti dei responsabili (link all'articolo). Appare evidente come gli sforzi da compiere, in termini di senso civico, siano ancora notevoli.
Il gruppo, che aderisce alla Federazione nazionale Pro Natura, è impegnato da anni per la libera fruizione della zona: «Se questi gesti fossero stati compiuti da irresponsabili senza scrupoli saremmo di fronte alla prova che non tutti i cittadini sono consapevoli del dono che ricevono quando percorrono liberamente la pista ciclopedonale» hanno ammesso i volontari. «Ma come impedire che questo scempio continui? La libertà di fruizione di questa bellezza naturalistica non giustifica in alcun modo questa devastazione. Lamentiamo ancora una volta l'assoluta assenza di controlli. La pista è percorsa quotidianamente da veicoli a motore, anche di grossa cilindrata, in spregio a qualsiasi divieto e al minimo buonsenso. Manca una efficace barriera a labirinto agli ingressi, da noi chiesta più volte, che impedisca la circolazione di motorini, moto, trattori, auto e quant'altro si possa intrufolare. Manca la videosorveglianza che in qualsiasi Paese civile che ha a cuore le sorti di questa zona sarebbe stata già installata» hanno osservato.
«Siamo qui nuovamente a lamentarci, consci che, alla prossima passeggiata naturalistica, corriamo il serio rischio di essere investiti da qualche mezzo motorizzato o di cadere giù in mare dalla falesia alta 9 metri o di essere avvolti dalle fiamme per il solito incendio che ogni anno viene appiccato o di non poter fruire della spiaggia stracolma di nauseanti rifiuti. Un disastro annunciato dall'atteggiamento di chiusura da parte del Comune che prima ha siglato un protocollo di intesa con l'associazione per il restauro dei muretti a secco e delle staccionate, per poi disattenderlo in quanto ha effettuato i lavori in assoluta autonomia. A questo punto ci domandiamo che materiali sono stati utilizzati per le staccionate e come mai i muretti restaurati sono crollati per ben due volte. Ci sentiamo di esprimere tutto il nostro disgusto per questa situazione» hanno concluso dal Gruppo Ripalta Area Protetta.
Il Sindaco Angelantonio Angarano, nei giorni scorsi, aveva stigmatizzato fortemente precedenti atti vandalici a danno delle strutture della zona Ripalta, non risparmiando toni durissimi nei confronti dei responsabili (link all'articolo). Appare evidente come gli sforzi da compiere, in termini di senso civico, siano ancora notevoli.