Omicidio Valente, il tribunale del riesame annulla l'arresto di uno dei due sospettati
Filippo Capriati resta detenuto per altre vicende
domenica 11 agosto 2019
L'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita lo scorso 24 luglio a carico del barese Filippo Capriati, ritenuto il mandante dell'omicidio del 56enne Girolamo Valente, avvenuto l'8 agosto 2017 in via Ruvo a Bisceglie, è stata annullata. Motivo, la carenza di gravi indizi. Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Bari.
Gli avvocati difensori di Capriati, Giancarlo Chiariello e Gaetano Sassanelli, hanno contestato la ricostruzione dei fatti che hanno portato all'arresto sostenendo l'assenza di riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che avrebbero rivelato il presunto ruolo dell'indagato nel delitto.
Secondo le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, Capriati avrebbe dato l'ok per il delitto all'esecutore materiale, il 30enne biscegliese Paolo De Gennaro, assicurandogli protezione nel caso di eventuali ritorsioni. L'omicidio, secondo gli investigatori, sarebbe maturato nell'ambito di contrasti tra gruppi criminali per il controllo dei traffici di droga a Bisceglie.
Capriati resta comunque detenuto perché imputato, con altre 24 persone, nel processo con rito abbreviato su presunte estorsioni a commercianti e sulla presunta gestione mafiosa dei servizio di assistenza e viabilità all'interno del porto di Bari, nell'ambito del quale la Procura ha chiesto per lui una condanna a 28 anni.
Gli avvocati difensori di Capriati, Giancarlo Chiariello e Gaetano Sassanelli, hanno contestato la ricostruzione dei fatti che hanno portato all'arresto sostenendo l'assenza di riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che avrebbero rivelato il presunto ruolo dell'indagato nel delitto.
Secondo le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, Capriati avrebbe dato l'ok per il delitto all'esecutore materiale, il 30enne biscegliese Paolo De Gennaro, assicurandogli protezione nel caso di eventuali ritorsioni. L'omicidio, secondo gli investigatori, sarebbe maturato nell'ambito di contrasti tra gruppi criminali per il controllo dei traffici di droga a Bisceglie.
Capriati resta comunque detenuto perché imputato, con altre 24 persone, nel processo con rito abbreviato su presunte estorsioni a commercianti e sulla presunta gestione mafiosa dei servizio di assistenza e viabilità all'interno del porto di Bari, nell'ambito del quale la Procura ha chiesto per lui una condanna a 28 anni.