Orto Schinosa il vero scrigno botanico urbano di Bisceglie
I volontari di Pro natura hanno eseguito una mappatura della biodiversità. Necessario rendere fruibile il sito e metterlo “a sistema” con le bellezze naturalistiche della città
sabato 7 luglio 2018
15.15
È lì, nel cuore della città di Bisceglie, a due passi da piazza Vittorio Emanuele: è il "Parco Urbano Unità d'Italia", al secolo Orto Schinosa, che rappresenta il vero scrigno botanico nel tessuto urbano di Bisceglie.
Negli ultimi tempi è assurto alle cronache cittadine per le precarie condizioni della chioma rinsecchita di "Re Cipresso", probabilmente per un incendio appiccato alla base del tronco da anonimi imbecilli. Per non parlare dello stato di abbandono in cui si ritrova, sia per la presenza di rifiuti di ogni genere sia per il prosperare di graminacee infestanti e piantine di ailanti invasivi.
Pro Natura da alcuni anni sta denunciando questa situazione, avanzando nel contempo proposte progettuali per la rivalutazione e la fruizione di quest'area, che ridarebbe ai cittadini il vero e autentico polmone verde nel centro urbano e consentirebbe di godere degli innumerevoli benefici offerti dalla sua vegetazione spontanea. Ma da dove iniziare se non da un censimento sia delle specie erbacee che arboree e arbustive che lo popolano?
Nell'arco di un anno, rispettando il ciclo biologico delle varie piante secondo le stagioni, il professor Pasquale Perruccio, consigliere dell'associazione, ha monitorato e localizzato in una cartina tutte le specie arboree presenti.
IL CENSIMENTO
sono state riscontrate 25 specie arboree diverse, tra quelle ornamentali, "forestali" come la melia (Melia azedarach), il bagolaro (Celtis australis), il ligustro (Ligustrum japonicum), la robinia (Robinia pseudacacia), l'ailanto (Ailanthus altissima), l'olmo (Ulmus minor), il leccio (Quescus ilex), il carrubo (Ceratonia siliqua), il noce (Juglans regia) il cipresso (Cupressus sempervirens), il pino d'Aleppo (Pinus halepensis), il cedro (Cedrus spp.) e quelle coltivate come il nespolo (Eriobotrya japonica), il kaki (Diospyros kaki), il fico (Ficus carica), gli agrumi, il melograno (Punica granarum), l'ulivo (Olea europaea), il mandorlo (Prunus dulcis), il gelso (Morus alba).
Fanno da contorno alcune specie arbustive come perastri, rovi e oleandri. Tra le specie erbacee si riscontrano l'Acetosella gialla (Oxalis pes-caprae), che nel tardo inverno, tappezza buona parte della superficie attorno agli alberi, il corinoli comune (Smyrnium olusatrum), le cui infiorescenze ombrelliformi, in primavera, sono prese d'assalto da centinaia di coccinelle (Coccinella septempunctata), l'acanto (Acanthus mollis), la malva (Malva sylvestris), la cicoria selvatica (Cichorium intybus) i cui fiori azzurrognoli vengono visitati spesso dalla candida cavolaia maggiore (Pieris brassicae), la borragine (Borago officinalis), la potentilla (Potentilla reptans), il cardo saettone (Cardus pycnocephalus), e altre; in tutto 18 specie.
Secondo il professor Perruccio «Gli alberi non sono solo elementi decorativi, ma sono in grado, oltre al più conosciuto rifornimento di ossigeno, fissando l'anidride carbonica e quindi contribuendo all'abbassamento del riscaldamento globale, di assorbire dall'ambiente le sostanze tossiche o inquinanti, quindi una funzione "anti-smog", di ritenzione idrica e fungere da barriere naturali contro il rumore. Inoltre – ha aggiunto - costituiscono un importante filtro in quanto riescono a rimuovere dall'atmosfera, grazie alle foglie, ai peli, le rugosità e le cuticole cerose, poste sulla superficie, le particelle ultrafini, rendendole inattive, per poi rilasciare ossigeno».
C'è un vero e proprio catalogo di "alberi anti-smog", adatti nelle zone dove persiste un alto livello di inquinamento atmosferico; tra questi, i più adatti sono il bagolaro (già menzionato tra le specie presenti nell'Orto), il platano e il frassino, cui seguono il tiglio, l'olmo, il biancospino, il ligustro, il gelso e altri. Si è calcolato che gli alberi adulti, che superano i 10 metri di altezza, in buone condizioni di salute, riescono ad assorbire circa 10 kg di anidride carbonica ogni ora e che la quantità di ossigeno rilasciata si aggira sui 6 kg al giorno.
Gli alberi sono magnifici, quelli grandi sono importanti, ma quelli monumentali, come il nostro secolare cipresso di 215 anni, sono i più particolari, nella rarità legata alle dimensioni, alla vetustà, al valore botanico, alla loro storia e alle curiosità ad esse collegate, meritando a pieno titolo di essere ammirati, protetti e tutelati.
I LUOGHI DI INTERESSE NATURALISTICO
Sul nostro territorio ci sono pochi luoghi che meritano tutela ambientale e valorizzazione ecocompatibile: sono le Grotte di Ripalta, la lama di Santa Croce, Cala Pantano e l'Orto Schinosa. Quest'ultimo è significativamente prezioso per il particolare microclima che si viene a creare all'interno, che fornisce un contributo positivo contro lo stress e permette di godere dei vantaggi che le piante ci assicurano soprattutto nel periodo estivo quando, riuscendo a contenere l'aumento della calura, rallentano la formazione di ozono, pericoloso per le vie respiratorie.
«Pro Natura auspica che si possano realizzare le proposte progettuali che mettano a "sistema" queste bellezze naturalistiche – ha concluso il dottor Mauro Sasso, presidente dell'associazione - affinché si possa costruire un futuro migliore che rispetti la natura e da questa tragga vantaggi per la salute, per l'economia cittadina e l'ambiente. Per questo è necessario avviare una fase concertativa con tutti i soggetti interessati e noi sin da ora manifestiamo la nostra disponibilità a partecipare al tavolo di progettazione, mettendo a disposizione le nostre conoscenze e i nostri esperti».
Negli ultimi tempi è assurto alle cronache cittadine per le precarie condizioni della chioma rinsecchita di "Re Cipresso", probabilmente per un incendio appiccato alla base del tronco da anonimi imbecilli. Per non parlare dello stato di abbandono in cui si ritrova, sia per la presenza di rifiuti di ogni genere sia per il prosperare di graminacee infestanti e piantine di ailanti invasivi.
Pro Natura da alcuni anni sta denunciando questa situazione, avanzando nel contempo proposte progettuali per la rivalutazione e la fruizione di quest'area, che ridarebbe ai cittadini il vero e autentico polmone verde nel centro urbano e consentirebbe di godere degli innumerevoli benefici offerti dalla sua vegetazione spontanea. Ma da dove iniziare se non da un censimento sia delle specie erbacee che arboree e arbustive che lo popolano?
Nell'arco di un anno, rispettando il ciclo biologico delle varie piante secondo le stagioni, il professor Pasquale Perruccio, consigliere dell'associazione, ha monitorato e localizzato in una cartina tutte le specie arboree presenti.
IL CENSIMENTO
sono state riscontrate 25 specie arboree diverse, tra quelle ornamentali, "forestali" come la melia (Melia azedarach), il bagolaro (Celtis australis), il ligustro (Ligustrum japonicum), la robinia (Robinia pseudacacia), l'ailanto (Ailanthus altissima), l'olmo (Ulmus minor), il leccio (Quescus ilex), il carrubo (Ceratonia siliqua), il noce (Juglans regia) il cipresso (Cupressus sempervirens), il pino d'Aleppo (Pinus halepensis), il cedro (Cedrus spp.) e quelle coltivate come il nespolo (Eriobotrya japonica), il kaki (Diospyros kaki), il fico (Ficus carica), gli agrumi, il melograno (Punica granarum), l'ulivo (Olea europaea), il mandorlo (Prunus dulcis), il gelso (Morus alba).
Fanno da contorno alcune specie arbustive come perastri, rovi e oleandri. Tra le specie erbacee si riscontrano l'Acetosella gialla (Oxalis pes-caprae), che nel tardo inverno, tappezza buona parte della superficie attorno agli alberi, il corinoli comune (Smyrnium olusatrum), le cui infiorescenze ombrelliformi, in primavera, sono prese d'assalto da centinaia di coccinelle (Coccinella septempunctata), l'acanto (Acanthus mollis), la malva (Malva sylvestris), la cicoria selvatica (Cichorium intybus) i cui fiori azzurrognoli vengono visitati spesso dalla candida cavolaia maggiore (Pieris brassicae), la borragine (Borago officinalis), la potentilla (Potentilla reptans), il cardo saettone (Cardus pycnocephalus), e altre; in tutto 18 specie.
IN DIFESA DELLA BIODIVERSITÀ
Si può ritenere che l'Orto Schinosa, pur trovandosi in centro urbano, dove certo non mancano elementi che possono alterare l'equilibrio botanico censito, possiede un discreto grado di biodiversità che va sicuramente salvaguardato.Secondo il professor Perruccio «Gli alberi non sono solo elementi decorativi, ma sono in grado, oltre al più conosciuto rifornimento di ossigeno, fissando l'anidride carbonica e quindi contribuendo all'abbassamento del riscaldamento globale, di assorbire dall'ambiente le sostanze tossiche o inquinanti, quindi una funzione "anti-smog", di ritenzione idrica e fungere da barriere naturali contro il rumore. Inoltre – ha aggiunto - costituiscono un importante filtro in quanto riescono a rimuovere dall'atmosfera, grazie alle foglie, ai peli, le rugosità e le cuticole cerose, poste sulla superficie, le particelle ultrafini, rendendole inattive, per poi rilasciare ossigeno».
C'è un vero e proprio catalogo di "alberi anti-smog", adatti nelle zone dove persiste un alto livello di inquinamento atmosferico; tra questi, i più adatti sono il bagolaro (già menzionato tra le specie presenti nell'Orto), il platano e il frassino, cui seguono il tiglio, l'olmo, il biancospino, il ligustro, il gelso e altri. Si è calcolato che gli alberi adulti, che superano i 10 metri di altezza, in buone condizioni di salute, riescono ad assorbire circa 10 kg di anidride carbonica ogni ora e che la quantità di ossigeno rilasciata si aggira sui 6 kg al giorno.
Gli alberi sono magnifici, quelli grandi sono importanti, ma quelli monumentali, come il nostro secolare cipresso di 215 anni, sono i più particolari, nella rarità legata alle dimensioni, alla vetustà, al valore botanico, alla loro storia e alle curiosità ad esse collegate, meritando a pieno titolo di essere ammirati, protetti e tutelati.
I LUOGHI DI INTERESSE NATURALISTICO
Sul nostro territorio ci sono pochi luoghi che meritano tutela ambientale e valorizzazione ecocompatibile: sono le Grotte di Ripalta, la lama di Santa Croce, Cala Pantano e l'Orto Schinosa. Quest'ultimo è significativamente prezioso per il particolare microclima che si viene a creare all'interno, che fornisce un contributo positivo contro lo stress e permette di godere dei vantaggi che le piante ci assicurano soprattutto nel periodo estivo quando, riuscendo a contenere l'aumento della calura, rallentano la formazione di ozono, pericoloso per le vie respiratorie.
«Pro Natura auspica che si possano realizzare le proposte progettuali che mettano a "sistema" queste bellezze naturalistiche – ha concluso il dottor Mauro Sasso, presidente dell'associazione - affinché si possa costruire un futuro migliore che rispetti la natura e da questa tragga vantaggi per la salute, per l'economia cittadina e l'ambiente. Per questo è necessario avviare una fase concertativa con tutti i soggetti interessati e noi sin da ora manifestiamo la nostra disponibilità a partecipare al tavolo di progettazione, mettendo a disposizione le nostre conoscenze e i nostri esperti».