Ovazioni per Katia Ricciarelli, la superospite della Biagio Abbate

Due giorni di tutto esaurito al teatro Politeama Italia per il concerto d'inverno

domenica 18 febbraio 2018 07.30
A cura di Serena Ferrara
Non è bastato un primo giorno di tutto esaurito, ad esaudire i desideri del pubblico da tutto esaurito del Politeama Italia.
Per il tradizionale concerto d'inverno della Fondazione Biagio Abbate, giunto alla sua sesta edizione, ci è voluto un bis.
Il merito del successo di venerdì 16 e sabato 17 febbraio è da spartirsi tra la competenza del maestro Giovanni Pellegrini - direttore dell'Orcehstra sinfonica della provincia Bat - alla bravura degli orchestrali, alla sempre impeccabile conduzione di Donato De Cillis e alla presenza di un superospite: il soprano di fama internazionale Katia Ricciarelli, accompagnata sul palco dal baritono Antonio Stragapede (suo ex allievo).
Strenua sostenitrice del melodramma, la Ricciarelli era l'ospite perfetto della fondazione presieduta da Tommaso Di Terlizzi, perché da sempre, con l'esempio, fa quello a cui in piccola scala ambisce anche la Biagio Abbate: diffondere la cultura musicale tra le nuove generazioni e ricordare alle altre generazioni che la musica è un pilastro fondante dell'Italia e della sua popolarità nel mondo.
Brillante e viva come sempre, ma nonn al massimo delle sue potenzialità espressive a causa di un abbassamento vocale, la Ricciarelli costretto ad un taglio del programma originale: «ma prometto che in estate sarò nuovamente qui da voi. E allora ci vorranno le maniere forti per fermarmi».
A sostenerla, per tutto il tempo del concerto, l' Alter Chorus di Molfetta, esercito di voci melomani che dal 2006 il maestro Antonio Allegretta coltiva con professionalità e passione. I risultati, in termini di resa scenica e vocale, sono stati sotto gli occhi di tutti.
Non meno plausi merita la scelta del programma, ammiccante al pubblico di tutte le tradizioni musicali: alle note di Bizet e Verdi, la Biagio Abbate ha ben pensato di far seguire quelle melodie partenopee che hanno reso la canzone napoletana classica un simbolo dell'Italia da imitare.
Risultato: grandi ovazioni e qualche lacrima di commozione sulle note dei più grandi successi popolari di sempre.
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