Pasta made in Puglia, vola l'export nel mondo
Coldiretti: «L'emergenza Covid ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale»
giovedì 20 maggio 2021
«Vola l'export della pasta made in Puglia nel mondo con un balzo del 10%, mentre nell'ultimo anno i consumi domestici sono aumentati del 5.5% a volume e del 10% a valore». È quanto emerge da una analisi della Coldiretti secondo i dati raccolti da Istat Coeweb.
«Con la pandemia gli Stati Uniti sono diventati i maggiori consumatori mondiali di pasta italiana, fuori dai confini nazionali, grazie a un aumento record del 40%, che consente il sorpasso su Francia (+4%) e Germania (+16%) ma corre anche la Gran Bretagna (+19%) nonostante la Brexit. Rilevante è la crescita negli altri continenti con un aumento del 39% in Australia mentre in Asia si registra un balzo aumento in Giappone (+16%) e in Cina (+23%)» ha sottolineato l'associazione.
Il presidente Savino Muraglia ha rimarcato: «Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro sul territorio, dove è vietato l'uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada e in altri Paesi. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico percorsi di abbandono e depauperamento dell'attività cerealicola, che deve puntare sull'aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate riconosciute ormai a livello mondiale».
«L'emergenza Covid ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale, che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere. Una scelta che ha favorito tutti i prodotti base della dieta mediterranea a partire dalla pasta, che ha contribuito al record storico delle esportazioni agroalimentari Made in Italy» ha concluso.
«Con la pandemia gli Stati Uniti sono diventati i maggiori consumatori mondiali di pasta italiana, fuori dai confini nazionali, grazie a un aumento record del 40%, che consente il sorpasso su Francia (+4%) e Germania (+16%) ma corre anche la Gran Bretagna (+19%) nonostante la Brexit. Rilevante è la crescita negli altri continenti con un aumento del 39% in Australia mentre in Asia si registra un balzo aumento in Giappone (+16%) e in Cina (+23%)» ha sottolineato l'associazione.
Il presidente Savino Muraglia ha rimarcato: «Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro sul territorio, dove è vietato l'uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada e in altri Paesi. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico percorsi di abbandono e depauperamento dell'attività cerealicola, che deve puntare sull'aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate riconosciute ormai a livello mondiale».
«L'emergenza Covid ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale, che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere. Una scelta che ha favorito tutti i prodotti base della dieta mediterranea a partire dalla pasta, che ha contribuito al record storico delle esportazioni agroalimentari Made in Italy» ha concluso.