Perché seguire il Salento international film festival. A Bisceglie
Imperdibile manifestazione di altissimo spessore in corso al Politeama fino a domenica
mercoledì 8 settembre 2021
16.10
Lo schermo del Teatro Politeama Italia di Bisceglie come una finestra sul mondo. È una sensazione tutta nuova, da biscegliese, quella che si prova nel vivere un luogo del cuore della propria città tramutato come per incanto nel centro nevralgico del cinema indipendente di altissima qualità. Perché non si può definire altrimenti il frutto della selezione compiuta dagli organizzatori della 18esima edizione del Salento international film festival, in corso a Bisceglie fino a domenica 12 settembre. Occorrerà necessariamente accomodarsi sulle poltrone della riqualificata, confortevole e avveniristica struttura di via Montello per "respirare il mondo" e godere di spettacoli che meritano di essere conosciuti e valorizzati al cospetto del maggior numero possibile di fruitori.
È il caso di "Gate to heaven", la pellicola fuori concorso che ha inaugurato l'edizione biscegliese del Siff nella serata di martedì 7 settembre. Diretto da Jivan Avetisyan e interpretato dall'attore tedesco Richard Sammel (apparso fra l'altro in "La vita è bella", "Taxi" e "Casino royale") con Tatiana Spivakova, "Porta del paradiso" è un'opera sincera, che sfugge con garbo agli eccessi della retorica, sul latente e - purtroppo - quasi sconosciuto conflitto per il controllo dell'Artsakh (o Nagorno Karabakh) che dal 1991 ha di fatto sgretolato qualsiasi rapporto tra Armenia e Azerbaigian, due delle 15 repubbliche che avevano formato l'Unione Sovietica. Un film da "recuperare" nel senso lato del termine, sul tema del peso che la guerra assume nel vissuto di ciascuno si ritrovi coinvolto in essa. Per gli italiani, e in particolare quelli delle regioni orientali come la Puglia, quasi un passaggio obbligato verso la piena consapevolezza del dramma che si protrae da un trentennio e all'epoca passò in sordina, "nascosto" dall'attualità più coinvolgente della crisi albanese e soprattutto della dissoluzione jugoslava.
Tsovinar Hambardzumyan, ambasciatrice della Repubblica d'Armenia in Italia, ha introdotto la proiezione con parole molto significative, ribadendo ancora una volta l'orgogliosa rivendicazione di uno Stato il cui territorio secolare è la culla del Cristianesimo. Il suo passaggio a Bisceglie non resti un episodio.
Il programma della rassegna (clic per saperne di più) è talmente ricco e di elevato spessore artistico che citare un appuntamento anziché un altro apparirebbe quasi un torto. Merito dell'eclettico Gigi Campanile, creatore della manifestazione nel lontano 2004 e portatore sano di un'idea vincente, colta dalla governance del Teatro Politeama Italia di Bisceglie (le famiglie Valente e Camero) con un'intuizione meritevole solo di gratitudine. Il minimo che da biscegliesi si possa fare è impegnarsi almeno per una serata (o per un pomeriggio) nell'assistere ad alcuni spettacoli. Mercoledì, alle 19:30, ci sarà la possibilità di assistere alla proiezione di "Est-Dittatura last minute", per la regìa di Antonio Pisu, autentica rivelazione del 2020, con la chicca della partecipazione al film fra i protagonisti di Lodo Guenzi, frontman de "Lo stato sociale". Ma è l'intera intelaiatura del Salento international film festival a cogliere di sorpresa gli appassionati, e non solo. Una finestra sul mondo, per 4 giorni, sarà aperta a Bisceglie, in pieno centro. Affacciarsi al Politeama sarà ancora una volta un immenso piacere.
È il caso di "Gate to heaven", la pellicola fuori concorso che ha inaugurato l'edizione biscegliese del Siff nella serata di martedì 7 settembre. Diretto da Jivan Avetisyan e interpretato dall'attore tedesco Richard Sammel (apparso fra l'altro in "La vita è bella", "Taxi" e "Casino royale") con Tatiana Spivakova, "Porta del paradiso" è un'opera sincera, che sfugge con garbo agli eccessi della retorica, sul latente e - purtroppo - quasi sconosciuto conflitto per il controllo dell'Artsakh (o Nagorno Karabakh) che dal 1991 ha di fatto sgretolato qualsiasi rapporto tra Armenia e Azerbaigian, due delle 15 repubbliche che avevano formato l'Unione Sovietica. Un film da "recuperare" nel senso lato del termine, sul tema del peso che la guerra assume nel vissuto di ciascuno si ritrovi coinvolto in essa. Per gli italiani, e in particolare quelli delle regioni orientali come la Puglia, quasi un passaggio obbligato verso la piena consapevolezza del dramma che si protrae da un trentennio e all'epoca passò in sordina, "nascosto" dall'attualità più coinvolgente della crisi albanese e soprattutto della dissoluzione jugoslava.
Tsovinar Hambardzumyan, ambasciatrice della Repubblica d'Armenia in Italia, ha introdotto la proiezione con parole molto significative, ribadendo ancora una volta l'orgogliosa rivendicazione di uno Stato il cui territorio secolare è la culla del Cristianesimo. Il suo passaggio a Bisceglie non resti un episodio.
Il programma della rassegna (clic per saperne di più) è talmente ricco e di elevato spessore artistico che citare un appuntamento anziché un altro apparirebbe quasi un torto. Merito dell'eclettico Gigi Campanile, creatore della manifestazione nel lontano 2004 e portatore sano di un'idea vincente, colta dalla governance del Teatro Politeama Italia di Bisceglie (le famiglie Valente e Camero) con un'intuizione meritevole solo di gratitudine. Il minimo che da biscegliesi si possa fare è impegnarsi almeno per una serata (o per un pomeriggio) nell'assistere ad alcuni spettacoli. Mercoledì, alle 19:30, ci sarà la possibilità di assistere alla proiezione di "Est-Dittatura last minute", per la regìa di Antonio Pisu, autentica rivelazione del 2020, con la chicca della partecipazione al film fra i protagonisti di Lodo Guenzi, frontman de "Lo stato sociale". Ma è l'intera intelaiatura del Salento international film festival a cogliere di sorpresa gli appassionati, e non solo. Una finestra sul mondo, per 4 giorni, sarà aperta a Bisceglie, in pieno centro. Affacciarsi al Politeama sarà ancora una volta un immenso piacere.