Pesca, fermo biologico a rischio
Federpesca compatta: «Se alle imprese non saranno pagate le indennità 2015 e 2016, non ci sarà alcun arresto delle attività di pesca»
sabato 17 giugno 2017
Le indennità sarebbero garantite dalla legge, per ristorare gli armatori e gli equipaggi dai mancati introiti durante l'annuale fermo biologico obbligatorio.
Eppure le imprese attendono ancora le indennità del 2015 e 2016.
Così, supportate da Federpesca, hanno deciso di non partecipare al fermo biologico 2017, costi quel che costi ai fondali.
l'arresto temporaneo obbligatorio, per le navi da pesca iscritte nei compartimenti marittimi da Pesaro a Bari, è disposta, quest'anno, per 43 giorni consecutivi dal 16 agosto al 27 settembre.
«L'interruzione prolungata dell'attività di pesca, imposta nello scorso biennio attraverso il fermo biologico ed il fermo tecnico, ha costretto le aziende a sopportare comunque i costi di armamento del peschereccio, anche in considerazione del ritardo e delle inefficienze derivate dalla corresponsione delle indennità di Cassa Integrazione per gli equipaggi»dichiara Luigi Giannini, presidente della Federazione, a margine di un incontro a Roma cui hanno preso parte anche i rappresentanti locali».
Piena adesione da parte delle marinerie biscegliesi e molfettesi, che per voce delle associazioni Armatori da pesca, e Federpesca Puglia, si dicono pronte a non rispettare, per protesta, all'arresto temporaneo obbligatorio dell'attività di pesca.
«Il fermo resta un pilastro della politica gestionale della pesca nel nostro Paese - commentano - a patto che le necessarie misure di contenimento dello sforzo di pesca, nel quadro di una indispensabile sostenibilità ambientale, vadano di pari passo alle ugualmente necessarie misure compensative in favore delle imprese di pesca e dei lavoratori della pesca. In un contesto di crisi ormai strutturale del settore, nei suoi diversi segmenti produttivi, la debolezza economica delle imprese di pesca non potrà sostenere l'impatto di ulteriori e pesanti misure di contenimento dello sforzo di pesca, senza una adeguata garanzia di altrettanto strutturali misure socio economiche compensative».
Eppure le imprese attendono ancora le indennità del 2015 e 2016.
Così, supportate da Federpesca, hanno deciso di non partecipare al fermo biologico 2017, costi quel che costi ai fondali.
l'arresto temporaneo obbligatorio, per le navi da pesca iscritte nei compartimenti marittimi da Pesaro a Bari, è disposta, quest'anno, per 43 giorni consecutivi dal 16 agosto al 27 settembre.
«L'interruzione prolungata dell'attività di pesca, imposta nello scorso biennio attraverso il fermo biologico ed il fermo tecnico, ha costretto le aziende a sopportare comunque i costi di armamento del peschereccio, anche in considerazione del ritardo e delle inefficienze derivate dalla corresponsione delle indennità di Cassa Integrazione per gli equipaggi»dichiara Luigi Giannini, presidente della Federazione, a margine di un incontro a Roma cui hanno preso parte anche i rappresentanti locali».
Piena adesione da parte delle marinerie biscegliesi e molfettesi, che per voce delle associazioni Armatori da pesca, e Federpesca Puglia, si dicono pronte a non rispettare, per protesta, all'arresto temporaneo obbligatorio dell'attività di pesca.
«Il fermo resta un pilastro della politica gestionale della pesca nel nostro Paese - commentano - a patto che le necessarie misure di contenimento dello sforzo di pesca, nel quadro di una indispensabile sostenibilità ambientale, vadano di pari passo alle ugualmente necessarie misure compensative in favore delle imprese di pesca e dei lavoratori della pesca. In un contesto di crisi ormai strutturale del settore, nei suoi diversi segmenti produttivi, la debolezza economica delle imprese di pesca non potrà sostenere l'impatto di ulteriori e pesanti misure di contenimento dello sforzo di pesca, senza una adeguata garanzia di altrettanto strutturali misure socio economiche compensative».