Pesca, Flai Cgil: «Servono aiuti per rilanciare un settore in difficoltà»
Riglietti: «Si convochi un tavolo specifico»
sabato 20 giugno 2020
Nelle marinerie della provincia Bat, come in tutte il resto d'Italia, l'emergenza Coronavirus ha causato gravi ricadute economiche e occupazionali nel settore della pesca, che si è ridotta notevolmente avendo, almeno nella prima fase, una riduzione quasi totale dell'attività.
«La chiusura a causa dell'emergenza sanitaria di tutte le attività di vendita al dettaglio, mercati ittici e nello stesso tempo della ristorazione (ristoranti, sale ricevimenti...) ha inciso molto sulla situazione perché su queste tavole finiva molto del prodotto pescato ed è questo che ha determinato il crollo dell'intero settore della pesca» ha dichiarato Dora Lacerenza, segretaria Flai Cgil.
«Un comparto che viveva già precedentemente una crisi e che per varie ragioni non riesce più ad essere attrattivo per le nuove generazioni. Siamo stati sempre vicina ai lavoratori del settore della pesca per garantire l'assistenza di tutela relativa agli ammortizzatori in particolar modo in quest'ultimo periodo, facendo in modo che nessun lavoratore rimanesse senza alcuna fonte di sostegno al reddito. Ed è per questo, che in questa fase, le imprese di pesca hanno bisogno di certezze per il futuro, ma nello stesso tempo ai lavoratori vanno garantite anche delle prospettive, affinché il settore non sia abbandonato da tutti».
È intervenuto sulla questione anche il segretario generale Gaetano Riglietti: «Oramai è il momento di decidere su ciò che se ne vuole fare di questo settore. Siamo convinti che quanto prima si debba convocare un tavolo specifico per affrontare le problematiche della pesca, coinvolgendo i rappresentanti del settore, il presidente della Provincia, i Sindaci dei Comuni delle marinerie della Bat e la Capitaneria di Porto per discutere le problematiche evidenziate dai pescatori. Tutti devono essere partecipi nel dare attivamente il proprio contributo alla discussione».
«I decreti "Cura Italia" prima e "Rilancio" dopo hanno previsto aiuti ma serve un sostegno economico forte sia per i lavoratori che per le imprese della pesca per il rilancio dell'intero settore. Il fatto che gli aiuti nazionali tardino ad arrivare (stessa cosa si può dire per quelli europei) non mette nelle condizioni tutti gli addetti del settore di avere certezze» ha aggiunto.
«Siamo invece fortemente convinti che le risorse devono essere immediatamente trasferite a un settore, che ancora oggi soffre per i ritardi dei pagamenti del fermo pesca obbligatorio per gli anni passati alle imprese, le indennità del fermo obbligatorio dello scorso anno ai lavoratori dipendenti e infine per la cassa integrazione in deroga. E certamente non per ultimo, vorremmo che quanto prima si arrivasse anche nel settore della pesca all'applicazione del decreto legislativo 81/2008 per garantire salute e sicurezza di chi lavora in mare. Siamo convinti che il confronto per rilanciare il settore sia un opportunità per tutti, nella consapevolezza più assoluta che la pesca e quindi i pescatori sono una risorsa per l'intera collettività» hanno concluso Riglietti e Lacerenza.
«La chiusura a causa dell'emergenza sanitaria di tutte le attività di vendita al dettaglio, mercati ittici e nello stesso tempo della ristorazione (ristoranti, sale ricevimenti...) ha inciso molto sulla situazione perché su queste tavole finiva molto del prodotto pescato ed è questo che ha determinato il crollo dell'intero settore della pesca» ha dichiarato Dora Lacerenza, segretaria Flai Cgil.
«Un comparto che viveva già precedentemente una crisi e che per varie ragioni non riesce più ad essere attrattivo per le nuove generazioni. Siamo stati sempre vicina ai lavoratori del settore della pesca per garantire l'assistenza di tutela relativa agli ammortizzatori in particolar modo in quest'ultimo periodo, facendo in modo che nessun lavoratore rimanesse senza alcuna fonte di sostegno al reddito. Ed è per questo, che in questa fase, le imprese di pesca hanno bisogno di certezze per il futuro, ma nello stesso tempo ai lavoratori vanno garantite anche delle prospettive, affinché il settore non sia abbandonato da tutti».
È intervenuto sulla questione anche il segretario generale Gaetano Riglietti: «Oramai è il momento di decidere su ciò che se ne vuole fare di questo settore. Siamo convinti che quanto prima si debba convocare un tavolo specifico per affrontare le problematiche della pesca, coinvolgendo i rappresentanti del settore, il presidente della Provincia, i Sindaci dei Comuni delle marinerie della Bat e la Capitaneria di Porto per discutere le problematiche evidenziate dai pescatori. Tutti devono essere partecipi nel dare attivamente il proprio contributo alla discussione».
«I decreti "Cura Italia" prima e "Rilancio" dopo hanno previsto aiuti ma serve un sostegno economico forte sia per i lavoratori che per le imprese della pesca per il rilancio dell'intero settore. Il fatto che gli aiuti nazionali tardino ad arrivare (stessa cosa si può dire per quelli europei) non mette nelle condizioni tutti gli addetti del settore di avere certezze» ha aggiunto.
«Siamo invece fortemente convinti che le risorse devono essere immediatamente trasferite a un settore, che ancora oggi soffre per i ritardi dei pagamenti del fermo pesca obbligatorio per gli anni passati alle imprese, le indennità del fermo obbligatorio dello scorso anno ai lavoratori dipendenti e infine per la cassa integrazione in deroga. E certamente non per ultimo, vorremmo che quanto prima si arrivasse anche nel settore della pesca all'applicazione del decreto legislativo 81/2008 per garantire salute e sicurezza di chi lavora in mare. Siamo convinti che il confronto per rilanciare il settore sia un opportunità per tutti, nella consapevolezza più assoluta che la pesca e quindi i pescatori sono una risorsa per l'intera collettività» hanno concluso Riglietti e Lacerenza.