Piaceri sconosciuti a Bisceglie

Scatenato il pubblico di Peter Hook al Teatro del Mare per le prima del Luce Music Festival

domenica 9 luglio 2017 10.11
A cura di Serena Ferrara
C'era pure da aspettarselo che i biscegliesi sugli spalti potessero contarsi sulle dita di una mano (autorità locali tutte assenti) e che quei "Piaceri sconosciuti" che segnarono il folgorante debutto nella storia della musica dei Joy Division ai residenti fossero ignoti per davvero.
C'era pure da aspettarsi il fatto che un mito vivente come Peter Hook, con quel pubblico - trasversale per età, cultura e provenienza geografica - che riempiva solo per metà il Teatro Mediterraneo, avrebbe fatto comunque qualcosa di straordinario.
Assistere dal vivo al debutto del Luce Music Festival e poi poterlo raccontare, però, è altra cosa.

Fa un certo effetto ritrovarsi d'improvviso calati nel bruto di new wave e postpunk di fine anni '70 con un concerto che inizia senza che nessuno se ne accorga e finisce due ore e mezzo dopo tra applausi e sudore, con gli spettatori a ballare scatenati sull'arena.
Il "Buonanotte" d'apertura e quello di chiusura sono pronunciati con la stessa intensità di chi pare consapevole che si tratti, in italiano, di una parola passepartout, sufficiente a raccontare il turbamento blue di quella e questa generazione.

La macchina è perfetta: il concerto, in due tempi distanti tra loro dieci minuti di break e diversi anni luce in fatto di stile, è un tuffo nella storia all'incontrario. Prima vengono le hit dei New Orders, conversione al minimalismo e al synth-pop dell'influente band britannica dopo il suicidio del leader Ian Curtis. Poi, a motori caldi, i brani più celebri della storia dei Joy Division. E qui i cellulari si alzano ripetutamente a turno, ad immortalare tutti i picchi di pathos che si raggiungono quando, senza soluzione di continuità, il maestro inanella i più grandi tra i successi della scena underground londinese: Disorder, Shadowplay, She's Lost Control, Komakino, These days, Atmosphere.
I The Lights – al basso, ma solo per meriti – il figlio Jack, concelebrano il rito rispettando tutto il protocollo, senza un fronzolo di troppo.

Impeccabile l'effetto crescendo sui battiti cardiaci dei presenti, che dopo tanta storia, tanti doni e un finale memorabile con Love will tear us apart cantato all'unisono, faticano - e si comprende il perché - ad abbandonare il teatro. La Luce del festival, insomma, c'è tutta. E resta anche a riflettori spenti.
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