Intervista a Pietro Di Terlizzi dopo l'esperienza all'Accademia di Belle Arti di Foggia
La lunga esperienza come direttore e l’evoluzione dell’Accademia foggiana. Ora, un nuovo capitolo come docente presso l'Accademia di Bari
giovedì 26 settembre 2024
Il biscegliese Pietro Di Terlizzi è direttore dell'Accademia di Belle Arti di Foggia e dopo vent'anni alla guida dell'Ateneo tornerà a insegnare presso l'Accademia di Belle Arti di Bari. Un buon motivo per ascoltare la sua esperienza di direttore, docente, studioso, artista.
Dott. Di Terlizzi, lascia la direzione dell'Accademia di Belle Arti di Foggia dopo 20 anni. Come si sente?
Tutte le cose della vita hanno una fine. Ho sempre mantenuto viva la mia professione e passione per l'arte e la creatività: adesso potrò dedicare più tempo alla ricerca e produzione nelle arti visive e quindi inseguire passioni e lavoro con più continuità.
Com'è cambiata l'Accademia foggiana nel corso della sua gestione?
Foggia è una città difficile: un contesto privo di infrastrutture espositive legate alle arti visive contemporanee. Tra le prime cose fatte c'è stata l'istituzione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico con illustri figure del mondo dell'arte come Carla Fracci, Gianfranco Gorgoni, Fabio Sargentini, Beppe Menegatti, Daniele Lucchetti, Sergio Rubini, Gianfranco Angelucci, Riccardo Scamarcio, che con la loro presenza hanno dato prestigio al nostro Ateneo, dando un importante segnale di vitalità alla città.
Un bilancio positivo?
Penso che chiunque entri oggi all'interno degli spazi dell'Accademia - già sede della Banca d'Italia, in corso Garibaldi - avverta subito il radicale cambiamento nell'arredo, nella strumentazione e nella cura globale delle aule dedicate alla didattica. Dal punto di vista dell'Offerta Formativa, abbiamo cercato di avviare una modernizzazione dei programmi e dei corsi di studio: al modello didattico artistico tradizionale abbiamo affiancato, grazie alla legge di riforma n. 508 del 1999, nuovi corsi legati alla contemporaneità e all'interesse delle giovani generazioni verso discipline in cui le arti applicate incontrano il mercato del lavoro e delle imprese. Grande successo presso gli studenti riscuotono corsi come Fashion Design, Fumetto e illustrazione, Graphic Design o Cinema e Audiovisivo.
Un lavoro frutto di un'intuizione solitaria o di un lavoro di squadra?
Avendo una formazione legata al mondo dell'arte e senza studi di natura economico - giuridica, ho coltivato l'aspirazione di lavorare - godendo della preziosa collaborazione di docenti, dirigenti e collaboratori amministrativi - a un progetto di sviluppo e rinnovamento dell'Accademia. Attribuendo importanza cruciale agli investimenti, il modello così perseguito si è tradotto nell'introduzione di nuovi corsi con laboratori attrezzati e ricchi di strumentazioni per le esercitazioni degli studenti. Ad esempio, con l'istituzione del corso di laurea di Fashion Design, abbiamo realizzato un'annessa sartoria, con macchine da cucire e accessori dei più svariati.
Con la fine del suo incarico, il bilancio dell'Accademia vede un avanzo positivo di 4 milioni di euro. Cosa fare con questo tesoretto?
L'avanzo di bilancio viene lasciato al mio successore per investire in un nuovo edificio nella città di Foggia: con il progressivo aumento degli studenti, infatti, l'attuale sede non riesce più a soddisfare adeguatamente le esigenze didattiche. Operando con le richieste dei bisogni delle scuole d'indirizzo e dei dipartimenti, si spera di investire tali somme, accantonate nel corso degli anni, in una nuova struttura che possa accogliere e includere anche uno spazio espositivo dedicato agli studenti, una biblioteca più ampia, un servizio mensa, una sala per proiezioni, aule all'aperto per esercitazioni e altri servizi dedicati allo studio.
Adesso tornerà a insegnare presso l'Accademia di Belle Arti di Bari. Un'idea o un progetto che vorrebbe realizzare qui.
Torno a insegnare all'Accademia di Belle Arti di Bari come semplice insegnante: non ricopro alcun ruolo di vertice della struttura della programmazione e governance. Torno nel luogo dove ho studiato insieme a grandi docenti come Raffaele Spizzico e Mimmo Conenna.
Come valuta la scena artistica pugliese?
Non faccio lo storico dell'arte e il curatore di mostre, ma sicuramente c'è una nuova sensibilità verso l'arte contemporanea nella nostra regione. Seguo sempre con passione e attenzione la programmazione delle varie gallerie e fondazioni; purtroppo fatta eccezione per la nostra città - Bisceglie - che non mostra grande sensibilità verso le arti visive, né verso il proprio patrimonio artistico del passato, con la valorizzazione di figure di artisti come Cesare Fracanzano o Leonardo De Mango. Non parliamo del sistema museale in completo abbandono; si insegue solo il facile intrattenimento con manifestazioni di pochi giorni, che nulla lasciano nella memoria culturale dei residenti.
In passato mi sono occupato nel nostro paese di organizzare rassegne di arti visive con esposizione di opere di giovani artisti di chiara fama nel panorama italiano e internazionale, coinvolgendo nel progetto giovani curatori come Luca Beatrice - che ha in seguito diretto la Biennale di Venezia ed è attualmente direttore artistico della Quadriennale di Roma.
Vede nuovi nomi in ascesa?
Non faccio lo storico dell'arte e il curatore di mostre.
Dott. Di Terlizzi, lascia la direzione dell'Accademia di Belle Arti di Foggia dopo 20 anni. Come si sente?
Tutte le cose della vita hanno una fine. Ho sempre mantenuto viva la mia professione e passione per l'arte e la creatività: adesso potrò dedicare più tempo alla ricerca e produzione nelle arti visive e quindi inseguire passioni e lavoro con più continuità.
Com'è cambiata l'Accademia foggiana nel corso della sua gestione?
Foggia è una città difficile: un contesto privo di infrastrutture espositive legate alle arti visive contemporanee. Tra le prime cose fatte c'è stata l'istituzione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico con illustri figure del mondo dell'arte come Carla Fracci, Gianfranco Gorgoni, Fabio Sargentini, Beppe Menegatti, Daniele Lucchetti, Sergio Rubini, Gianfranco Angelucci, Riccardo Scamarcio, che con la loro presenza hanno dato prestigio al nostro Ateneo, dando un importante segnale di vitalità alla città.
Un bilancio positivo?
Penso che chiunque entri oggi all'interno degli spazi dell'Accademia - già sede della Banca d'Italia, in corso Garibaldi - avverta subito il radicale cambiamento nell'arredo, nella strumentazione e nella cura globale delle aule dedicate alla didattica. Dal punto di vista dell'Offerta Formativa, abbiamo cercato di avviare una modernizzazione dei programmi e dei corsi di studio: al modello didattico artistico tradizionale abbiamo affiancato, grazie alla legge di riforma n. 508 del 1999, nuovi corsi legati alla contemporaneità e all'interesse delle giovani generazioni verso discipline in cui le arti applicate incontrano il mercato del lavoro e delle imprese. Grande successo presso gli studenti riscuotono corsi come Fashion Design, Fumetto e illustrazione, Graphic Design o Cinema e Audiovisivo.
Un lavoro frutto di un'intuizione solitaria o di un lavoro di squadra?
Avendo una formazione legata al mondo dell'arte e senza studi di natura economico - giuridica, ho coltivato l'aspirazione di lavorare - godendo della preziosa collaborazione di docenti, dirigenti e collaboratori amministrativi - a un progetto di sviluppo e rinnovamento dell'Accademia. Attribuendo importanza cruciale agli investimenti, il modello così perseguito si è tradotto nell'introduzione di nuovi corsi con laboratori attrezzati e ricchi di strumentazioni per le esercitazioni degli studenti. Ad esempio, con l'istituzione del corso di laurea di Fashion Design, abbiamo realizzato un'annessa sartoria, con macchine da cucire e accessori dei più svariati.
Con la fine del suo incarico, il bilancio dell'Accademia vede un avanzo positivo di 4 milioni di euro. Cosa fare con questo tesoretto?
L'avanzo di bilancio viene lasciato al mio successore per investire in un nuovo edificio nella città di Foggia: con il progressivo aumento degli studenti, infatti, l'attuale sede non riesce più a soddisfare adeguatamente le esigenze didattiche. Operando con le richieste dei bisogni delle scuole d'indirizzo e dei dipartimenti, si spera di investire tali somme, accantonate nel corso degli anni, in una nuova struttura che possa accogliere e includere anche uno spazio espositivo dedicato agli studenti, una biblioteca più ampia, un servizio mensa, una sala per proiezioni, aule all'aperto per esercitazioni e altri servizi dedicati allo studio.
Adesso tornerà a insegnare presso l'Accademia di Belle Arti di Bari. Un'idea o un progetto che vorrebbe realizzare qui.
Torno a insegnare all'Accademia di Belle Arti di Bari come semplice insegnante: non ricopro alcun ruolo di vertice della struttura della programmazione e governance. Torno nel luogo dove ho studiato insieme a grandi docenti come Raffaele Spizzico e Mimmo Conenna.
Come valuta la scena artistica pugliese?
Non faccio lo storico dell'arte e il curatore di mostre, ma sicuramente c'è una nuova sensibilità verso l'arte contemporanea nella nostra regione. Seguo sempre con passione e attenzione la programmazione delle varie gallerie e fondazioni; purtroppo fatta eccezione per la nostra città - Bisceglie - che non mostra grande sensibilità verso le arti visive, né verso il proprio patrimonio artistico del passato, con la valorizzazione di figure di artisti come Cesare Fracanzano o Leonardo De Mango. Non parliamo del sistema museale in completo abbandono; si insegue solo il facile intrattenimento con manifestazioni di pochi giorni, che nulla lasciano nella memoria culturale dei residenti.
In passato mi sono occupato nel nostro paese di organizzare rassegne di arti visive con esposizione di opere di giovani artisti di chiara fama nel panorama italiano e internazionale, coinvolgendo nel progetto giovani curatori come Luca Beatrice - che ha in seguito diretto la Biennale di Venezia ed è attualmente direttore artistico della Quadriennale di Roma.
Vede nuovi nomi in ascesa?
Non faccio lo storico dell'arte e il curatore di mostre.