Primo maggio, D'Alberto: «Il lavoro che cambia mette a rischio le tutele»

Le parole del segretario Cgil Bat: «La sfida del sindacato è salvaguardare gli strumenti per la difesa di tutti i lavoratori»

domenica 2 maggio 2021
A cura di Vito Troilo
«Questa provincia presenta il più basso livello di sviluppo della Puglia e uno dei più bassi nel Mezzogiorno. Una conclusione alla quale si arriva analizzando una serie di criticità ma che contiene anche in sé una sfida da cogliere: risalire la china partendo da alcuni di potenziali inespressi di cui questo territorio detiene i primati, come l'agroalimentare e turismo, per creare anche nuove opportunità di occupazione e lavoro. Bisogna considerare che stiamo vivendo l'epoca, anche a causa del Covid, del lavoro che cambia e delle trasformazioni tecnologiche le cui conseguenze si ripercuotono anche sulla qualità stessa del lavoro». Biagio D'Alberto, segretario generale Cgil Bat, è intervenuto così a margine delle manifestazioni in occasione della Festa del lavoro cui ha partecipato a Bisceglie (link all'articolo) e Barletta. Iniziative si sono tenute anche a Trani e Andria.

«Siamo di fronte a un nuovo modo di produrre e commercializzare beni e servizi che sta però cambiando le dinamiche del mercato del lavoro e la vita sociale dei lavoratori. Trasformazioni guidate dall'intreccio tra digitalizzazione e innovazione» ha aggiunto il numero uno provinciale della principale organizzazione sindacale. «C'è anche un'altra sfida che è quella della sostenibilità sociale dentro il nuovo sistema economiche che crea nuova ricchezza e maggiore benessere: chi prima riesce a cogliere le opportunità della transizione e il vantaggio offerto delle nuove tecnologie avrà più opportunità e così le aziende potranno creare nuovi posti di lavoro.

Bisogna comprendere però come governare questi cambiamenti nel senso che se lasciamo che avvengano in maniera "spontanea" potranno portare a un peggioramento della situazione occupazionale perché spingere le imprese verso l'innovazione tecnologica e verso la cultura digitale determina inevitabili cambiamenti sulla qualità e sulla quantità del lavoro e quindi sulla vita sociale delle persone. È necessario tali processi con le relazioni sindacali e contrattuali, accordi che salvaguardino le condizioni sociali del lavoratore soprattutto perché in questa fase la creazione delle nuove attività spesso priva gli addetti della copertura previdenziale e della regolamentazione della stessa attività. Nuovi servizi generano nuovi posti di lavori ma anche, purtroppo, impoverimento degli strumenti di tutela fondamentali: la sfida è salvaguardarli e proteggerli. Ed è l'impegno che abbiamo assunto in questa festa del lavoro che cambia» ha concluso D'Alberto.