Pronta la revisione del piano regionale, il "Vittorio Emanuele II" non sarà più Covid hospital
Lunedì 4 maggio la partenza della Fase 2 dell'emergenza sanitaria e la probabile ripresa dei ricoveri con la riattivazione dei reparti
martedì 28 aprile 2020
La bozza è stata già discussa venerdì 24 aprile nel corso della riunione - naturalmente in videoconferenza - della Commissione sanità. Lunedì 4 maggio partirà, secondo quanto trapelato in queste ore, la Fase 2 della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale. Il presidente Michele Emiliano e il direttore del Dipartimento salute della Regione Vito Montanaro hanno dato il via libera alla concentrazione di tutti i pazienti ospedalizzati da Coronavirus in quattro nosocomi distribuiti sul territorio pugliese rispetto agli undici all'interno dei quali sono ospitati attualmente.
Il nuovo piano prevede perciò la conferma dei reparti per la trattazione degli affetti da Covid-19 all'interno degli Ospedali Riuniti di Foggia, di Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo, del Policlinico di Bari e del "Vito Fazzi" di Lecce. I posti dedicati scenderanno perciò dagli attuali duemila a 800. Il passo conseguenziale è la riattivazione dei ricoveri in cliniche private, Rsa, centri di assistenza e riabilitazione per anziani e disabili, oltre naturalmente al ripristino delle attività sospese negli otto ospedali entrati nella rete anti Coronavirus.
Il "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie, Covid hospital di riferimento per la Bat e alcuni comuni dell'Area Metropolitana di Bari, uscirà quindi di scena dall'emergenza sanitaria col trasferimento a Bari di coloro che risulteranno ancora ricoverati perché positivi al Coronavirus e il probabile ricollocamento nelle Rsa di quei pazienti in grado di tornare all'interno di quelle strutture nelle quali sono ospitati.
L'obiettivo della Regione è garantire una rapida ripresa dei ricoveri e delle prestazioni essenziali in quegli ospedali, come nel caso biscegliese, che a seguito della totale devozione alla causa della lotta al Covid-19 hanno involontariamente contribuito a gravare sui carichi di altri nosocomi: la riattivazione graduale delle unità operative del "Vittorio Emanuele II" (si pensi a cardiologia) gioverebbe al "Bonomo" di Andria e al "Dimiccoli" di Barletta, al momento in grave difficoltà.
Smaltire gli arretrati è l'ennesima sfida cui saranno chiamati medici, tecnici, infermieri e operatori sanitari dell'ospedale di Bisceglie, che sarà naturalmente sottoposto a tutte le sanificazioni necessarie per tornare, ci si augura, in piena efficienza, con tutti i reparti operativi nel più breve tempo possibile.
E magari col fregio di quella che sarebbe una meritatissima promozione a presidio ospedaliero di Primo Livello, come richiesto nella petizione lanciata lunedì da BisceglieViva (link per sottoscriverla).
Il nuovo piano prevede perciò la conferma dei reparti per la trattazione degli affetti da Covid-19 all'interno degli Ospedali Riuniti di Foggia, di Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo, del Policlinico di Bari e del "Vito Fazzi" di Lecce. I posti dedicati scenderanno perciò dagli attuali duemila a 800. Il passo conseguenziale è la riattivazione dei ricoveri in cliniche private, Rsa, centri di assistenza e riabilitazione per anziani e disabili, oltre naturalmente al ripristino delle attività sospese negli otto ospedali entrati nella rete anti Coronavirus.
Il "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie, Covid hospital di riferimento per la Bat e alcuni comuni dell'Area Metropolitana di Bari, uscirà quindi di scena dall'emergenza sanitaria col trasferimento a Bari di coloro che risulteranno ancora ricoverati perché positivi al Coronavirus e il probabile ricollocamento nelle Rsa di quei pazienti in grado di tornare all'interno di quelle strutture nelle quali sono ospitati.
L'obiettivo della Regione è garantire una rapida ripresa dei ricoveri e delle prestazioni essenziali in quegli ospedali, come nel caso biscegliese, che a seguito della totale devozione alla causa della lotta al Covid-19 hanno involontariamente contribuito a gravare sui carichi di altri nosocomi: la riattivazione graduale delle unità operative del "Vittorio Emanuele II" (si pensi a cardiologia) gioverebbe al "Bonomo" di Andria e al "Dimiccoli" di Barletta, al momento in grave difficoltà.
Smaltire gli arretrati è l'ennesima sfida cui saranno chiamati medici, tecnici, infermieri e operatori sanitari dell'ospedale di Bisceglie, che sarà naturalmente sottoposto a tutte le sanificazioni necessarie per tornare, ci si augura, in piena efficienza, con tutti i reparti operativi nel più breve tempo possibile.
E magari col fregio di quella che sarebbe una meritatissima promozione a presidio ospedaliero di Primo Livello, come richiesto nella petizione lanciata lunedì da BisceglieViva (link per sottoscriverla).