Proseguono le indagini sul decesso di Alessia Ferrante, attesa l'autopsia

Fascicolo aperto ma per il momento non ci sono indagati. Chirurgo plastico ascoltato come persona informata sui fatti

lunedì 13 aprile 2020 20.26
La morte prematura di Alessia Ferrante ha scosso l'intera comunità biscegliese. L'inchiesta aperta dalla Procura di Bari con l'obiettivo di ricostruire per filo e per segno quanto accaduto nel pomeriggio di venerdì 10 aprile trarrà ulteriori elementi dall'esito dell'esame autoptico previsto sul corpo della sfortunata influencer biscegliese, il cui decesso, ad appena 37 anni, sembrerebbe dovuto a un arresto cardiocircolatorio sopraggiunto poco dopo l'effettuazione dell'anestesia locale in relazione a un intervento di liposuzione alle cosce.

Secondo quanto accertato anche attraverso le stories pubblicate sul suo account Instagram la giovane si è diretta in auto, in tarda mattinata, alla volta di Monopoli per raggiungere lo studio Reho Md del quale è stata peraltro testimonial e promoter, al punto da affidarsi più di una volta alle cure del poliambulatorio privato, l'ultima in ottobre.
La passione per la chirurgia estetica era divenuta, col trascorrere del tempo, una vera e propria professione per la biscegliese, che attraverso i suoi profili social (specie quello Instagram, seguito da 107 mila utenti) era solita promuovere la cura del corpo e l'opzione del ricorso al bisturi per coloro che fossero intenzionati a eliminare inestetismi e migliorare il proprio aspetto fisico per sentirsi meglio.

Le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Monopoli, coordinate dal pubblico ministero Gaetano De Bari, tendono a ricostruire minuziosamente tutto quello che è successo fin dal momento (intorno alle ore 14 di Venerdì Santo) in cui Alessia Ferrante è giunta nella struttura sanitaria. La 37enne è stata colta da malore a ridosso della somministrazione del farmaco anestetico. Le telefonate al 112 e al 118 - poco dopo le 15:30 in base a quanto accertato - hanno preceduto l'arrivo di un'ambulanza ma tutti i tentativi di rianimazione sono risultati purtroppo inutili.

Il fascicolo, aperto quale atto dovuto, non ha al momento alcun indagato, contrariamente a quanto trapelato nelle ore immediatamente successive al decesso della donna. Il chirurgo plastico Francesco Reho è stato ascoltato dai militari dell'Arma ai quali ha raccontato la sua versione come persona informata sui fatti: il medico non è sotto inchiesta. La struttura è al momento sequestrata, come del resto le cartelle cliniche.

«Non è un vero proprio intervento» ha spiegato il legale di Raho, l'avvocato Gregorio Baldassarre. «La metodica è eseguita, di norma, in regime ambulatoriale, peraltro in anestesia locale effettuata con un farmaco di uso comune» ha aggiunto, precisando che «lo studio, pur osservando le dovute restrizioni di contenimento del contagio da Coronavirus, aveva tutte le carte in regola e il codice Ateco apposito per restare aperto».

Fra i nodi da sciogliere, per gli inquirenti, la definizione di "carattere d'urgenza" per la prestazione che è costata la vita ad Alessia Ferrante, soprannominata "Favola" dalle amiche. Una vita dinamica, intensa e piena di impegni, tra la Puglia, il Lazio, la Lombardia, il Piemonte e la Svizzera, spezzata improvvisamente. L'autopsia dovrebbe contribuire a far luce sulla tragica vicenda che ha turbato e commosso un'intera città, gettando nello sconforto i familiari della donna, che chiedono di conoscere cosa sia successo quel pomeriggio nella clinica estetica di Monopoli.