Raccolta differenziata, Davide Di Tullio (BVE) risponde alla signora Lucia: «È l'esempio dell'inossidabile resistenza al cambiamento del Sud»
«Il disagio è parte integrante di una politica di disincentivazione alla produzione dei rifiuti»
venerdì 8 settembre 2017
A seguito della lettera aperta che la signora Lucia ha affidato alla redazione di Bisceglieviva, Davide Di Tullio, vice presidente dell'associazione Bisceglie Vecchia Extramoenia ed esperto in economia ambientale interviene in tema di rifiuti e abitudini dei biscegliesi.
L'intervento ha a che fare con quella che definisce: «L'inossidabile resistenza al cambiamento» di cui la signora Lucia sarebbe uno dei portabandiera. «La strada imboccata – spiega Di Tullio riferendosi all'avvio della raccolta porta – a – porta o della differenziata cosiddetta 'spinta' – è quasi obbligata».
L'unica cosa che può e deve cambiare è dunque l'atteggiamento nei confronti del nuovo sistema di raccolta rifiuti, che può essere più incentivante se ad esempio si attivasse la tariffa puntuale.
Ecco cosa scrive Di Tullio in risposta alla signora Lucia e a tutte le Lucia del Sud:
«Riconosco che questo sistema di raccolta è stato adottato al culmine di un percorso caratterizzato dall'incapacità da parte dell'amministrazione di gestire una questione che richiedeva un approccio decisamente più attento. Condivido l'opinione che l'"architettura" imposta ad alcune tipologie di utenze non è stata adeguatamente tarata, ma solo nei limiti in cui questo va da inficiare la qualità e l'efficienza del recupero di quello che qualcuno, intelligentemente, ha cominciato a chiamare "post-materiale" anziché rifiuti.
Con tutto il rispetto per il disagio che il nuovo sistema può creare, mi rendo conto che la strada faticosamente imboccata è quasi obbligata. E le ragioni della signora Lucia mi paiano tutto sommato risibili. Si passa dalla difficoltà del rispetto di orari imposti (che per la verità vigevano anche quando la raccolta avveniva tramite i bidoni su strada), alle avversità meteo, a preoccupazioni di natura pseudoestetica legata al conferimento in strada.
Ora, trascurando la questione del meteo, che mi pare sconcertante, in una città in cui le condizioni meteo più avverse si possono circoscrivere forse ad un paio di mesi l'anno (ma la questione sarebbe del tutto superflua anche in un borgo dello Jutland danese), mi pare di capire che tutto si riduca alla "fatica" di gestire i mastelli. Ed è qui che emerge, in tutta la sua forza, l'indolenza e inossidabile resistenza al cambiamento, confermata dai numerosi commenti di sostegno allo sfogo della signora Lucia.
Non mi sento di demonizzare del tutto le proteste della signora. Sono convinto che se il sistema di tariffazione puntale entrasse in vigore e, dunque, ogni famiglia pagasse per quanti rifiuti effettivamente produce, il disagio verrebbe accolto di buon grado. Tuttavia non posso, allo stesso tempo, non notare il prevalere di una scarsa cultura civica. Il disagio è parte integrante di una politica di disincentivazione alla produzione dei rifiuti. Non posso conoscere le abitudini della signora Lucia, ma c'è un larghissimo utilizzo di prodotti usa e getta, malvezzo che accomuna tutto il Paese. Maggiore è l'uso che se ne fa (sebbene non sia necessario farlo) maggiori saranno gli svuotamenti dei mastelli. La questione non è demagogica; una recentissima inchiesta giornalistica (si veda QUI: https://goo.gl/5ZuqK3) ha rilevato che nell'80% dei casi di campioni d'acqua potabile raccolti in numerose città del mondo (inclusa l'Italia) era contaminata dalle microplastiche, particelle che sfuggono alla filtrazione naturale e finiscono nel nostro organismo tramite l'ingestione. Il dato, piuttosto inquietante, racconta di un mondo invaso dalla plastica al punto da contaminare l'acqua che recuperiamo tutti i giorni dal nostro rubinetto. È evidentemente l'effetto di una cattiva gestione del ciclo dei rifiuti.
Sono andato lontano, molto lontano, solo per raccontare di come un comportamento individuale virtuoso è il primo tassello verso l'implementazione di un sistema che riduca la contaminazione del nostro ambiente. Il sistema a mastelli, a tariffazione puntuale, è potenzialmente quello che garantisce il maggior successo in termini di qualità e quantità del differenziato. Se questo avrà ripercussioni sulle nostre ataviche abitudini poco male. Sarebbe però importante fare capire a tutte le signore Lucia della città che non lo stanno facendo per la gloria ma per se stesse».
L'intervento ha a che fare con quella che definisce: «L'inossidabile resistenza al cambiamento» di cui la signora Lucia sarebbe uno dei portabandiera. «La strada imboccata – spiega Di Tullio riferendosi all'avvio della raccolta porta – a – porta o della differenziata cosiddetta 'spinta' – è quasi obbligata».
L'unica cosa che può e deve cambiare è dunque l'atteggiamento nei confronti del nuovo sistema di raccolta rifiuti, che può essere più incentivante se ad esempio si attivasse la tariffa puntuale.
Ecco cosa scrive Di Tullio in risposta alla signora Lucia e a tutte le Lucia del Sud:
«Riconosco che questo sistema di raccolta è stato adottato al culmine di un percorso caratterizzato dall'incapacità da parte dell'amministrazione di gestire una questione che richiedeva un approccio decisamente più attento. Condivido l'opinione che l'"architettura" imposta ad alcune tipologie di utenze non è stata adeguatamente tarata, ma solo nei limiti in cui questo va da inficiare la qualità e l'efficienza del recupero di quello che qualcuno, intelligentemente, ha cominciato a chiamare "post-materiale" anziché rifiuti.
Con tutto il rispetto per il disagio che il nuovo sistema può creare, mi rendo conto che la strada faticosamente imboccata è quasi obbligata. E le ragioni della signora Lucia mi paiano tutto sommato risibili. Si passa dalla difficoltà del rispetto di orari imposti (che per la verità vigevano anche quando la raccolta avveniva tramite i bidoni su strada), alle avversità meteo, a preoccupazioni di natura pseudoestetica legata al conferimento in strada.
Ora, trascurando la questione del meteo, che mi pare sconcertante, in una città in cui le condizioni meteo più avverse si possono circoscrivere forse ad un paio di mesi l'anno (ma la questione sarebbe del tutto superflua anche in un borgo dello Jutland danese), mi pare di capire che tutto si riduca alla "fatica" di gestire i mastelli. Ed è qui che emerge, in tutta la sua forza, l'indolenza e inossidabile resistenza al cambiamento, confermata dai numerosi commenti di sostegno allo sfogo della signora Lucia.
Non mi sento di demonizzare del tutto le proteste della signora. Sono convinto che se il sistema di tariffazione puntale entrasse in vigore e, dunque, ogni famiglia pagasse per quanti rifiuti effettivamente produce, il disagio verrebbe accolto di buon grado. Tuttavia non posso, allo stesso tempo, non notare il prevalere di una scarsa cultura civica. Il disagio è parte integrante di una politica di disincentivazione alla produzione dei rifiuti. Non posso conoscere le abitudini della signora Lucia, ma c'è un larghissimo utilizzo di prodotti usa e getta, malvezzo che accomuna tutto il Paese. Maggiore è l'uso che se ne fa (sebbene non sia necessario farlo) maggiori saranno gli svuotamenti dei mastelli. La questione non è demagogica; una recentissima inchiesta giornalistica (si veda QUI: https://goo.gl/5ZuqK3) ha rilevato che nell'80% dei casi di campioni d'acqua potabile raccolti in numerose città del mondo (inclusa l'Italia) era contaminata dalle microplastiche, particelle che sfuggono alla filtrazione naturale e finiscono nel nostro organismo tramite l'ingestione. Il dato, piuttosto inquietante, racconta di un mondo invaso dalla plastica al punto da contaminare l'acqua che recuperiamo tutti i giorni dal nostro rubinetto. È evidentemente l'effetto di una cattiva gestione del ciclo dei rifiuti.
Sono andato lontano, molto lontano, solo per raccontare di come un comportamento individuale virtuoso è il primo tassello verso l'implementazione di un sistema che riduca la contaminazione del nostro ambiente. Il sistema a mastelli, a tariffazione puntuale, è potenzialmente quello che garantisce il maggior successo in termini di qualità e quantità del differenziato. Se questo avrà ripercussioni sulle nostre ataviche abitudini poco male. Sarebbe però importante fare capire a tutte le signore Lucia della città che non lo stanno facendo per la gloria ma per se stesse».