Reddito di dignità, 56 biscegliesi ammessi e 38 già impegnati nelle attività

18 beneficiari avvieranno le loro collaborazioni nei prossimi mesi. La soddisfazione del Sindaco Angarano e dell'assessore Rigante

mercoledì 3 marzo 2021
A cura di Vito Troilo
Un incremento deciso. Sono 56 i cittadini biscegliesi beneficiari del Red, il reddito di dignità, misura ideata dalla Regione Puglia al fine di promuovere l'inclusione sociale e attiva integrando le entrate delle persone in difficoltà con un contributo economico in cambio di attività lavorative a beneficio della collettività.

Il piano di interventi e progetti di comunità per il 2021 è stato illustrato nella mattinata di martedì 2 marzo in sala consiliare a Palazzo San Domenico dal Sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano e dell'assessore alle politiche sociali Roberta Rigante. Un'esperienza già avviata nel 2020, malgrado le comprensibili difficoltà, e resa più proficua dall'allargamento della platea degli interessati, per effetto del lavoro svolto in sinergia tra Comune e Piano sociale di zona.

Secondo quanto annunciato dai componenti dell'amministrazione, 30 beneficiari hanno già avviato la loro collaborazione col Comune e per un anno saranno impiegati in lavori di comunità, progetti di empowerment e di cittadinanza attiva, come l'apertura della sala lettura allestita nella scuola "Dino Abbascià" nel centro storico, il sostegno ai servizi di custodia e guardiania del PalaDolmen, dello stadio "Gustavo Ventura" e soprattutto del cimitero comunale, struttura quest'ultima in affanno a causa della carenza di personale.

I fruitori del Red saranno coinvolti in progetti di amministrazione partecipata negli uffici comunali, in servizi di accoglienza e informazione al pubblico a Palazzo San Domenico, nelle sedi comunali di via professor Mauro Terlizzi e negli uffici del Giudice di pace.

Lunedì è cominciata invece l'esperienza di altri 8 soggetti in tirocinio presso aziende private del settore turistico, professionale e sociale di Bisceglie. Quanto agli altri 18, saranno collocati in ulteriori similari progetti nei prossimi mesi.

Reddito di dignità, 56 biscegliesi ammessi e 38 già impegnati nelle attività
Reddito di dignità, 56 biscegliesi ammessi e 38 già impegnati nelle attività
Reddito di dignità, 56 biscegliesi ammessi e 38 già impegnati nelle attività
Reddito di dignità, 56 biscegliesi ammessi e 38 già impegnati nelle attività

Soddisfatto il primo cittadino: «Siamo riusciti praticamente a raddoppiare il numero di beneficiari rispetto allo scorso anno, offrendo possibilità di formazione, lavoro e opportunità di futuro inserimento stabile nel mondo del lavoro a una platea così vasta di 56 concittadini in un periodo complesso come quello che stiamo attraversando in cui la pandemia ha acuito le difficoltà». Secondo quanto affermato da Angarano «Bisceglie è tra le prime città in Puglia per numero di beneficiari e per la tempistica rapida con la quale è partita la collaborazione. Per questo non posso che ringraziare l'ufficio del Piano sociale di zona Bisceglie-Trani, coordinato dal dirigente Sandro Attolico, e le assistenti sociali, la funzionaria del Comune di Bisceglie Felia Sorrenti e tutti coloro che hanno lavorato con professionalità e passione a questo progetto».

Sulla stessa lunghezza d'onada l'assessore al ramo Rigante: «Oggi raccogliamo i frutti di un grande lavoro. L'alto numero di domande pervenute, dal quale è scaturito il corposo numero di cittadini ammessi, è stato possibile grazie ai punti di accesso attivati un anno fa, che hanno consentito un'attività capillare di informazione e orientamento». Per l'esponente della Giunta «56 concittadini possono usufruire di una importante opportunità lavorativa che già negli anni scorsi ha dato risultati molto positivi di cui siamo orgogliosi. Diversi tirocinanti in aziende private delle scorse edizioni del Red sono stati infatti assunti con contratti a tempo indeterminato. Questa è la vocazione dei servizi sociali intesi in chiave moderna: non più assistenzialismo ma opportunità per uscire dall'isolamento ed evitare il rischio di emarginazione sociale e culturale».