Referendum, si vota 8 e 9 giugno. Per la prima volta, assicurato il voto fuorisede
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera anche per garantire il voto a studenti, lavoratori e persone fuorisede per motivi di salute
martedì 18 marzo 2025
08.00
L'8 e 9 giugno 2025, come deliberato dal Consiglio dei Ministri del 13 marzo 2025, gli italiani saranno chiamati alle urne per un referendum che tocca temi di grande rilievo sociale e politico. I quesiti referendari riguardano la cittadinanza italiana e il mondo del lavoro, con proposte che potrebbero modificare in modo significativo la normativa vigente.
Altri quattro quesiti referendari riguardano il mondo del lavoro e toccano aspetti cruciali della tutela dei lavoratori: Reintegro in caso di licenziamento illegittimo: Oggi, un lavoratore licenziato in modo illegittimo può ricevere solo un risarcimento economico. Il referendum propone di eliminare questa possibilità, obbligando l'azienda a reintegrare il lavoratore nel suo posto di lavoro. Tetto massimo al risarcimento: Attualmente, nelle piccole aziende il risarcimento per licenziamento illegittimo è soggetto a un tetto massimo. Il referendum propone di eliminare questo limite, lasciando ai giudici la possibilità di stabilire l'ammontare del risarcimento caso per caso. Contratti a tempo determinato: Oggi, le aziende possono rinnovare più volte un contratto a tempo determinato senza obbligo di assunzione a tempo indeterminato. Il referendum propone di eliminare questa possibilità, salvo poche eccezioni, per garantire maggiore stabilità ai lavoratori. Responsabilità sulla sicurezza del lavoro: Attualmente, un'azienda può non essere ritenuta direttamente responsabile per la sicurezza dei lavoratori impiegati da un'altra azienda in subappalto. Il referendum propone di estendere questa responsabilità anche alle aziende che appaltano parte del lavoro ad altre imprese.
Questa decisione rappresenta un cambio di rotta significativo da parte del governo. Solo un mese fa, infatti, il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi aveva escluso categoricamente questa possibilità durante un question time alla Camera dei Deputati, affermando che mancava una copertura legislativa adeguata. Ora, invece, il governo ha deciso di introdurre questa misura, accogliendo una richiesta che da anni viene avanzata da cittadini e associazioni.
Questa misura rappresenta non solo un'opportunità per garantire il diritto di voto a una fetta più ampia della popolazione, ma anche un'importante sperimentazione in vista di una riforma strutturale del sistema elettorale italiano. Da oltre 20 mesi, infatti, giace in Parlamento una proposta di legge che mira a rendere permanente la possibilità di voto per i fuorisede, superando le attuali limitazioni e allineando l'Italia agli altri Paesi europei.
Per cosa si vota?
Il referendum dell'8 e 9 giugno sarà un appuntamento cruciale per i cittadini italiani, con quesiti che toccano temi di grande rilievo sociale e politico. Uno dei quesiti referendari riguarda la riduzione del periodo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza italiana per le persone nate fuori dall'Unione Europea. Attualmente, la normativa prevede un periodo di residenza continuativa di 10 anni prima di poter presentare domanda per la cittadinanza italiana. Il referendum propone di ridurre questa soglia a 5 anni, avvicinando l'Italia agli standard di molti altri Paesi europei.Altri quattro quesiti referendari riguardano il mondo del lavoro e toccano aspetti cruciali della tutela dei lavoratori: Reintegro in caso di licenziamento illegittimo: Oggi, un lavoratore licenziato in modo illegittimo può ricevere solo un risarcimento economico. Il referendum propone di eliminare questa possibilità, obbligando l'azienda a reintegrare il lavoratore nel suo posto di lavoro. Tetto massimo al risarcimento: Attualmente, nelle piccole aziende il risarcimento per licenziamento illegittimo è soggetto a un tetto massimo. Il referendum propone di eliminare questo limite, lasciando ai giudici la possibilità di stabilire l'ammontare del risarcimento caso per caso. Contratti a tempo determinato: Oggi, le aziende possono rinnovare più volte un contratto a tempo determinato senza obbligo di assunzione a tempo indeterminato. Il referendum propone di eliminare questa possibilità, salvo poche eccezioni, per garantire maggiore stabilità ai lavoratori. Responsabilità sulla sicurezza del lavoro: Attualmente, un'azienda può non essere ritenuta direttamente responsabile per la sicurezza dei lavoratori impiegati da un'altra azienda in subappalto. Il referendum propone di estendere questa responsabilità anche alle aziende che appaltano parte del lavoro ad altre imprese.
Il voto fuorisede: una svolta storica
Per la prima volta, tutti i cittadini temporaneamente domiciliati fuori dalla propria provincia di residenza per motivi di studio, lavoro o cure mediche potranno esercitare il diritto di voto nel comune in cui si trovano. Questa è una novità rilevante, poiché finora il voto fuorisede era stato concesso solo agli studenti universitari per le elezioni europee.Questa decisione rappresenta un cambio di rotta significativo da parte del governo. Solo un mese fa, infatti, il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi aveva escluso categoricamente questa possibilità durante un question time alla Camera dei Deputati, affermando che mancava una copertura legislativa adeguata. Ora, invece, il governo ha deciso di introdurre questa misura, accogliendo una richiesta che da anni viene avanzata da cittadini e associazioni.
Come funziona il voto fuorisede?
La nuova norma prevede che gli elettori temporaneamente domiciliati per almeno tre mesi in una provincia diversa da quella di residenza possano richiedere di votare nel comune in cui si trovano. La domanda dovrà essere presentata entro il 5 maggio 2025, con possibilità di revoca fino al 15 maggio.Questa misura rappresenta non solo un'opportunità per garantire il diritto di voto a una fetta più ampia della popolazione, ma anche un'importante sperimentazione in vista di una riforma strutturale del sistema elettorale italiano. Da oltre 20 mesi, infatti, giace in Parlamento una proposta di legge che mira a rendere permanente la possibilità di voto per i fuorisede, superando le attuali limitazioni e allineando l'Italia agli altri Paesi europei.