Restituita alla cittadinanza la panchina gialla dei diritti umani
Alla presenza di una nutrita folla di cittadini, il gruppo Amnesty International di Bisceglie e il sindaco hanno reinaugurato il presidio
mercoledì 29 maggio 2024
8.04
In occasione del 63° compleanno di Amnesty International, il più grande movimento globale per la tutela e la promozione dei diritti umani, il gruppo di Amnesty di Bisceglie ha promosso per il 28 maggio la re-inaugurazione della panchina gialla sita in Piazza San Francesco a seguito di un restyling che ne cancellasse i segni del tempo. L'iniziativa, a cui ha partecipato una nutrita folla di cittadini, è stata presieduta dal Sindaco Angelantonio Angarano.
«Per celebrare questo giorno abbiamo deciso di donare nuova vita alla panchina gialla dedicata ai diritti umani inaugurata due anni fa, il 9 aprile 2022, e successivamente danneggiata, in maniera tale da ripristinare la sua funzione simbolica di presidio di giustizia, libertà, uguaglianza e dignità - ha spiegato Raffaele Gabriele de Candia, attivista di Amnesty International Bisceglie -. La data di oggi è molto importante: il 28 maggio del 1961 l'avvocato inglese Peter Benenson denunciava l'arresto e la condanna a 7 anni di reclusione di due giovani studenti portoghesi, colpevoli di aver brindato alla libertà in un bar di Lisbona. Il 28 maggio del 1961 l'avvocato inglese Peter Benenson lanciava un appello per l'amnistia, chiedendo che quegli studenti, da lui definiti prigionieri di coscienza, venissero immediatamente e incondizionatamente scarcerati: coordinava l'indignazione e la trasformava in azione. Il 28 maggio del 1961 nasceva Amnesty International, oggi il più grande movimento al mondo di persone impegnate quotidianamente nella promozione e tutela dei diritti umani».
«Parlare di diritti - ha aggiunto il Sindaco - non è mai un'azione scontata. Siamo in un momento storico in cui ogni giorno ci viene ribadito che conta ancora troppo dove si nasce in materia di diritti umani: c'è ancora molto da fare affinché indipendentemente dalla posizione geografica e dall'assetto governativo, le persone vedano garantititi i loro diritti per il solo fatto di essere persone. Pensiamo all'Afghanistan, o ai conflitti che attualmente si stanno svolgendo. Se possiamo utilizzare un po' del nostro tempo per parlare di diritti facciamolo, perché alzare la voce è l'unico modo per smantellare pian piano il muro dell'indifferenza».
Riguardo l'esercizio dei propri diritti, Valeria Ricchiuti, responsabile del gruppo di Amnesty International Bisceglie nel suo intervento ha invitato ad esercitare il diritto al voto, recandosi alle urne l'8 ed il 9 giugno, per poi concludere toccando la tematica del conflitto Israelo-palestinese:
«All eyes on Rafah, questo lo slogan di questi giorni. Non abbassiamo l'attenzione mediatica, seguiamo gli eventi: abbiamo di fronte una delle più gravi sospensioni prolungate dei diritti umani. Cerchiamo di fare il nostro seguendo gli eventi e informandoci adeguatamente. Non restiamo indifferenti».
In conclusione all'evento, un breve intervento di uno degli attivisti più giovani, Gabriele Leuci entrato da poco a far parte del gruppo, che ha spiegato quanto sia sentita forte la necessità di attivarsi da parte delle nuove generazioni, sempre descritte come disinteressate e disilluse, e a cui invece va riconosciuto il merito di aver restituito voce alle grandi manifestazioni di piazza.
«Il mondo che abbiamo trovato e che stiamo cercando di cambiare non è nostra responsabilità, ma delle generazioni passate. C'è chi troppo a lungo ci ha descritto come nullafacenti e scansafatiche. Sono qui a raccontarvi che non è così: ci sono giovani come me che oggi sono in piazza in altre parti del mondo per portare altre voci, io oggi sono qui perché ho scelto di non essere più indifferente. Fare attivismo vuol dire aprire gli occhi su diverse tematiche e guardarle finalmente con occhio critico».
«Per celebrare questo giorno abbiamo deciso di donare nuova vita alla panchina gialla dedicata ai diritti umani inaugurata due anni fa, il 9 aprile 2022, e successivamente danneggiata, in maniera tale da ripristinare la sua funzione simbolica di presidio di giustizia, libertà, uguaglianza e dignità - ha spiegato Raffaele Gabriele de Candia, attivista di Amnesty International Bisceglie -. La data di oggi è molto importante: il 28 maggio del 1961 l'avvocato inglese Peter Benenson denunciava l'arresto e la condanna a 7 anni di reclusione di due giovani studenti portoghesi, colpevoli di aver brindato alla libertà in un bar di Lisbona. Il 28 maggio del 1961 l'avvocato inglese Peter Benenson lanciava un appello per l'amnistia, chiedendo che quegli studenti, da lui definiti prigionieri di coscienza, venissero immediatamente e incondizionatamente scarcerati: coordinava l'indignazione e la trasformava in azione. Il 28 maggio del 1961 nasceva Amnesty International, oggi il più grande movimento al mondo di persone impegnate quotidianamente nella promozione e tutela dei diritti umani».
«Parlare di diritti - ha aggiunto il Sindaco - non è mai un'azione scontata. Siamo in un momento storico in cui ogni giorno ci viene ribadito che conta ancora troppo dove si nasce in materia di diritti umani: c'è ancora molto da fare affinché indipendentemente dalla posizione geografica e dall'assetto governativo, le persone vedano garantititi i loro diritti per il solo fatto di essere persone. Pensiamo all'Afghanistan, o ai conflitti che attualmente si stanno svolgendo. Se possiamo utilizzare un po' del nostro tempo per parlare di diritti facciamolo, perché alzare la voce è l'unico modo per smantellare pian piano il muro dell'indifferenza».
Riguardo l'esercizio dei propri diritti, Valeria Ricchiuti, responsabile del gruppo di Amnesty International Bisceglie nel suo intervento ha invitato ad esercitare il diritto al voto, recandosi alle urne l'8 ed il 9 giugno, per poi concludere toccando la tematica del conflitto Israelo-palestinese:
«All eyes on Rafah, questo lo slogan di questi giorni. Non abbassiamo l'attenzione mediatica, seguiamo gli eventi: abbiamo di fronte una delle più gravi sospensioni prolungate dei diritti umani. Cerchiamo di fare il nostro seguendo gli eventi e informandoci adeguatamente. Non restiamo indifferenti».
In conclusione all'evento, un breve intervento di uno degli attivisti più giovani, Gabriele Leuci entrato da poco a far parte del gruppo, che ha spiegato quanto sia sentita forte la necessità di attivarsi da parte delle nuove generazioni, sempre descritte come disinteressate e disilluse, e a cui invece va riconosciuto il merito di aver restituito voce alle grandi manifestazioni di piazza.
«Il mondo che abbiamo trovato e che stiamo cercando di cambiare non è nostra responsabilità, ma delle generazioni passate. C'è chi troppo a lungo ci ha descritto come nullafacenti e scansafatiche. Sono qui a raccontarvi che non è così: ci sono giovani come me che oggi sono in piazza in altre parti del mondo per portare altre voci, io oggi sono qui perché ho scelto di non essere più indifferente. Fare attivismo vuol dire aprire gli occhi su diverse tematiche e guardarle finalmente con occhio critico».