Riordino scolastico, a Bisceglie si va verso l’accorpamento degli istituti superiori

Mauro Visaggio: «Si prefigurano i peggiori scenari possibili dal punto di vista didattico e dell’organizzazione del lavoro»

venerdì 27 settembre 2024
A cura di Cristina Scarasciullo
L'Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia ha pubblicato il verbale del tavolo tecnico riguardante il controverso piano di dimensionamento scolastico per l'anno 2025/26. La riforma, che prevede accorpamenti tra istituti scolastici, ha già sollevato numerose critiche e preoccupazioni tra i dirigenti scolastici.

A Bisceglie, si prospetta l'accorpamento del Liceo "Leonardo da Vinci" con il Liceo Economico Sociale del "G. Dell'Olio", portando a un totale di 1007 iscritti. Parallelamente, l'Istituto "Sergio Cosmai" ingloberà l'istituto "G. Dell'Olio", arrivando a 1009 iscritti complessivi.

Mauro Visaggio, dirigente scolastico del "Giacinto Dell'Olio", non ha usato mezzi termini per denunciare i rischi legati a questa operazione: «Non posso esimermi dal constatare che, nonostante le proposte deliberate dagli organi collegiali di questa istituzione scolastica tempestivamente trasmesse agli uffici competenti, si prefigurano i peggiori scenari possibili dal punto di vista didattico e dell'organizzazione del lavoro, con gravi ricadute sull'intera comunità scolastica».

Le preoccupazioni del dirigente Visaggio riflettono un malcontento diffuso: il piano sembra orientato più a una logica di risparmio che a un vero miglioramento della qualità educativa. L'accorpamento di istituti con identità diverse rischia di compromettere non solo l'efficacia dell'offerta formativa, ma anche la gestione ordinaria della vita scolastica. Mentre si parla di "ottimizzazione", si intravede un futuro in cui le scuole si troveranno a gestire un sovraccarico amministrativo, con classi più numerose e risorse distribuite in maniera sempre più disomogenea.

In un contesto già segnato dal calo demografico e dalla dispersione scolastica, il rischio è che questa riforma possa rappresentare un ulteriore colpo alla tenuta del sistema educativo. La redistribuzione delle autonomie scolastiche, lungi dall'essere una risposta organica ai bisogni del territorio, potrebbe accentuare le difficoltà organizzative, soprattutto nei comuni più piccoli o nelle aree meno centrali.

È evidente che la riforma, così come strutturata, lascia aperte molte domande. Sarà davvero in grado di garantire il miglioramento promesso, o finirà per sovraccaricare un sistema già in affanno? La parola, ora, spetta alle istituzioni e agli attori locali che dovranno confrontarsi con gli effetti concreti di queste decisioni.