Rogo di Notre-Dame, la testimonianza di un giovane architetto biscegliese a Parigi
Domenico Monopoli: «Una fatalità, e anni di storia volano via come cenere»
martedì 16 aprile 2019
9.41
Immaginate di voler diventare architetti.
Immaginate di studiare sodo, laurearvi in modo brillante e riuscire a stabilirvi per motivi professionali in Francia.
A Parigi.
Immaginate di dover assistere a quanto accaduto lunedì 15 aprile a Notre-Dame.
Non collegato a facebook o davanti alla tv.
Immaginate di poter (dover) scendere per strada e ritrovarsi a pochi passi da un monumento all'eternità improvvisamente sfregiato.
È quanto ha vissuto un giovane biscegliese, Domenico Monopoli, 26 anni, che dopo esseri laureato al Politecnico di Bari e aver studiato all'Etsam (scuola di architettura superiore) di Madrid si è trasferito nella capitale transalpina e lavora per lo studio di architettura Jean-Paul Viguier et Associés.
«Una fatalità, e anni di storia volano via come cenere.
La Cattedrale di Notre-Dame, uno di quei pochissimi edifici capaci di mettere in crisi la mia fierezza italiana in campo storico-architettonico, uno di quegli edifici che ti zittisce, rapendoti col suo stupore, è lì inerme, avvolta da un velo di fiamme implacabile» ha spiegato Domenico.
«Ero in studio a lavorare, quando a un tratto ho visto un'immensa fumata bianca nel cielo azzurro di Parigi! Mai come questa volta ho desiderato che piovesse» ha aggiunto.
«Di sera sono stato anche sul posto dell'incendio. Un'atmosfera surreale. Tutto il centro città era privo di traffico. Tutti erano lì, vicino la Cattedrale. In molti hanno formato gruppi spontanei di preghiera».
Una volta tanto, non lo invidiamo del fatto che viva a Parigi. Se in tv e sugli smartphone ci fa così male, figurarsi che colpo al cuore sarà stato assistere a quel rogo a poche decine di metri di distanza. L'unica consolazione è che si sia evitata la distruzione totale della Cattedrale.
© riproduzione riservata
Immaginate di studiare sodo, laurearvi in modo brillante e riuscire a stabilirvi per motivi professionali in Francia.
A Parigi.
Immaginate di dover assistere a quanto accaduto lunedì 15 aprile a Notre-Dame.
Non collegato a facebook o davanti alla tv.
Immaginate di poter (dover) scendere per strada e ritrovarsi a pochi passi da un monumento all'eternità improvvisamente sfregiato.
È quanto ha vissuto un giovane biscegliese, Domenico Monopoli, 26 anni, che dopo esseri laureato al Politecnico di Bari e aver studiato all'Etsam (scuola di architettura superiore) di Madrid si è trasferito nella capitale transalpina e lavora per lo studio di architettura Jean-Paul Viguier et Associés.
«Una fatalità, e anni di storia volano via come cenere.
La Cattedrale di Notre-Dame, uno di quei pochissimi edifici capaci di mettere in crisi la mia fierezza italiana in campo storico-architettonico, uno di quegli edifici che ti zittisce, rapendoti col suo stupore, è lì inerme, avvolta da un velo di fiamme implacabile» ha spiegato Domenico.
«Ero in studio a lavorare, quando a un tratto ho visto un'immensa fumata bianca nel cielo azzurro di Parigi! Mai come questa volta ho desiderato che piovesse» ha aggiunto.
«Di sera sono stato anche sul posto dell'incendio. Un'atmosfera surreale. Tutto il centro città era privo di traffico. Tutti erano lì, vicino la Cattedrale. In molti hanno formato gruppi spontanei di preghiera».
Una volta tanto, non lo invidiamo del fatto che viva a Parigi. Se in tv e sugli smartphone ci fa così male, figurarsi che colpo al cuore sarà stato assistere a quel rogo a poche decine di metri di distanza. L'unica consolazione è che si sia evitata la distruzione totale della Cattedrale.
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