Rosalia Sette: «Esco dalla Giunta più convinta di quanto sia decisivo l'impegno civile»

L'ex assessore diffonde attraverso BisceglieViva il bilancio della sua esperienza amministrativa

venerdì 19 marzo 2021 16.28
Rosalia Sette, ormai non più assessore del Comune di Bisceglie, ha deciso di diffondere un breve bilancio, specialmente umano, della sua esperienza amministrativa attraverso BisceglieViva. Una modalità, senza dubbio differente dal solito, di "congedarsi" dal ruolo per tornare alla sua professione.
Non c'è alcun timore di smentita nel definire Rosalia, al netto di ogni tipo di considerazione politica, una delle persone più determinate nel cercare di portare ventate di freschezza e concetti della mentalità privata nel comparto pubblico. Una donna di valore, che resta fra le risorse più brillanti di questa città.
(Vito Troilo)

Questo è un non comunicato.
Non avrà nulla di istituzionale: è una lettera aperta alla Città, ai cittadini, al loro cuore, scritta da una cittadina prestata alla politica per un anno e 3 mesi.
Ringrazio il Sindaco per l'opportunità in premessa. Dal "basso" dei miei 31 voti non avrei mai immaginato di ritrovarmi "assessore".

Ho ricevuto "la telefonata" il 29 dicembre del 2019 e mi sono detta senza falsa modestia: «Hai tutte le qualità necessarie, ce la puoi fare».
Quando vieni nominata non ti consegnano il "manuale dell'assessore", così devi fare da sola, prepararti facendo affidamento su pochi riferimenti e cercare, soprattutto con il bagaglio che ti porti dietro, di giocare la partita, che per me era ed è stata indirizzata al cambiamento dello status quo.

Ho iniziato il mio mandato cercando di migliorare il rapporto fra Comune e mondo associativo, prima di tutto con una ricognizione del terzo settore. Ho trovato "dimenticata" in un cassetto una bozza che faceva al caso mio: "Regolamento per l'istituzione dell'Albo delle associazioni". Un obiettivo da perseguire.

Poi sono arrivati il Covid, il lockdown, l'incertezza e la paura di quei due mesi e mezzo, che però non hanno sedato la voglia di fare. Sentivo il bisogno di essere utile alla Città e ho attinto a un mio particolare talento… In due mesi, bussando a tutte le porte disponibili, ho recuperato 25 pc portatili nell'intento di assicurare ad altrettanti bambini lo strumento per la didattica a distanza, sperando che si potesse presto rivelare superfluo, perché la Dad non può sostituire la scuola. Sono stati mesi in cui ho "sorellizzato" con la piattaforma della Protezione Civile e macinato chilometri tentando di rendermi utile.

Alla ripresa è stata la volta dei protocolli, delle nuove regole che condizionavano la nostra vita. Ci siamo trovate con Loredana (Acquaviva) a dover decidere cosa fare della pallida estate che si avvicinava con un budget limitatissimo; a pensare a quelle associazioni penalizzate dalla chiusura… È nato così il cartellone "Bisceglie sull'onda 2020 – Ripartiamo insieme". Dignitoso – mi sembra - e che in corso d'opera si è arricchito con tante iniziative nate dal basso, dai 42 gradi, al Borgo delle meraviglie, da Libri d'amare a Macboat. Una palestra per pensare al futuro: alle necessità di una città che volendosi candidare meta turistica ha bisogno decisamente di migliorare la sua offerta culturale, comprendendo in questa voce anche natura e gastronomia.

L'anno si è concluso con la ripresa della pandemia, che prepotente e subdola, ancora più forte, ha nuovamente travolto le nostre vite. Lo spirito natalizio non è stato sufficiente a i nostri cuori stanchi e questo non-Natale lo ricorderemo per sempre.

Ho vissuto il confronto con il mondo politico-amministrativo con curiosità critica, sottraendomi a quell'attitudine allo scontro immotivato, a quella foga che spesso demolisce più che costruire. Ho tentato di stabilire legami fruttuosi e sono stata ripagata da simpatia e disponibilità: un piccolo patrimonio che lascio a chi mi succederà.

La Politica con la P maiuscola, quella che ha a cuore la Polis, resta ancora un ingrediente raro e non necessariamente per le carenze dei singoli, quanto per la qualità dei rapporti e una cultura diffusa che ne mantiene basso il profilo: soggetto ad interessi di parte e a un confronto tanto aggressivo quanto mancante di argomenti.
Per non parlare della tecnologia, dell'innovazione, dello snellimento di procedure talmente contorte che per chi, come me, viene dall'impresa privata, sembrano fatte apposta per allontanare le soluzioni, le risposte che la gente chiede.

Ho riscontrato questo atteggiamento nella stragrande maggioranza dei "personaggi" con cui ho lavorato. Dico personaggi non in senso dispregiativo, ma per sottolineare una specie di gioco delle parti in cui anche le persone migliori cadono. E mi spiace dirlo, a volte questa vecchia politica l'ho trovata negli atteggiamenti anche dei più "giovani", da cui mi sarei aspettata modi meno scontati, viste le potenzialità presenti.

Il mondo va avanti fuori dai palazzi, bene, male, alla velocità di un bit, e avrebbe bisogno di una Politica in grado di governarlo: capace di tenergli testa e non corrergli dietro con il fiatone. La Politica deve programmare, pianificare, offrire tempi certi, di concerto col personale della pubblica amministrazione, anch'esso indebolito da carenze quantitative e qualitative. C'è bisogno di costruire un rapporto empatico con i cittadini, imparando ad ascoltarli, ma anche di una macchina che funzioni.
La politica deve sapere fare scelte coraggiose seppure scomode, e rischiare quando necessario, assumendosi le proprie responsabilità con l'obiettivo di agevolare gli interessi della comunità.

Personalmente sono soddisfatta del mio percorso e auguro a chi prenderà il mio posto i migliori esiti. Sarò per questo disponibile ad accompagnare il passaggio e continuare il lavoro anche dall'esterno. Nell'amministrazione e nel contesto politico ho conosciuto anche persone dedite e preziose a cui resterò legata, che mi hanno aiutata. Aiutano la speranza.

Tornerò alla vita nel mondo "reale" cambiata, grata per quanto ho appreso, e maggiormente convinta di quanto un impegno politico sia necessario. Necessario forse soprattutto fuori dal governo, perché il governo della città migliori, sia più attento, giusto, costruttivo. Esco dalla Giunta più convinta di quanto sia decisivo l'impegno civile che ciascuno dovrebbe offrire alla propria comunità e non per rinunciare ai propri interessi privati, ma nella convinzione che per difenderli sia decisiva la cura di quelli pubblici».