Scena rap biscegliese: Bruno Bug e il progetto Micons

Il freestyler biscegliese Bruno bug, tra i 10 migliori in Italia, ha raccontato ai microfoni di BisceglieViva del progetto Micons e non solo

mercoledì 24 aprile 2024 7.54
A cura di Serena De Musso
Iniziare a fare freestyle a Bisceglie per poi entrare nella top ten dei migliori dello stivale. È il percorso Bruno Bug, giovane freestyler che, dopo aver viaggiato in tutta l'Italia con la sua arte e dopo aver vissuto l'esperienza di X Factor nel 2022 con il singolo "Frash 'N Clean", inaugura con Micons una nuova fase del suo percorso artistico.

«Mi piaceva l'idea di prendere uno stimolo esterno e trasformarlo in qualcosa di artistico, mettere in rima quello che vivevo: ho sempre amato le battle di freestyle perché l'idea di confrontarmi con avversari diversi è stimolante - ha raccontato -. A Bisceglie inizialmente eravamo davvero in pochi: io, Sparketti e qualche altro ragazzo».

Dopo essere cresciuto sotto il punto di vista tecnico e stilistico, Bruno ha cominciato a viaggiare in Puglia, nel brindisino e nel leccese, partecipando a diversi contest come il "Tecniche Perfette", iniziando a farsi riconoscere per il suo talento. «Quegli anni lì per me sono stati fondamentali: proprio grazie ai miei viaggi per l'Italia ho conosciuto gente che indubbiamente ha costituito una grandissima fonte di ispirazione e che tutt'ora mi porto nel cuore» ha spiegato l'artista.

Rap e freestyle, due generi spesso sovrapposti, indubbiamente vicini ma non assimilabili. «Mi definisco principalmente un freestyler, perché nella catena alimentare mi reputo al top, come rapper non credo di esserlo, invece - ha spiegato -. Il freestyle mi fa sentire libero. Non ci sono linee guida, come nel rap. Io mi annoto nella giornata varie cose a cui penso e le trasformo in rime: ogni mio testo è un collage di cose a cui ho pensato, elaborate e inserite in uno schema tecnico».

Dopo l'esperienza nelle grandi città come Roma e Bologna, Bruno entra in contatto con nuove scene underground, fino a creare una vero e proprio team con gli esponenti delle varie regioni. «Ho fatto amicizia con ragazzi e ragazze che ne sapevano più di me e da cui ho appreso molto. Si trattava di gente che lavorava nel mio stesso settore e con cui mi piaceva lavorare. Col tempo abbiamo raggiunto una sintonia stabile e siamo arrivati all'audace progetto del Freestyle Elité Agency (FEA), un collettivo di freestyler nato nel 2019» ha raccontato.

Proprio in quel periodo sono state avviate le varie collaborazioni divenute poi fondamentali nella carriera del freestyler con Esse Megazine, la rivista di musica Urban Italiana ed Estera e One take e Real talk, piattaforme che si occupano di rap e freestyle.

Una cultura, quella del rap e del freestyle, che nei primi anni era difficile promuovere a Bisceglie: «Sinceramente non ho percepito grande supporto dalla mia città, credo di poter dire di essermi fatto da solo girando con le mie forze e le mie finanze. Più che la città, sono stati alcuni ragazzi a sostenermi - ha spiegato -. Alcuni di loro mi hanno dato delle dritte altri mi hanno aiutato con le prime produzioni, come ad esempio Andrea Introna che mi ha introdotto alle prime esperienze in studio, e i producer pugliesi, Loyoshi e Demone, e altri due con cui sto collaborando per un nuovo disco, in particolare il rapper Rimshot e il producer Smooveflex».

Negli ultimi anni, come ci già ha raccontato Sparketti, il settore urban è stato indubbiamente valorizzato: «Non si può parlare di una vera e propria epifania: di base, da un anno a questa parte, l'evento chiave underground di Bisceglie, il "tecniche pezzente" che inizialmente era clandestino, è stato promosso maggiormente diventando un punto di riferimento per la cultura urban della città» ha commentato l'artista.

Tuttavia è crescente l'interesse dei giovani - e non solo - per la scena rap e freestyle nazionale, dunque la creazione di contesti locali dove sperimentare nuovi generi musicali potrebbe arricchire di molto il contesto artistico biscegliese. «Si potrebbero creare indubbiamente più spazi per educare all'ascolto e stimolare anche nelle persone più giovani la scrittura di testi rap. Si potrebbero realizzare workshop di freestyle pubblicizzandoli nelle scuole. Ciò non toglie che per dare modo agli emergenti di avviare la ricerca del loro stile, serve una città aperta al dialogo e che conceda più spazi per dare sfogo alla creatività» ha poi concluso Bruno.

Tra i prossimi progetti del freestyler una collaborazione con SRA team e la Serie A per il progetto "All bars game" che mette in contatto due mondi apparentemente lontani come quello del freestyle e quello del calcio.

Il progetto Micons

Il progetto Micons nasce dalla voglia di creare un prodotto originale ed irripetibile nel suo genere che potesse mettere insieme i migliori freestyler a livello nazionale. Micons nasce come primo prodotto discografico della FEA in collaborazione con One take Tv, una piattaforma che crea contenuti sul panorama nazionale. L'unione di queste due entità ha dato vita a "Micons", primo disco creato totalmente in freestyle con varie modalità e diverse tipologie di tecnica. Un'ora di musica, un unico palco, 6 stili diversi (trap, autotune, boom bap, kickback, tre quarti e pose) e i 10 migliori freestyler a livello nazionale.

Perché dovremmo ascoltarlo?


«È il primo disco totalmente in freestyle, perciò interamente improvvisato sul momento, durante l'ora in cui lo abbiamo registrato. L'obiettivo che ci siamo posti è stato portare questo tipo di show live in tutta Italia. Riproponendo un progetto simile in diverse città e date è come se ogni live di fatto andasse a costituire un disco unico improvvisato sul momento di volta in volta. La cosa che colpisce - e che credo sia la più bella del freestyle - è la possibilità di improvvisare su tutto quello che si ha attorno. Ogni freestyle è istantaneo, irripetibile ed originale» ha spiegato Bruno.