Scena rap biscegliese: Higher e il progetto di RapApulia

Il rapper Mauro Pedone in arte Higher ha parlato ai microfoni di Viva del contesto freestyle biscegliese e del progetto RapApulia

giovedì 13 giugno 2024 13.05
A cura di Serena De Musso
Higher, all'anagrafe Mauro pedone è un rapper di 19 anni nato e cresciuto a Bisceglie, già premiato dallo stesso sindaco Angelantonio Angarano nel dicembre 2023 per aver trionfato nel contest "Tecniche Perfette" a Torino (link all'articolo).

«Solitamente mi presento come uno che rappa, non faccio freestyle: faccio rap in freestyle. Ho iniziato a 13 anni, al "Pezzo", in via villa Frisari, un luogo chiave per la cultura freestyle biscegliese – ha raccontato -. Ricordo che già alle elementari mi riusciva molto facile fare rime e mi divertiva. Con i miei compagni era tutto un "Mauro mi fai una rima con questo o con quello?» ha raccontato l'artista.

A 12-13 anni il giovane rapper ha scoperto la realtà underground a Bisceglie. Partono così le prime serate, si allargano le conoscenze e Higher inizia a partecipare alle prime battle al Pezzo.

«Il Pezzo si trova in zona Sant'Andrea e si può facilmente raggiungere tramite il sottopassaggio della stazione: abitando nella parte storica della città, per il Mauro di 13 anni andarci da solo voleva dire sbloccare un livello successivo di autonomia, crescere, iniziare a dare una possibilità a quel talento che sentivo dentro di me».

La prima battle fu contro Bruno Bug: «Quella battle durò tantissimo, ma andò bene, molto bene. Sfidare Bruno al primo turno fu assurdo. Ricordo che ad ogni slot la gente partecipava incitandoci fino a che non arrivammo allo spareggio – ha ricordato -. Da quel momento in poi ho continuato a fare freestyle con Bruno e Sparketti, fondamentali per forgiare lo stile che ho: io assimilavo come una spugna ogni volta in cui li sentivo rappare».

Dopo l'esordio biscegliese, il rapper ha iniziato a partecipare nei primi contest in Puglia per poi, a 16 anni, fare le prime trasferte a Milano.

«Il contesto milanese mi permise di portare a casa un enorme traguardo: vinsi una battle in Barrio's (luogo culto per la cultura hip-hop milanese, citata anche in alcuni test del rapper Marracash) contro i più forti della zona. Ho avuto la fortuna che il mio talento arrivasse sempre prima di me: alle critiche scaturite dal fatto che fossi il più piccolo rispondevo con le barre».

Il traguardo che il rapper porta nel cuore come quello più caro è la vittoria a 14 anni del "Tecniche Pezzente", il contest biscegliese che si ispirava al nazionale "Tecniche Perfette".

«Vincere quel contest per me ha significato tanto – ha raccontato -. Quella vittoria mi ha fatto capire quanto ero fortunato ad avere nella mia città un movimento del genere: penso che Bisceglie debba valorizzare quanto più possibile il Pezzo poiché è letteralmente un museo del freestyle a cielo aperto. Dimostra che non è vero, come spesso si sente dire in giro, che qui a Sud non c'è cultura hip-hop. Si tratta di un luogo culto per l'intera scena rap. Bisceglie è uno dei primi comuni in Puglia e in Italia con una cultura freestyle così tanto forte e prevalente. Tutti i più forti della Puglia son passati dal Pezzo».

Il rapper si è anche soffermato sul fastidio con cui spesso in passato la città ha risposto all'entusiasmo delle iniziative che si svolgevano sul territorio: non è mai stato semplice raggiungere tutte le persone e far capire loro che si trattasse di arte vera e propria.

«Quando sono stato ricevuto negli uffici del Sindaco per aver portato a casa la vittoria del Tecniche Perfette Nazionale per me è cambiata proprio la prospettiva, come se al mio freestyle nato e cresciuto in strada fossero state messe la giacca e la cravatta. All'inizio la cosa mi è sembrata parecchio forzata, tuttavia poco a poco ho realizzato la bellezza di sentire la mia città vicina. Sentivo l'interesse dell'Amministrazione comunale per quello che ho fatto ed è stato bello. L'ho visto come un riconoscimento, come il varcare quella barriera: mi è servito a capire come lavorare sul territorio per portare avanti quest'arte».

In arrivo per il rapper una nuova stagione di musica ma soprattutto tante altre nuove battle: «Ho nuovi progetti nel cassetto: come è possibile notare non ho ancora pezzi fuori. Ho scelto di intraprendere un percorso graduale che possa portarmi ad acquisire pian piano tutte le competenze che mi servono per essere un punto di riferimento per la scena, come Bruno e Spark lo sono stati per me. A breve, non nego, potrebbero esserci delle novità comunque».

Il progetto Rap Apulia

Il RapApulia è un progetto portato avanti da quattro ragazzi, giovani amanti del freestyle che si pone la finalità di portare il freestyle dove non è mai arrivato e di far conoscere la scena freestyle locale, affinché quante più persone possibili possano approcciarsi ad essa con interesse, curiosità e passione smantellando man mano tutti i luoghi comuni che gravano sulle spalle di chi intraprende questo percorso artistico.

«Lo facciamo il giovedì una volta al mese. Il prossimo appuntamento è il 25 giugno, giorno del mio 20esimo compleanno: ci tengo troppo a festeggiarlo lì, dove tutto è nato. Per ora l'iniziativa sta andando molto bene: il Pezzo si riempie di 100-150 persone ogni volta e vedere sempre gente nuova che finalmente si affaccia mi emoziona: quando ho iniziato c'era lo stigma che ci portavamo dietro di essere gente poco affidabile perché ci riunivamo in periferia - ha aggiunto Mauro Pedone. – Essere entrati in contatto con i miei coetanei, anche andando nelle scuole a parlare di freestyle, ci ha aiutato molto a sdoganare il genere sul territorio: se una cosa la fa un giovane, se arriva ai giovani, quella cosa si può normalizzare, se ne parla. E sento che finalmente questo sta accadendo».

Rilevante in questo contesto la mancanza di voci femminili nel mosaico che RapApulia si pone di costruire a suon di battle di freestyle. Problema culturale o semplicemente mancanza di rete di contatti?

«Purtroppo anche io ho notato l'assenza di una componente femminile e sono convinto che sia inverosimile pensare che non ci siano donne che fanno freestyle (vedi Fleima). Tuttavia, c'è davvero tanta gente che vorrebbe farlo, vorrebbe partecipare alle battle e sperimentare, che però si trattiene o non riesce a lasciarsi andare. Ecco, è proprio questo che vorremmo fare con RapApulia: dare a tutte le persone la stessa possibilità di mettersi in gioco, significherebbe avere una palestra di freestyle per crescere insieme e dare modo a tutti di coltivare quest'arte» ha commentato.

Appuntamento, dunque, con RapApulia il 25 giugno a partire dalle 18.30, ovviamente, al Pezzo (-e dove altrimenti?-).