Sconfitta Pd, dopo la debacle del 4 marzo Renzi (non) si dimette

Emiliano: "Finge di farlo, sta pensando a come rientrare in partita"

martedì 6 marzo 2018 12.36
Bocche cucite fino a che ieri non è arrivata l'ora della diretta tv con le dichiarazioni di Matteo Renzi a commento del voto del 4 marzo in cui il partito democratico ha inesorabilmente perso.

Renzi ammette la sconfitta e annuncia le dimissioni da segretario del Pd ed il congresso ma al tempo stesso fa sapere che sarà lui a gestire la prossima fase politica fino a dopo le consultazioni chiudendo la porta ad eventuali 'reggenti' per questa fase. E chiude anche subito a eventuali "inciuci". "Siamo all'opposizione, non faremo la stampella agli estremisti", puntualizza.
Parole che destano, però, polemiche all'interno del partito nazionale ed in Puglia il primo ad intervenire è il governatore Michele Emiliano da sempre critico verso il leader del suo partito.

"Dalle sconfitte, anche quando sono annunciate e pesanti, bisogna sempre trarre insegnamento per rilanciare la propria battaglia per il bene comune. La comunità del centro sinistra esiste, è smarrita e ha bisogno di ritrovarsi e rifondarsi. Renzi punta alla sua autoconservazione, sta pensando a come rientrare in partita, non a come far rientrare il Paese in partita. Per questo finge di dimettersi. La nostra prospettiva - prosegue Emiliano - è sempre stata opposta, facciamo politica per governare, sulla base di programmi condivisi dal basso, coerenti con i valori del centrosinistra, per cambiare in meglio le città, le regioni, il Paese. La nostra storia parla per noi. La storia di Renzi - evidenzia il governatore - è diversa, perché in pochi anni ha portato il centrosinistra al peggior risultato di sempre e il partito a una scissione interna insanabile, devastando il sogno dell'Ulivo".