Scuola, gli psicologi: «Bisogna ripensare al sistema»
L'ordine pugliese: «I ragazzi siano protagonisti del percorso evolutivo»
giovedì 16 settembre 2021
«La scuola riparte tra nuove regole e obblighi per contenere il contagio da Covid-19. La discussione degli ultimi due anni si è concentrata sulla sicurezza sanitaria e poco sull'organizzazione strutturale degli istituti stessi» hanno affermato gli psicologi pugliesi, puntando i riflettori sulla necessità di ripensare la formazione dei ragazzi e delle ragazze.
Il percorso scolastico se viene legato solo ai numeri non rispetta, secondo gli psicologi, le esigenze degli studenti, anzi potrebbe essere causa di malessere: «Il valore del voto è un dato da considerare in un insieme articolato di aspetti di valore qualitativo multidimensionale personale di uno studente. La valutazione numerica può generare, eventualmente, ansia nei ragazzi e negli insegnanti stessi. In qualche modo è come se definissimo con dei numeri gli studenti sia in senso positivo che negativo. La persona così non è più tale, nella sua interezza e identità, bensì rischia di essere ridotta solo a un concetto numerico. Quindi, è bene tener presente che tutta la complessità umana del bambino, delle sue potenzialità, delle sue capacità e abilità è molto più ampia e profonda» ha rimarcato.
«Modelli adottati nel nord Europa offrono spunti interessanti per ristrutturare il sistema scuola: in alcuni contesti si lavora sui dipartimenti, non per assi verticali (classi per età), ma per aree di interesse, composizione interclassi e di gruppo, per cui, per esempio, per ambiti specifici trasversali di una o più materie si potrebbero coinvolgere attivamente, per micro gruppi e macro gruppi, i ragazzi della quinta elementare e quelli della prima media, sviluppando una partecipazione attiva e motivata e implementando le conoscenze e la collaborazione attraverso l'esperienza diretta individuale e di gruppo, secondo modalità strategiche flessibili, tra cui quelle di "cooperative learning", "mastery learning", "peer education", "focus group"...».
Per gli psicologi: «I docenti lavorano, spesso, in delle classi chiuse, invece di avere la possibilità di utilizzare anche il territorio come ambiente di apprendimento e socializzazione; ciò è importante, per esempio, ai fini della storia e della geografia, per riflettere sulla comunità; si potrebbero ricostruire la storia, la geografia, gli spazi e i tempi, a partire dall'ambiente di provenienza, dal clima del contesto e dell'organizzazione comunitaria, familiare, scolastica. Si potrebbe, in questo modo, ripensare ai contesti di apprendimento e socializzazione, comprendere consapevolmente, condividere, promuovere e sviluppare il benessere del sistema, dell'organizzazione e dell'ambiente comunitario, grazie al contributo della scuola» ha concluso.
Le parole di Massimo Frateschi
«Gli psicologi possono dare un contributo di innovazione nella società e nella scuola alla concezione di educazione e di sensibilizzazione del cittadino. Abbiamo dimostrato l'efficacia di uno sviluppo collaborativo a tutto campo coi dirigenti scolastici, il personale scolastico e gli alunni; potremmo finalmente riuscire a raggiungere un livello scolastico, educativo e formativo, che li conduca alla consapevolezza, all'acquisizione di competenze sociali, affettive, relazionali e comunicative» ha spiegato Massimo Frateschi, coordinatore della commissione psicologia scolastica dell'ordine.Il percorso scolastico se viene legato solo ai numeri non rispetta, secondo gli psicologi, le esigenze degli studenti, anzi potrebbe essere causa di malessere: «Il valore del voto è un dato da considerare in un insieme articolato di aspetti di valore qualitativo multidimensionale personale di uno studente. La valutazione numerica può generare, eventualmente, ansia nei ragazzi e negli insegnanti stessi. In qualche modo è come se definissimo con dei numeri gli studenti sia in senso positivo che negativo. La persona così non è più tale, nella sua interezza e identità, bensì rischia di essere ridotta solo a un concetto numerico. Quindi, è bene tener presente che tutta la complessità umana del bambino, delle sue potenzialità, delle sue capacità e abilità è molto più ampia e profonda» ha rimarcato.
«Modelli adottati nel nord Europa offrono spunti interessanti per ristrutturare il sistema scuola: in alcuni contesti si lavora sui dipartimenti, non per assi verticali (classi per età), ma per aree di interesse, composizione interclassi e di gruppo, per cui, per esempio, per ambiti specifici trasversali di una o più materie si potrebbero coinvolgere attivamente, per micro gruppi e macro gruppi, i ragazzi della quinta elementare e quelli della prima media, sviluppando una partecipazione attiva e motivata e implementando le conoscenze e la collaborazione attraverso l'esperienza diretta individuale e di gruppo, secondo modalità strategiche flessibili, tra cui quelle di "cooperative learning", "mastery learning", "peer education", "focus group"...».
Per gli psicologi: «I docenti lavorano, spesso, in delle classi chiuse, invece di avere la possibilità di utilizzare anche il territorio come ambiente di apprendimento e socializzazione; ciò è importante, per esempio, ai fini della storia e della geografia, per riflettere sulla comunità; si potrebbero ricostruire la storia, la geografia, gli spazi e i tempi, a partire dall'ambiente di provenienza, dal clima del contesto e dell'organizzazione comunitaria, familiare, scolastica. Si potrebbe, in questo modo, ripensare ai contesti di apprendimento e socializzazione, comprendere consapevolmente, condividere, promuovere e sviluppare il benessere del sistema, dell'organizzazione e dell'ambiente comunitario, grazie al contributo della scuola» ha concluso.