Sequestrati a Bisceglie 8mila ricci di mare, forse pescati nelle acque laziali
Operazione della Guardia Costiera di Bari
martedì 2 marzo 2021
19.30
Erano contenuti in diversi vasconi all'interno di un furgone, apparentemente utilizzato da un'attività commerciale del tutto estranea alla pesca e destinato talvolta a noleggio senza conducente. Sono circa 8000 gli esemplari di riccio di mare ritrovati e posti sotto sequestro dai militari della Guardia Costiera di Bari in territorio biscegliese. Il mezzo è stato fermato nel tratto di strada tra Bisceglie e Trani: secondo quanto ricostruito il quantitativo piuttosto cospicuo rinvenuto sarebbe frutto di una battuta illegale in acque laziali.
Le attività del 6° Centro controllo area pesca della Direzione marittima del capoluogo pugliese sono incentrate sulla verifica delle dinamiche inerenti la filiera della pesca, con l'obiettivo di garantire la piena tracciabilità dei prodotti all'ingrosso e al dettaglio o destinati al comparto della ristorazione.
Sia il conducente che il proprietario del veicolo sono stati sanzionati per 1500 euro ciascuno in quanto sprovvisti di qualsiasi tipo di documento utile ai fini dell'obbligatoria tracciabilità del prodotto e della prescritta autorizzazione sanitaria, con conseguente sequestro del pescato, che ancora "vivo" è stato rigettato in mare da una motovedetta della Guardia Costiera.
La Guardia Costiera è impegnata su tutto il litorale al fine di preservare la specie dei ricci di mare e tutelare, al contempo, il consumatore, che spesso acquista prodotti ittici privi della prescritta certificazione sanitaria e dell'obbligatoria etichettatura comprovante l'origine e la provenienza. L'eccessivo sforzo di pesca, oltre a compromettere la riproduzione futura della specie, danneggia irrimediabilmente gli ecosistemi marini locali, e per tale ragione i trasgressori sono severamente sanzionati fino a 1000 euro nel caso dei pescatori sportivi e fino a 4mila euro per quelli professionali, con relativa confisca delle attrezzature e del pescato.
Le attività del 6° Centro controllo area pesca della Direzione marittima del capoluogo pugliese sono incentrate sulla verifica delle dinamiche inerenti la filiera della pesca, con l'obiettivo di garantire la piena tracciabilità dei prodotti all'ingrosso e al dettaglio o destinati al comparto della ristorazione.
Sia il conducente che il proprietario del veicolo sono stati sanzionati per 1500 euro ciascuno in quanto sprovvisti di qualsiasi tipo di documento utile ai fini dell'obbligatoria tracciabilità del prodotto e della prescritta autorizzazione sanitaria, con conseguente sequestro del pescato, che ancora "vivo" è stato rigettato in mare da una motovedetta della Guardia Costiera.
La Guardia Costiera è impegnata su tutto il litorale al fine di preservare la specie dei ricci di mare e tutelare, al contempo, il consumatore, che spesso acquista prodotti ittici privi della prescritta certificazione sanitaria e dell'obbligatoria etichettatura comprovante l'origine e la provenienza. L'eccessivo sforzo di pesca, oltre a compromettere la riproduzione futura della specie, danneggia irrimediabilmente gli ecosistemi marini locali, e per tale ragione i trasgressori sono severamente sanzionati fino a 1000 euro nel caso dei pescatori sportivi e fino a 4mila euro per quelli professionali, con relativa confisca delle attrezzature e del pescato.