Servizio igiene urbana: cancellata l'interdittiva antimafia a Camassambiente
Situazione sempre più complicata: tre società per un appalto
venerdì 25 maggio 2018
16.49
Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta, presentata nei mesi scorsi da Camassambiente, di riformare l'interdittiva antimafia emessa in precedenza dalla Prefettura di Bari, a seguito della quale l'azienda ha dovuto lasciare l'appalto di gestione del servizio di igiene urbana sul territorio di Bisceglie, in ragione della risoluzione del contratto effettuata, nel 2017, dal comune.
16 lunghi mesi di carte bollate e alcune udienze, l'ultima delle quali il 5 aprile davanti alla Terza sezione guidata dall'ex ministro Franco Frattini, hanno consentito all'organo di giustizia amministrativa di valutare l'istanza presentata dall'impresa barese e accoglierla.
Il pronunciamento, pubblicato nella tarda mattinata di venerdì 25 maggio, avrà senza dubbio ripercussioni sulla campagna elettorale amministrativa in corso di svolgimento e sulla complessa querelle tra il Consorzio Ambiente 2.0, l'impresa Sangalli che secondo quanto stabilito da un'altra sentenza amministrativa avrebbe dovuto assumere la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti il primo giugno o al massimo in settembre (in attesa di apposito parere dell'Autorità nazionale anti corruzione) e la stessa Camassambiente, che secondo alcuni esperti potrebbe tentare di rivalersi nei confronti dell'ente avanzando la richiesta di un risarcimento economico, pur se in queste ore, in assenza di note ufficiali da parte delle aziende coinvolte e dell'amministrazione comunale, è opportuna la cautela.
Tre società per un solo appalto: questa la sintesi della vicenda che sarà sul tavolo del prossimo primo cittadino e sicuramente entrerà in agenda nel rush finale della corsa a Palazzo San Domenico.
16 lunghi mesi di carte bollate e alcune udienze, l'ultima delle quali il 5 aprile davanti alla Terza sezione guidata dall'ex ministro Franco Frattini, hanno consentito all'organo di giustizia amministrativa di valutare l'istanza presentata dall'impresa barese e accoglierla.
Il pronunciamento, pubblicato nella tarda mattinata di venerdì 25 maggio, avrà senza dubbio ripercussioni sulla campagna elettorale amministrativa in corso di svolgimento e sulla complessa querelle tra il Consorzio Ambiente 2.0, l'impresa Sangalli che secondo quanto stabilito da un'altra sentenza amministrativa avrebbe dovuto assumere la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti il primo giugno o al massimo in settembre (in attesa di apposito parere dell'Autorità nazionale anti corruzione) e la stessa Camassambiente, che secondo alcuni esperti potrebbe tentare di rivalersi nei confronti dell'ente avanzando la richiesta di un risarcimento economico, pur se in queste ore, in assenza di note ufficiali da parte delle aziende coinvolte e dell'amministrazione comunale, è opportuna la cautela.
Tre società per un solo appalto: questa la sintesi della vicenda che sarà sul tavolo del prossimo primo cittadino e sicuramente entrerà in agenda nel rush finale della corsa a Palazzo San Domenico.