Siamo tutti stupidi, parole di Piergiorgio Odifreddi. E già tutti ad applaudire
Ospite della prima giornata di Libri nel Borgo Antico, il brillante matematico e scrittore miete migliaia di consensi tra il pubblico di piazza Castello
sabato 26 agosto 2017
11.14
Alla presentazione dello scrittore Piergiorgio Odifreddi il pubblico era numerosissimo. Forse però dal punto di vista dell'esimio professore c'erano poche decine di menti, visto che, come affermato nel breve e scioccante video che ha preceduto il suo ingresso, il 90% degli italiani è stupido.
È stata questa profonda convinzione a fargli balenare l'idea del "Dizionario della stupidità".
Le pagine di questo libro, seppur numerose, si fanno divorare quasi fossero un tiramisù… Anzi forse sono un tiramisù per la mente.
Su invito del moderatore Roberto Straniero, noto giornalista di Telesveva, Odifreddi ha spiegato che la stupidità è caratteristica di tutti, a qualsiasi livello culturale e riguarda anche chi è stato insignito da un Nobel. Si può eccellere in certi ambiti e poi compiere azioni stupide in altri.
Tutti prima o poi compiamo azioni stupide anche se in assoluta buonafede. Il problema è che seppure inconsapevolmente le azioni degli stupidi sono dannose per chi le compie e per gli altri.
Imbeccato dal moderatore sul tema della religione, il professore, convintamente ateo e anticlericale (forse a causa degli anni di scuola elementare frequentati dalle suore giuseppine e poi delle medie presso il Seminario vescovile di Cuneo), definisce, alla voce A del suo dizionario, stupido continuare a credere che Adamo ed Eva siano realmente esistiti. E non ha alcun timore reverenziale nel definire la religione cattolica una grande truffa.
Circa l'adulterio, lo scrittore ha citato Alexandre Dumas, figlio che diceva "Le catene del matrimonio sono così pesanti che a volte bisogna essere in tre per portarle".
Nel libro, poi, il matematico Odifreddi dice che il risultato di questa promiscuità nel matrimonio è che il 10% dei figli partoriti in Italia da donne regolarmente sposate non sono stati concepiti dai mariti.
Il moderatore, dilungandosi sul tema della religione, ha invitato l'illustre ospite a dare una sua opinione sul Papa. Odifreddi non ha esitato a fare un raffronto tra Papa Francesco e Papa Benedetto XVI. A quest'ultimo attribuisce una cultura più elitaria mentre ritiene Papa Francesco più popolano, qualità che gli ha comunque permesso di essere amato dalle masse a differenza del suo predecessore.
Il conduttore non poteva evitare riferimenti alla politica (frequentata da Odifreddi ai tempi di Veltroni che nel 2007 lo invitò a candidarsi alle primarie del PD), e ha chiesto all'irriverente scrittore cosa ne pensasse dei politici di oggi.
Citando Napoleone il professore ha affermato che in politica la stupidità non è un handicap. Immancabili gli applausi del folto pubblico.
Lo scrittore ha proseguito dicendo che dovendo piacere alla gente, che per la maggior parte è stupida, i politici, anche non stupidi, sono costretti a fingere di esserlo per ottenere un gran numero di voti.
Il problema è che poi con la stupidità non si può governare.
Sarebbe occorsa tutta la notte ma non ci saremmo annoiati ad ascoltare le disquisizioni sui tanti altri argomenti toccati in "Dizionario della stupidità", che spazia in tutti i campi, dal ruolo dei social ritenuti dal professore il regno della stupidità (qualcuno si sente di dargli torto?), passando alla burocrazia, dalle banche ai nuovi controlli di sicurezza, per finire con Dante (che scriveva le sue terzine con meno caratteri di un tweet), con la differenza che i tweets dopo un giorno non li ricorda più nessuno.
Ascoltando questo genio della matematica dal carattere ironico ed impertinente mi è sorta spontanea una riflessione: se la sua teoria sul 90% degli italiani fosse vera, e il restante 10% di cervelli scappa all'estero ….Io perché sono ancora qui?
È stata questa profonda convinzione a fargli balenare l'idea del "Dizionario della stupidità".
Le pagine di questo libro, seppur numerose, si fanno divorare quasi fossero un tiramisù… Anzi forse sono un tiramisù per la mente.
Su invito del moderatore Roberto Straniero, noto giornalista di Telesveva, Odifreddi ha spiegato che la stupidità è caratteristica di tutti, a qualsiasi livello culturale e riguarda anche chi è stato insignito da un Nobel. Si può eccellere in certi ambiti e poi compiere azioni stupide in altri.
Tutti prima o poi compiamo azioni stupide anche se in assoluta buonafede. Il problema è che seppure inconsapevolmente le azioni degli stupidi sono dannose per chi le compie e per gli altri.
Imbeccato dal moderatore sul tema della religione, il professore, convintamente ateo e anticlericale (forse a causa degli anni di scuola elementare frequentati dalle suore giuseppine e poi delle medie presso il Seminario vescovile di Cuneo), definisce, alla voce A del suo dizionario, stupido continuare a credere che Adamo ed Eva siano realmente esistiti. E non ha alcun timore reverenziale nel definire la religione cattolica una grande truffa.
Circa l'adulterio, lo scrittore ha citato Alexandre Dumas, figlio che diceva "Le catene del matrimonio sono così pesanti che a volte bisogna essere in tre per portarle".
Nel libro, poi, il matematico Odifreddi dice che il risultato di questa promiscuità nel matrimonio è che il 10% dei figli partoriti in Italia da donne regolarmente sposate non sono stati concepiti dai mariti.
Il moderatore, dilungandosi sul tema della religione, ha invitato l'illustre ospite a dare una sua opinione sul Papa. Odifreddi non ha esitato a fare un raffronto tra Papa Francesco e Papa Benedetto XVI. A quest'ultimo attribuisce una cultura più elitaria mentre ritiene Papa Francesco più popolano, qualità che gli ha comunque permesso di essere amato dalle masse a differenza del suo predecessore.
Il conduttore non poteva evitare riferimenti alla politica (frequentata da Odifreddi ai tempi di Veltroni che nel 2007 lo invitò a candidarsi alle primarie del PD), e ha chiesto all'irriverente scrittore cosa ne pensasse dei politici di oggi.
Citando Napoleone il professore ha affermato che in politica la stupidità non è un handicap. Immancabili gli applausi del folto pubblico.
Lo scrittore ha proseguito dicendo che dovendo piacere alla gente, che per la maggior parte è stupida, i politici, anche non stupidi, sono costretti a fingere di esserlo per ottenere un gran numero di voti.
Il problema è che poi con la stupidità non si può governare.
Sarebbe occorsa tutta la notte ma non ci saremmo annoiati ad ascoltare le disquisizioni sui tanti altri argomenti toccati in "Dizionario della stupidità", che spazia in tutti i campi, dal ruolo dei social ritenuti dal professore il regno della stupidità (qualcuno si sente di dargli torto?), passando alla burocrazia, dalle banche ai nuovi controlli di sicurezza, per finire con Dante (che scriveva le sue terzine con meno caratteri di un tweet), con la differenza che i tweets dopo un giorno non li ricorda più nessuno.
Ascoltando questo genio della matematica dal carattere ironico ed impertinente mi è sorta spontanea una riflessione: se la sua teoria sul 90% degli italiani fosse vera, e il restante 10% di cervelli scappa all'estero ….Io perché sono ancora qui?