Sinistra Italiana Bisceglie sostiene i lavoratori della Network Contact

«Puntano a risparmiare sul costo del lavoro, riducendo salari e diritti acquisiti dei lavoratori, con l'unico intento di aumentare i profitti»

lunedì 10 marzo 2025 11.58
«Il tema del lavoro fragile è una questione sociale a cui le comunità più sensibili e le istituzioni che le rappresentano hanno il dovere morale di intervenire, perché ad esso si associa in parallelo il tema del lavoro precario, che sviluppa nuove forme di povertà, la questione salariale, il problema degli incidenti mortali sul lavoro e quello del caporalato. Di fronte alla retorica della destra populista che, nel passato come oggi, non agisce nell'interesse dei lavoratori, si assiste increduli a veri assalti ai diritti sindacali acquisiti, e ciò avviene in particolare proprio in quegli ambiti lavorativi più vulnerabili, come quello dei call center» si afferma in una nota di Sinistra Italiana a firma del consigliere biscegliese Gianni Naglieri e del segretario provinciale Michele Rizzi.

«Il settore, che vede coinvolta una platea di oltre 200 mila operatori di call center in Italia, in buona parte donne, è stato oggetto di un golpe sindacale, voluto dall'associazione datoriale Assocontact e dalla Cisal, iniziato circa un anno fa con l'uscita dal contratto delle telecomunicazioni, proseguito con la sottoscrizione del contratto truffa il 4 dicembre 2024, divenuto effettivo il 1° febbraio, nonostante la forte opposizione dei sindacati maggiormente rappresentativi. L'accordo bipartisan è stato fortemente voluto dalla Network Contact di Molfetta e da altre aziende minori e vede coinvolti oltre 5 mila lavoratori. In buona sostanza, ogni categoria di lavoratori ha un proprio contratto nazionale collettivo di appartenenza. Per il settore dei call center c'è quello delle telecomunicazioni. Assocontact, Cisal e aziende come Network Contact, con l'imposizione di un nuovo contratto in sostituzione di quello delle telecomunicazioni, puntano a risparmiare sul costo del lavoro, riducendo salari e diritti acquisiti dei lavoratori, con l'unico intento di aumentare i profitti delle stesse» proseguono.

«In particolare, l'accordo prevede quella che può essere definita una mancia, un "aumento salariale" triennale di soli 7,74 euro, rispetto alle centinaia di euro richieste nel rinnovo del contratto delle telecomunicazioni, ormai scaduto da circa due anni; la riduzione delle giornate di malattia; la riduzione a quasi un terzo delle ore di permesso; lo sdoganamento dei controlli individuali e della misurazione della prestazione; l'istituzionalizzazione della presenza del datore di lavoro nelle assemblee sindacali; minori tutele per la maternità e la paternità; il ridimensionamento delle tutele della clausola sociale per la salvaguardia dell'occupazione nei cambi d'appalto. Queste sono le ragioni per le quali Sinistra Italiana, nell'opporsi, ha promosso la presentazione di apposite mozioni agli enti locali, fino ad impegnare i propri rappresentanti in Parlamento per sostenere la tutela dei diritti acquisiti, la dignità, il benessere dei lavoratori e del territorio, fondamentali per le intere comunità locali» affermano da Sinistra Italiana.

«Certi del fatto che le politiche del lavoro debbano essere sempre in linea e non contraddittorie, oltre che ai diritti acquisiti al CCNL delle telecomunicazioni, anche all'attuazione delle misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti dalle imprese del settore call center, di cui al recente decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze n. 45 del 16 gennaio 2025, si sensibilizzerà l'intera platea di enti pubblici e privati a stigmatizzare nei fatti l'accordo contrattuale in dumping, stimolando in alternativa l'introduzione di un modello di certificazione etica che guardi tanto al benessere dei lavoratori, con il sostegno a elementi di welfare aziendale, quanto al migliore servizio a vantaggio della clientela finale» dichiarano.

«Così come fatto in varie amministrazioni comunali, anche a Bisceglie siamo impegnati, con apposita mozione che presenteremo al voto, a fare in modo che il consiglio comunale esprima sostegno ai lavoratori della Network Contact (molti sono biscegliesi), perché i diritti siano salvaguardati e che non si accetti alcun ricatto occupazionale di sorta» concludono Rizzi e Naglieri.