Sistema Garibaldi lascia il teatro comunale con un messaggio di pace ma qualcuno rimuove gli striscioni
«È comune nella nostra storia essere allontanati perché considerati scomodi»
mercoledì 16 febbraio 2022
8.56
I componenti dello staff di Sistema Garibaldi hanno lasciato, anche fisicamente, gli uffici del teatro comunale di Bisceglie nella giornata di martedì 15 febbraio. Sui balconi della struttura, lungo la facciata di piazza Regina Margherita, sono comparsi due striscioni di contrarietà alla guerra, accompagnati da una bandiera della pace. Poco dopo, secondo quanto sostenuto da Sistema Garibaldi, gli striscioni sarebbero spariti: «Evidentemente non letti o cosa assai più grave non condivisi, sono stati immediatamente rimossi dall'amministrazione comunale di Bisceglie. Evidentemente la pace spaventa!» hanno denunciato.
«Lasciamo il Garibaldi con un piccolo messaggio di pace perché non si può restare indifferenti anche solo all'ipotesi che scoppi una guerra in Europa e perché soprattutto un teatro non può restare mai indifferente. «Educare viene dal latino ex ducere e differisce dall'istruire perché non ambisce ad impartire ordini, né inculcare idee preconfezionate, ma significa tirar fuori il meglio che abita in noi e questo, dalla sua nascita, fa e deve fare il Teatro. In relazione ai singoli e soprattutto alla comunità che rappresenta. Dunque, manifestare per la pace, come faceva Aristofane, è compito del Teatro; come compito del Teatro è lavorare a stretto contatto con la scuola e farsi scuola (anzi, sempre per i Greci, il Teatro è la scuola degli adulti). Non uno spazio d'intrattenimento, non la realizzazione del panem et circenses per farci digerire tutto indifferentemente, non uno strumento al servizio di chi governa, ma uno spazio critico, un'occasione di confronto, scambio, conoscenza.
E anche naturalmente di festa» hanno specificato, riferendosi senza mezzi termini a quella parte dell'amministrazione in carica che più ha spinto per il "divorzio".
«Noi ci abbiamo provato in questi anni, senza la presunzione di sapere e dunque insegnare, ma com'è proprio della nostra tradizione orale, lo abbiamo fatto per imparare. In biscegliese non c'è differenza: "T'agghia 'mbarò e tagghia pèrde", dice il proverbio. S'impara sempre e per noi è stata preziosa questa scuola. Ci spiace lasciare il Garibaldi, per giunta in queste condizioni ma, per quanto sgarbato nel modo, è comune nella nostra storia essere allontanati perché considerati scomodi, inadeguati alle esigenze del consenso. No, non è un addio, anche in questo il Teatro ha una regola: conosce solo l'arrivederci» hanno concluso. Rimane un interrogativo: su ordine di chi, e per quale assurdo motivo, quegli striscioni sono stati rimossi?
«Lasciamo il Garibaldi con un piccolo messaggio di pace perché non si può restare indifferenti anche solo all'ipotesi che scoppi una guerra in Europa e perché soprattutto un teatro non può restare mai indifferente. «Educare viene dal latino ex ducere e differisce dall'istruire perché non ambisce ad impartire ordini, né inculcare idee preconfezionate, ma significa tirar fuori il meglio che abita in noi e questo, dalla sua nascita, fa e deve fare il Teatro. In relazione ai singoli e soprattutto alla comunità che rappresenta. Dunque, manifestare per la pace, come faceva Aristofane, è compito del Teatro; come compito del Teatro è lavorare a stretto contatto con la scuola e farsi scuola (anzi, sempre per i Greci, il Teatro è la scuola degli adulti). Non uno spazio d'intrattenimento, non la realizzazione del panem et circenses per farci digerire tutto indifferentemente, non uno strumento al servizio di chi governa, ma uno spazio critico, un'occasione di confronto, scambio, conoscenza.
E anche naturalmente di festa» hanno specificato, riferendosi senza mezzi termini a quella parte dell'amministrazione in carica che più ha spinto per il "divorzio".
«Noi ci abbiamo provato in questi anni, senza la presunzione di sapere e dunque insegnare, ma com'è proprio della nostra tradizione orale, lo abbiamo fatto per imparare. In biscegliese non c'è differenza: "T'agghia 'mbarò e tagghia pèrde", dice il proverbio. S'impara sempre e per noi è stata preziosa questa scuola. Ci spiace lasciare il Garibaldi, per giunta in queste condizioni ma, per quanto sgarbato nel modo, è comune nella nostra storia essere allontanati perché considerati scomodi, inadeguati alle esigenze del consenso. No, non è un addio, anche in questo il Teatro ha una regola: conosce solo l'arrivederci» hanno concluso. Rimane un interrogativo: su ordine di chi, e per quale assurdo motivo, quegli striscioni sono stati rimossi?