Sociale, cooperative sul lastrico. Il Tribunale dei diritti del malato: «situazione ignobile, disumana, vergognosa»
Duecento dipendenti senza stipendio da mesi. Quasi mille persone rischiano di vedersi negata l'assistenza
domenica 16 aprile 2017
7.54
Onofrio Caputi, segretario dell'Agev "Tribunale per la tutela dei diritti del cittadino – malato" sezione di Bisceglie, interviene a sostegno della protesta delle organizzazioni del terzo settore di Bisceglie e Trani, che non ricevono più da parte dei comuni dell'Ambito sociale di Zona, Bisceglie e Trani, i fondi per pagare gli operatori.
La situazione, che si ripete periodicamente negli anni, è diventata insostenibile. I comuni dovrebbero pagare oltre un milione di euro.
«Si tratta di compensi che devono essere ancora liquidati riguardanti somme residue dell'anno 2016 nonché del primo trimestre 2017» spiega Caputi che senza mezzi termini ha definito la situazione: «Ignobile, disumana e vergognosa».
Il segretario dell'Agev ha espresso il suo «Rammarico per il totale disinteresse che le istituzioni stanno manifestando riguardo tale situazione. È vergognoso vedere enti così virtuosi capaci di erogare servizi alle persone svantaggiate e bisognose che devono "elemosinare" per vedere riconosciuti i propri diritti».
La situazione è tanto più grave quando si pensa alle conseguenze cui quello che sta accadendo potrebbe portare a breve: «circa mille persone corrono il rischio di vedere interrotti servizi basilari come asili nido, assistenza domiciliare, centri diurni e servizi residenziali con conseguenti gravissimi disagi per le loro famiglie. Duecento lavoratori da mesi non percepiscono retribuzioni pur mantenendo attivi ed efficienti servizi e attività».
Il 24 marzo le istituzioni hanno incontrato i rappresentanti delle associazioni per fare il punto della situazione sugli interventi per cui non è stato ancora erogato un compenso, strappando la promessa, da parte dei comuni, di una rapida risoluzione della situazione. «Di giorni ne sono trascorsi più di venti - ricorda Caputi - ma le organizzazioni interessate non hanno avuto alcun riscontro».
«Qualora le promesse fatte non dovessero concretizzarsi», promette Caputi, «sarà cura di questo Tribunale, che si muove nell'esclusivo interesse dei cittadini e che non mira a sollevare questioni politiche, a non sottacere a tale emergenza sociale, seguendo in prima persona lo sviluppo della questione in oggetto percorrendo non solo le vie istituzionali ma anche rivolgendosi alle autorità garanti e amministrative, per salvaguardare i diritti di quanti subiscono ingiustamente tale situazione ignobile e disumana».
La situazione, che si ripete periodicamente negli anni, è diventata insostenibile. I comuni dovrebbero pagare oltre un milione di euro.
«Si tratta di compensi che devono essere ancora liquidati riguardanti somme residue dell'anno 2016 nonché del primo trimestre 2017» spiega Caputi che senza mezzi termini ha definito la situazione: «Ignobile, disumana e vergognosa».
Il segretario dell'Agev ha espresso il suo «Rammarico per il totale disinteresse che le istituzioni stanno manifestando riguardo tale situazione. È vergognoso vedere enti così virtuosi capaci di erogare servizi alle persone svantaggiate e bisognose che devono "elemosinare" per vedere riconosciuti i propri diritti».
La situazione è tanto più grave quando si pensa alle conseguenze cui quello che sta accadendo potrebbe portare a breve: «circa mille persone corrono il rischio di vedere interrotti servizi basilari come asili nido, assistenza domiciliare, centri diurni e servizi residenziali con conseguenti gravissimi disagi per le loro famiglie. Duecento lavoratori da mesi non percepiscono retribuzioni pur mantenendo attivi ed efficienti servizi e attività».
Il 24 marzo le istituzioni hanno incontrato i rappresentanti delle associazioni per fare il punto della situazione sugli interventi per cui non è stato ancora erogato un compenso, strappando la promessa, da parte dei comuni, di una rapida risoluzione della situazione. «Di giorni ne sono trascorsi più di venti - ricorda Caputi - ma le organizzazioni interessate non hanno avuto alcun riscontro».
«Qualora le promesse fatte non dovessero concretizzarsi», promette Caputi, «sarà cura di questo Tribunale, che si muove nell'esclusivo interesse dei cittadini e che non mira a sollevare questioni politiche, a non sottacere a tale emergenza sociale, seguendo in prima persona lo sviluppo della questione in oggetto percorrendo non solo le vie istituzionali ma anche rivolgendosi alle autorità garanti e amministrative, per salvaguardare i diritti di quanti subiscono ingiustamente tale situazione ignobile e disumana».