Spina sulla vicenda rimborsi: «Angarano salvi Losapio dagli abusi delle sue funzioni»
L'ex sindaco: «L'accesso agli atti è stato affidato alla moglie di colui che ha fatto ricorso contro la mia elezione»
giovedì 20 giugno 2019
14.12
Francesco Spina torna sulla questione dei rimborsi per le spese istituzionali sostenute dalle precedenti amministrazioni, sollevata da un articolo giornalistico che l'ex sindaco ritiene in qualche modo "sollecitato" da un esponente dell'attuale maggioranza, Giuseppe Losapio.
«Dopo circa 10 giorni iniziano ad arrivare, su mia specifica richiesta, gli atti diffusi dal consigliere Giuseppe Losapio. In attesa di ricevere integralmente le copie pubblicate che sono state comunicate al giornalista di fiducia del signor Losapio, Scagliarini, per poter almeno replicare come si fa in ogni paese democratico, la richiesta di accesso depositata il 7 novembre 2018 dal consigliere conferma queste circostanze.
La data del 7 novembre corrisponde al giorno successivo di un famoso consiglio comunale (del 6 novembre) in cui il sottoscritto esibì documenti comprovanti la gestione abusiva del teatro Garibaldi (dopo quella abusiva di alcune strutture sportive).
La richiesta di Losapio riguardava migliaia di documenti ed è stata accolta in modo generalizzato senza indicazione specifica, in violazione di tutta la giurisprudenza in materia e senza porsi il problema di eventuale notifica ai controinteressati eventualmente da tutelare per la privacy imposta da rigorose norme di legge.
Il consigliere Losapio, nella sua richiesta del 7 novembre, si è impegnato a utilizzare gli atti con l'obbligo specifico di rispettare l'articolo 43 del Tuel (testo unico enti locali), che impedisce ai consiglieri di utilizzare gli atti acquisiti per fini extra-istituzionali.
L'accesso generalizzato a decina di migliaia di atti è stato affidato, per la sua esecuzione, in particolare alla signor Lopopolo Grazia (segretaria particolare del sottoscritto e poi nominata segretaria di fiducia di Angarano, in coincidenza, guarda caso, con un ricorso presentato nei miei confronti dal marito della stessa, l'ex consigliere Antonio Todisco.
Il signor Giuseppe Losapio, violando l'impegno di utilizzare per fini istituzionali gli atti acquisiti e consegnandoli alla stampa, ha eluso norme di legge molto chiare, dall'articolo 43 del Tuel allo statuto Comunale, sino alle norme sulla privacy circa i dati sensibili.
Quando avremo anche noi la disponibilità dei documenti consegnati più facilmente al signor Losapio, replicheremo anche in merito alle vergognose e calunniose notizie giornalistiche.
Nell'attesa sorgono immediatamente questi interrogativi. Perché il consigliere Losapio di sua iniziativa ha chiesto tutti gli atti degli anni precedenti in modo generalizzato, pur conoscendo la rigida opposizione e il controllo dell'opposizione guidata proprio da Angarano negli anni scorsi? Si è sostituito abusivamente ad altri organi visto che gli atti non riguardavano questo mandato e quindi potevano avere un'unica finalità di accertamento di responsabilità personali di politici e dipendenti che hanno governato negli anni precedenti?
Voleva fare personale attività di dossieraggio pensando di condizionare qualcuno? Pensava di trovare scheletri negli armadi e poi si è accorto che gli unici scheletrì erano quelli vecchi e nuovi dei suoi amici? Accortosi che tutto era regolare ha voluto sfregiare l'immagine degli avversari politici consegnando le notizie nelle mani dell'unico giornalista di fiducia che si è prestato ma che, prudentemente, e dimostrando di sapere cosa stesse facendo, ha detto che le notizie gli sono state date proprio dallo stesso Losapio?» ha concluso Spina.
«Dopo circa 10 giorni iniziano ad arrivare, su mia specifica richiesta, gli atti diffusi dal consigliere Giuseppe Losapio. In attesa di ricevere integralmente le copie pubblicate che sono state comunicate al giornalista di fiducia del signor Losapio, Scagliarini, per poter almeno replicare come si fa in ogni paese democratico, la richiesta di accesso depositata il 7 novembre 2018 dal consigliere conferma queste circostanze.
La data del 7 novembre corrisponde al giorno successivo di un famoso consiglio comunale (del 6 novembre) in cui il sottoscritto esibì documenti comprovanti la gestione abusiva del teatro Garibaldi (dopo quella abusiva di alcune strutture sportive).
La richiesta di Losapio riguardava migliaia di documenti ed è stata accolta in modo generalizzato senza indicazione specifica, in violazione di tutta la giurisprudenza in materia e senza porsi il problema di eventuale notifica ai controinteressati eventualmente da tutelare per la privacy imposta da rigorose norme di legge.
Il consigliere Losapio, nella sua richiesta del 7 novembre, si è impegnato a utilizzare gli atti con l'obbligo specifico di rispettare l'articolo 43 del Tuel (testo unico enti locali), che impedisce ai consiglieri di utilizzare gli atti acquisiti per fini extra-istituzionali.
L'accesso generalizzato a decina di migliaia di atti è stato affidato, per la sua esecuzione, in particolare alla signor Lopopolo Grazia (segretaria particolare del sottoscritto e poi nominata segretaria di fiducia di Angarano, in coincidenza, guarda caso, con un ricorso presentato nei miei confronti dal marito della stessa, l'ex consigliere Antonio Todisco.
Il signor Giuseppe Losapio, violando l'impegno di utilizzare per fini istituzionali gli atti acquisiti e consegnandoli alla stampa, ha eluso norme di legge molto chiare, dall'articolo 43 del Tuel allo statuto Comunale, sino alle norme sulla privacy circa i dati sensibili.
Quando avremo anche noi la disponibilità dei documenti consegnati più facilmente al signor Losapio, replicheremo anche in merito alle vergognose e calunniose notizie giornalistiche.
Nell'attesa sorgono immediatamente questi interrogativi. Perché il consigliere Losapio di sua iniziativa ha chiesto tutti gli atti degli anni precedenti in modo generalizzato, pur conoscendo la rigida opposizione e il controllo dell'opposizione guidata proprio da Angarano negli anni scorsi? Si è sostituito abusivamente ad altri organi visto che gli atti non riguardavano questo mandato e quindi potevano avere un'unica finalità di accertamento di responsabilità personali di politici e dipendenti che hanno governato negli anni precedenti?
Voleva fare personale attività di dossieraggio pensando di condizionare qualcuno? Pensava di trovare scheletri negli armadi e poi si è accorto che gli unici scheletrì erano quelli vecchi e nuovi dei suoi amici? Accortosi che tutto era regolare ha voluto sfregiare l'immagine degli avversari politici consegnando le notizie nelle mani dell'unico giornalista di fiducia che si è prestato ma che, prudentemente, e dimostrando di sapere cosa stesse facendo, ha detto che le notizie gli sono state date proprio dallo stesso Losapio?» ha concluso Spina.