Stangata bollo auto, Lino Ricchiuti: «Una misura vessatoria e offensiva»

In una intervista a "Il Giornale" il leader del Movimento Popolo Partite Iva

domenica 21 maggio 2017
A cura di Serena Ferrara
A partire dal 2018 chi non ha pagato il bollo auto non potrà revisionare l'auto. L'emendamento presentato dal Pd, primo firmatario Francesco Ribaudo, prevede che a partire dall'anno 2018 le officine preposte alla revisione obbligatoria dei veicoli, debbano verificare se i rispettivi proprietari sono in regola con il pagamento del bollo auto. Per aver "diritto" alla revisione il veicolo non dovrà risultare in fermo amministrativo. Chi non ha sanato tutte le pendenze, dunque, non potrà circolare.

«Questo emendamento – spiega Lino Ricchiuti presidente nazionale del movimento politico "Popolo Partite Iva" in una intervista a "Il Giornale" - era stato già bocciato a Novembre, dopo una nostra forte e vibrante protesta, ricevendo il parere negativo del relatore al disegno di legge di Bilancio. Le due tasse hanno natura diversa: mentre il bollo è una tassa di proprietà, la revisione è una tassa di circolazione senza la quale non si può circolare". E quindi metterle insieme risulta una forzatura innaturale».

Questo accade nell'Italia europeizzata ed europeista, mentre in Francia si decide di dimezzare il costo del bollo auto al 5° anno di possesso del mezzo sino ad azzerarsi al compimento del 10° anno.
Ricchiuti definisce la misura come: «Superficiale, offensiva e soprattutto vessatoria perché dà per scontato la volontarietà dell'automobilista di non aver adempiuto al pagamento del bollo auto o di altre imposte che ne abbiano determinato il fermo amministrativo».

Non si tiene conto, insomma, delle eventuali difficoltà economiche degli automobilisti: «Chi non ha pagato è perché non poteva pagare - spiega Ricchiuti - non certo perché lo ha fatto di proposito. Gli evasori, contro i quali siamo schierati sempre e comunque, sono da ricercare in altri ambiti, non tra il fruttivendolo, il panettiere, l'artigiano, il piccolo autotrasportatore, il macellaio, l'agricoltore, il fioraio. Non tra la gente comune che si alza alle quattro del mattino per iniziare la quotidiana attività lavorativa e che riesce a portare a casa a malapena i soldi per mangiare. Parliamo di persone che magari hanno perso il posto di lavoro a causa della crisi e che avevano contratto un mutuo per la casa o un piccolo finanziamento per l'acquisto di piccoli beni. Si dimenticano delle migliaia di piccoli imprenditori che si sono suicidati a causa della pesante mano del fisco?».