Successo per la raccolta Caritas nei supermercati
Bilancio positivo: due tonnellate di prodotti donati per un valore di circa duemila euro
martedì 9 aprile 2019
10.04
Positivo senza alcun dubbio, il bilancio della raccolta alimentare promossa dalla Caritas in diversi supermercati di Bisceglie sabato 6 aprile. La disponibilità e la generosità dei cittadini biscegliesi hanno mantenuto le aspettative ancora una volta.
I volontari Caritas sono stati riconosciuti dalle pettorine che indossavano: molto spesso non è stato necessario nemmeno consegnare il volantino che illustrava gli obiettivi della presenza all'ingresso dei supermercati che avevano dato la loro disponibilità ad ospitare i volontari.
«Purtroppo ci sono ancora alcune catene di supermercati che pur operando sul territorio biscegliese non sembrano avere questa sensibilità sociale, non aderendo alla raccolta alimentare» hanno rilevato i referenti Caritas, preferendo sottolineare «atti di grande generosità, a partire dagli utenti abituali che hanno offerto anche solo un pacco di pasta, o la generosità di Omar, un ragazzone senegalese al quale non era stato nemmeno offerto il volantino, ma che, all'uscita, ha consegnato anche lui dei "doni". Significativa la signora che, fatto il suo "dono", ci ha raccontato come più della metà della sua misera pensione era stata spesa per l'acquisto di un bustino ortopedico, senza il quale non può camminare. E tale spesa le vieterà di far fronte ad altre necessità. Eppure non si è sottratta alla solidarietà».
I promotori dell'iniziativa hanno annunciato la raccolta «di circa due tonnellate di prodotti (pasta, zucchero, tonno, biscotti, salsa, etc) per un valore complessivo di circa duemila euro. Tutto è stato consegnato al Centro Caritas dei Cappuccini: lì diviso equamente tra le dodici parrocchie che, lunedì 8 aprile, hanno ritirato e rimpolpato gli scaffali parrocchiali».
La procedura di raccolta è molto accurata, come hanno tenuto a precisare i responsabili Caritas: «Dissipiamo i dubbi di quanti spesso non ritengono opportuno contribuire. I volontari, sempre in coppia, registrano ogni pezzo che viene "donato" in un apposito modulo che viene consegnato a fine serata.
Gli utenti Caritas sono inseriti in un database dopo aver svolto un colloquio con il parroco o con suoi delegati, opportunamente formati, nei Centri di ascolto: nel colloquio si individuano le varie criticità della famiglia e la composizione della stessa. La situazione è verificata anche attraverso il modulo Isee».
Non è possibile recarsi in qualsiasi parrocchia se non in quella in cui si è registrati a causa «di un controllo incrociato proprio grazie alla piattaforma informatizzata: questo evita eventuali casi di abusi. Si può essere certi che ogni contributo che i volontari ricevono è effettivamente destinato a famiglie che, per mancanza di lavoro, per presenza di persone portatrici di handicap o invalidità, o per assenza di uno dei genitori, stanno vivendo una situazione di disagio economico.
D'altra parte la Caritas ha sempre necessità di volontari: tutti possono partecipare e …. constatare di persona».
I volontari Caritas sono stati riconosciuti dalle pettorine che indossavano: molto spesso non è stato necessario nemmeno consegnare il volantino che illustrava gli obiettivi della presenza all'ingresso dei supermercati che avevano dato la loro disponibilità ad ospitare i volontari.
«Purtroppo ci sono ancora alcune catene di supermercati che pur operando sul territorio biscegliese non sembrano avere questa sensibilità sociale, non aderendo alla raccolta alimentare» hanno rilevato i referenti Caritas, preferendo sottolineare «atti di grande generosità, a partire dagli utenti abituali che hanno offerto anche solo un pacco di pasta, o la generosità di Omar, un ragazzone senegalese al quale non era stato nemmeno offerto il volantino, ma che, all'uscita, ha consegnato anche lui dei "doni". Significativa la signora che, fatto il suo "dono", ci ha raccontato come più della metà della sua misera pensione era stata spesa per l'acquisto di un bustino ortopedico, senza il quale non può camminare. E tale spesa le vieterà di far fronte ad altre necessità. Eppure non si è sottratta alla solidarietà».
I promotori dell'iniziativa hanno annunciato la raccolta «di circa due tonnellate di prodotti (pasta, zucchero, tonno, biscotti, salsa, etc) per un valore complessivo di circa duemila euro. Tutto è stato consegnato al Centro Caritas dei Cappuccini: lì diviso equamente tra le dodici parrocchie che, lunedì 8 aprile, hanno ritirato e rimpolpato gli scaffali parrocchiali».
La procedura di raccolta è molto accurata, come hanno tenuto a precisare i responsabili Caritas: «Dissipiamo i dubbi di quanti spesso non ritengono opportuno contribuire. I volontari, sempre in coppia, registrano ogni pezzo che viene "donato" in un apposito modulo che viene consegnato a fine serata.
Gli utenti Caritas sono inseriti in un database dopo aver svolto un colloquio con il parroco o con suoi delegati, opportunamente formati, nei Centri di ascolto: nel colloquio si individuano le varie criticità della famiglia e la composizione della stessa. La situazione è verificata anche attraverso il modulo Isee».
Non è possibile recarsi in qualsiasi parrocchia se non in quella in cui si è registrati a causa «di un controllo incrociato proprio grazie alla piattaforma informatizzata: questo evita eventuali casi di abusi. Si può essere certi che ogni contributo che i volontari ricevono è effettivamente destinato a famiglie che, per mancanza di lavoro, per presenza di persone portatrici di handicap o invalidità, o per assenza di uno dei genitori, stanno vivendo una situazione di disagio economico.
D'altra parte la Caritas ha sempre necessità di volontari: tutti possono partecipare e …. constatare di persona».