Tari, Spazio Civico: «Si eviti di tassare due volte chi cambia residenza»

Il movimento: «Chiediamo una corretta ripartizione del tributo»

domenica 20 novembre 2022 8.41
«Pagare le tasse è un dovere necessario a coprire la spesa per i servizi pubblici essenziali; tassare 2 volte lo stesso contribuente nello stesso periodo e con lo stesso tributo è però una forma di imposizione eccessiva e contraria ai principi fiscali vigenti nel nostro Paese. Eppure, è quello che accade con la Tari a tutte quelle persone che cambiano residenza nel secondo semestre dell'anno. Ipotizzando che un figlio compri casa e trasferisca la sua residenza il 2 luglio, con tempestiva comunicazione agli Uffici preposti, il Comune tassa i genitori per la loro abitazione, per un nucleo familiare di 3 componenti per tutto l'anno solare; il figlio per la sua nuova abitazione, per un nucleo familiare di un componente e per il periodo che va dal cambio di residenza fino a fine anno». A denunciare la situazione è il movimento di cittadinanza attiva Spazio Civico.

«Abbiamo evidenziato questa anomalia al Servizio fiscalità locale di Bisceglie, ma ci è stato risposto che "la gestione del tributo è impostata in questo modo, e che il nucleo familiare dei genitori rimane invariato eccetto il caso in cui la variazione di residenza avvenga prima della elaborazione dell'acconto tari (quest'anno il 26 aprile)". Quindi a fronte del medesimo cambio di residenza, al figlio è calcolata la Tari per la sua abitazione, mentre ai genitori non viene ricalcolata alcuna riduzione Tari, seppur il loro nucleo familiare passa da 3 a 2 componenti a metà anno (il numero dei componenti incide sulla parte variabile della Tari)» ha sottolineato il gruppo.

Leonardo Di Molfetta, per Spazio Civico, ha poi posto alcune domande sul tema: «Dal momento in cui l'Ufficio calcola la nuova imposta dovuto dal figlio, perché contestualmente non ricalcola anche l'imposta ridotta dovuta dai genitori? O in alternativa, perché non stornare al figlio la parte di Tari pagata dai genitori anche per il figlio? O ancora, perché non addebitare al figlio solo la parte fissa del tributo, visto che per la parte variabile egli è stato già conteggiato nella tassa dei suoi genitori? In sostanza, se il tributo è dovuto (come dice il Regolamento) "per i giorni effettivi di occupazione", perché la tassazione non segue pedissequamente questo principio? Ne va della equa e corretta ripartizione del tributo sui contribuenti, nonché il rispetto di un principio cardine del nostro sistema tributario: il "divieto di doppia imposizione"».

«Chiediamo al Sindaco e al consiglio comunale di adoperarsi affinché vengano disposti gli opportuni correttivi al fine di applicare una tassazione Tari giusta, equa, senza distorsioni di ripartizione, nel rispetto della normativa vigente» ha concluso il movimento.