«Teatro dei burattini a un passo dall'estinzione»
L'allarme del giovane artista biscegliese Alessio Sasso
domenica 24 maggio 2020
0.47
L'emergenza epidemiologica e sanitaria ha provocato la sospensione di tutte le attività artistiche. La situazione rischia di precipitare, in particolare, per il comparto degli spettacoli viaggianti. L'allarme è stato lanciato a chiare lettere dal giovane artista biscegliese Alessio Sasso, animatore del Teatro nazionale dei burattini, il cui ultimo intervento sui social non lascia adito a interpretazioni.
«C'è un mondo di sogni, cultura, tradizione e divertimento che è stato completamente dimenticato. Abbandonato. Il teatro dei burattini è in ginocchio» ha affermato. «Magari qualcuno potrebbe pensare che non è il momento di divertirsi, che la crisi sanitaria prima e la crisi finanziaria ora, ci obbligano a pensare ad altro. Ma è un punto di vista ingiusto. Perché dietro quel mondo di luci, colori, suoni, burattini, zucchero filato e pop corn c'è un intero sistema imprenditoriale. Fermo da oltre quattro mesi e che oggi rischia il collasso» ha rimarcato.
«Il teatro dei burattini è stato chiuso per le misure anti-Covid. I burattini sono tutti lì fermi, appesi a testa in giù in attesa che un giorno il braccio possa tornare ad animare quel pupazzo che tutti conosciamo: Pulcinella. E ferme sono anche tutte le persone che gravitano in un settore importante per l'economia» ha aggiunto l'artista biscegliese, specificando che finora non è stato registrato alcun intervento da parte di Governo, Regioni o Comuni.
«Sono questi i drammi che il post Covid-19 ci porta a dover affrontare, con interi settori imprenditoriali che rischiano di chiudere per sempre. Se pensate che sia solo tempo perso, fate un salto all'indietro nella vostra memoria e cercate di ricordare quanta gioia vi offrivano quelle serate in piazza a sorridere coi burattini, e pensate anche all'odore del popcorn appena tostato e dello zucchero filato che prendeva vita con quel bastoncino di legno che a mo' di calamita si gonfiava fino a diventare una morbida nuvola. Ecco, io non vorrei che oltre a tutti i drammi che stiamo vivendo, il Coronavirus si porti via anche pezzi della nostra memoria, tradizione e cultura... Piccoli attimi di gioia che avremmo voluto tramandare ai nostri figli e ai nostri nipoti» ha concluso, amaramente, Alessio Sasso.
«C'è un mondo di sogni, cultura, tradizione e divertimento che è stato completamente dimenticato. Abbandonato. Il teatro dei burattini è in ginocchio» ha affermato. «Magari qualcuno potrebbe pensare che non è il momento di divertirsi, che la crisi sanitaria prima e la crisi finanziaria ora, ci obbligano a pensare ad altro. Ma è un punto di vista ingiusto. Perché dietro quel mondo di luci, colori, suoni, burattini, zucchero filato e pop corn c'è un intero sistema imprenditoriale. Fermo da oltre quattro mesi e che oggi rischia il collasso» ha rimarcato.
«Il teatro dei burattini è stato chiuso per le misure anti-Covid. I burattini sono tutti lì fermi, appesi a testa in giù in attesa che un giorno il braccio possa tornare ad animare quel pupazzo che tutti conosciamo: Pulcinella. E ferme sono anche tutte le persone che gravitano in un settore importante per l'economia» ha aggiunto l'artista biscegliese, specificando che finora non è stato registrato alcun intervento da parte di Governo, Regioni o Comuni.
«Sono questi i drammi che il post Covid-19 ci porta a dover affrontare, con interi settori imprenditoriali che rischiano di chiudere per sempre. Se pensate che sia solo tempo perso, fate un salto all'indietro nella vostra memoria e cercate di ricordare quanta gioia vi offrivano quelle serate in piazza a sorridere coi burattini, e pensate anche all'odore del popcorn appena tostato e dello zucchero filato che prendeva vita con quel bastoncino di legno che a mo' di calamita si gonfiava fino a diventare una morbida nuvola. Ecco, io non vorrei che oltre a tutti i drammi che stiamo vivendo, il Coronavirus si porti via anche pezzi della nostra memoria, tradizione e cultura... Piccoli attimi di gioia che avremmo voluto tramandare ai nostri figli e ai nostri nipoti» ha concluso, amaramente, Alessio Sasso.