Temperature anomale, triplicato il numero dei cormorani
L'analisi di Coldiretti sugli effetti della presenza massiccia degli uccelli che mettono a repentaglio la conservazione della fauna ittica
domenica 15 gennaio 2023
12.03
Con una temperatura di 2,65 gradi superiore alla media storica, valori mai registrati prima anche a dicembre, si è registrata un'autentica invasione di cormorani in Puglia.
«La specie di uccelli che è particolarmente ghiotta di pesce ha più che triplicato la sua presenza in termini numerici a causa della tropicalizzazione del clima, con ripercussioni economiche gravi per i pescatori e per gli allevamenti di pesce in mare aperto» hanno sottolineato da Coldiretti Puglia. «Il clima anomalo e questa "finta primavera" mandabo la natura in tilt e fa proliferare la fauna selvatica, come i cormorani che da migratori sono diventati stanziali in Puglia con danni ingenti. La loro presenza più invasiva è stata segnalata dai pescatori sia nel sud barese che nel litorale della Bat fra Bisceglie e Margherita di Savoia, sulla costa di Taranto, nella laguna di Varano, sulla Diga di Capaccio del Celone a Lucera e presso la palude del Lago Salso a Manfredonia, a Gallipoli e in maniera abbastanza diffusa sugli oltre 400 chilometri di costa della regione».
Ogni cormorano mangia fino a 10 chilogrammi di pesce al mese, oltre 300 grammi al giorno, lasciando tra l'altro pesci feriti nell'attività predatoria e con il rischio della diffusione di malattie e parassiti. «Il numero di Cormorani svernanti è cresciuto di circa venti volte negli ultimi 25 anni secondo un andamento parallelo e strettamente correlato alla crescita esponenziale delle popolazioni nidificanti nei paesi dell'Europa centrosettentrionale» hanno analizzato da Coldiretti. «È una vera e propria emergenza alla luce dei danni provocati all'attività dell'itticoltura e alla vita stessa dei pesci nei mari. I cormorani, se presenti in numero così elevato, non permettono la crescita, lo sviluppo e la riproduzione delle specie di cui si nutrono. Non si limitano alle specie di pesce pregiate perché mangiano anche quelle specie-foraggio che dovrebbero fungere da pasto per le prime, rendendo ancor più negativo il loro impatto sul settore ittico. Per acquacoltori e pescatori di professione la riduzione del pescato risulta il fattore di maggior impatto mentre per i pescatori sportivi a rischio è la riduzione degli stock ittici dovuti ad una ridotta produzione naturale» hanno aggiunto.
I danni causati dai cormorani vanno ad aggiungersi agli effetti del conflitto in Ucraina, con uno scenario nelle marinerie molto grave per il caro carburanti che sta fermando i pescherecci e le barche nelle banchine e il calo dei consumi per l'inflazione che ha fatto perdere potere di acquisto alle famiglie.
«La specie di uccelli che è particolarmente ghiotta di pesce ha più che triplicato la sua presenza in termini numerici a causa della tropicalizzazione del clima, con ripercussioni economiche gravi per i pescatori e per gli allevamenti di pesce in mare aperto» hanno sottolineato da Coldiretti Puglia. «Il clima anomalo e questa "finta primavera" mandabo la natura in tilt e fa proliferare la fauna selvatica, come i cormorani che da migratori sono diventati stanziali in Puglia con danni ingenti. La loro presenza più invasiva è stata segnalata dai pescatori sia nel sud barese che nel litorale della Bat fra Bisceglie e Margherita di Savoia, sulla costa di Taranto, nella laguna di Varano, sulla Diga di Capaccio del Celone a Lucera e presso la palude del Lago Salso a Manfredonia, a Gallipoli e in maniera abbastanza diffusa sugli oltre 400 chilometri di costa della regione».
Ogni cormorano mangia fino a 10 chilogrammi di pesce al mese, oltre 300 grammi al giorno, lasciando tra l'altro pesci feriti nell'attività predatoria e con il rischio della diffusione di malattie e parassiti. «Il numero di Cormorani svernanti è cresciuto di circa venti volte negli ultimi 25 anni secondo un andamento parallelo e strettamente correlato alla crescita esponenziale delle popolazioni nidificanti nei paesi dell'Europa centrosettentrionale» hanno analizzato da Coldiretti. «È una vera e propria emergenza alla luce dei danni provocati all'attività dell'itticoltura e alla vita stessa dei pesci nei mari. I cormorani, se presenti in numero così elevato, non permettono la crescita, lo sviluppo e la riproduzione delle specie di cui si nutrono. Non si limitano alle specie di pesce pregiate perché mangiano anche quelle specie-foraggio che dovrebbero fungere da pasto per le prime, rendendo ancor più negativo il loro impatto sul settore ittico. Per acquacoltori e pescatori di professione la riduzione del pescato risulta il fattore di maggior impatto mentre per i pescatori sportivi a rischio è la riduzione degli stock ittici dovuti ad una ridotta produzione naturale» hanno aggiunto.
I danni causati dai cormorani vanno ad aggiungersi agli effetti del conflitto in Ucraina, con uno scenario nelle marinerie molto grave per il caro carburanti che sta fermando i pescherecci e le barche nelle banchine e il calo dei consumi per l'inflazione che ha fatto perdere potere di acquisto alle famiglie.