Tentato stupro a Bisceglie, il presidente del consiglio comunale di Andria: «Ammetto profonda vergogna nei confronti di alcuni referenti istituzionali»
«Non sono solo le donne che devono mobilitarsi. La risposta deve essere data, forte e chiara, dalle istituzioni a tutti i livelli»
venerdì 1 dicembre 2017
10.23
La recentissima vicenda della tentata violenza nei pressi della stazione di Bisceglie ai danni di una ragazzina di 19 anni, da parte di un 41enne arrestato dai Carabinieri, ha scatenato l'indignazione del presidente del consiglio comunale di Andria, Pasqua Laura Di Pilato (Forza Italia), che sul tema interviene per bacchettare duramente le istituzioni.
«Non è facile per me ammettere una profonda vergogna nei confronti di alcuni referenti istituzionali che, solo quando è stato compiuto l'ennesimo atto di violenza sulla donna, decide di mobilitarsi e allertare prefettura, organizzare convegni e sensibilizzare al tema. Non va così, non è questo il sistema che dobbiamo adottare e lo dico in quanto mi sento chiamata in causa per il doppio ruolo che ricopro: quello di donna e quello di presidente di un consiglio comunale. Devono fare tutti la loro parte e non quando gli eventi ahinoi accadono!» ha affermato.
Di Pilato ha chiamato in causa i politici biscegliesi intervenuti sul tema: «Angelantonio Angarano ha dichiarato che "È il momento di fare qualcosa per prevenire il crimine"; Gianni Casella chiede il consiglio comunale monotematico sulla sicurezza: "Non siamo più una città sicura"; Angelo Consiglio "Misure efficaci per evitare che la situazione degeneri". I 5 Stelle intanto: "Che cosa è stato fatto finora?", Vittorio Fata: "Presto una riunione sulla sicurezza". Sono solo alcuni degli interventi stucchevoli post cronaca. Viene da chiedersi: bisogna sempre aspettare che ci scappi il morto per cercare di attivarsi?
«Non è facile per me ammettere una profonda vergogna nei confronti di alcuni referenti istituzionali che, solo quando è stato compiuto l'ennesimo atto di violenza sulla donna, decide di mobilitarsi e allertare prefettura, organizzare convegni e sensibilizzare al tema. Non va così, non è questo il sistema che dobbiamo adottare e lo dico in quanto mi sento chiamata in causa per il doppio ruolo che ricopro: quello di donna e quello di presidente di un consiglio comunale. Devono fare tutti la loro parte e non quando gli eventi ahinoi accadono!» ha affermato.
Di Pilato ha chiamato in causa i politici biscegliesi intervenuti sul tema: «Angelantonio Angarano ha dichiarato che "È il momento di fare qualcosa per prevenire il crimine"; Gianni Casella chiede il consiglio comunale monotematico sulla sicurezza: "Non siamo più una città sicura"; Angelo Consiglio "Misure efficaci per evitare che la situazione degeneri". I 5 Stelle intanto: "Che cosa è stato fatto finora?", Vittorio Fata: "Presto una riunione sulla sicurezza". Sono solo alcuni degli interventi stucchevoli post cronaca. Viene da chiedersi: bisogna sempre aspettare che ci scappi il morto per cercare di attivarsi?
Coraggio e forza d'animo hanno portato la vittima a denunciare l'accaduto e a poter incastrare il delinquente; intanto per la politica e le istituzioni locali, l'episodio di giovedì scorso, l'ultimo di una lunga serie rappresenta l'ennesimo fallimento del nostro territorio in tema di sicurezza» ha aggiunto.
«La risposta deve essere data, forte e chiara, dalle istituzioni a tutti i livelli. Non sono solo le donne che devono mobilitarsi! Il problema investe tutti. Anche nella nostra massima assise comunale dobbiamo dare più priorità e attenzione ai temi quali la tutela della donna: l'America ha fatto venire a galla il preoccupante fenomeno delle molestie sul lavoro e che sia il momento propizio che ogni donna possa togliersi quel velo di paura e cominciare a denunciare. Sul territorio i servizi non mancano ma bisogna che questi facciano rete e garantiscano maggior tutela a tutte quelle donne che, per timore che poi le cose non cambino, preferisce non denunciare. Dobbiamo farci tutti carico di mettere Asl, Servizi Sociali, associazionismo, parrocchie e tutte le agenzie educative disseminate sul territorio, nelle condizioni di lavorare sinergicamente e complementarmente, sempre meglio, per dare una risposta chiara e forte alle donne, in primis, e convincerle a fidarsi delle istituzioni».
Infine l'abbraccio simbolico alla vittima: «Le parlo con il cuore in mano, da madre, ancor prima che referente istituzionale, rivolgendole un sentito grazie e nutrendo profonda stima nei suoi confronti e nei confronti della sua famiglia: l'atto di denuncia sia da sprono per tutte quelle donne che per paura e per omertà non querelano» ha concluso Laura Di Pilato.