Ordinanza sugli H24, i gestori al sindaco: «Gli accordi erano altri»

«Impossibile il presidio fisso dei luoghi, a queste condizioni non possiamo riaprire»

domenica 10 maggio 2020 00.00
Una posizione di netta contrarietà, manifestata a chiare lettere attraverso alcuni commenti sui social, fin dai minuti immediatamente successivi alla pubblicazione, sul nostro sito (link all'articolo), della notizia riguardante l'ordinanza con cui il sindaco Angelantonio Angarano ha disposto la riapertura degli shop H24 sul territorio biscegliese. I gestori degli esercizi sono letteralmente inferociti per i contenuti del provvedimento, che ritengono tali da non consentire loro di riprendere l'attività regolarmente.

«Dopo l'ordinanza del 2 maggio scorso (link all'articolo) con cui è stata prolungata la chiusura degli H24 a dispetto di quello che è accaduto in tutto il resto della Puglia e dell'Italia, martedì 5 maggio abbiamo incontrato il sindaco di Bisceglie per chiedere spiegazioni e soprattutto per ottenere un provvedimento di normale riapertura» ha spiegato Pasquale Soldani, uno dei gestori di shop H24.

«Un'attenta analisi della questione e gli accordi raggiunti col sindaco ci avevano rassicurati ma con l'uscita dell'ordinanza ci siamo sentiti beffati» ha sottolineato. «Secondo ciò che era stato concordato non sarebbe stato previsto l'obbligo di presidio fisso sulle attività ma un rafforzamento della vigilanza teso a evitare aggregazione e assembramenti, anche perché coloro che possiedono più di un punto vendita non possono essere contemporaneamente in diversi posti!» ha aggiunto.

«L'ordinanza prevede presidio fisso con pettorina e sanzione con chiusura dell'attività in caso di contravvenzione. Ci chiediamo, a questo punto, a cosa sarebbe servito il nostro incontro con l'amministrazione. L'obiettivo era tornare in attività dopo un lungo periodo di sospensione nonostante i nostri esercizi, in base ai codici Ateco, fossero inclusi nel decreto del presidente del consiglio dei ministri tra quelli che avrebbero potuto riaprire già da marzo!» ha rilevato il gestore.

«Ci chiediamo adesso se quell'incontro tenuto abbia avuto un qualche valore o fosse solo una chiacchierata su cosa avessimo mangiato a mezzogiorno! Ci chiediamo anche quali siano i problemi legati alle nostre attività, quando i veri assembramenti li notiamo tutti i giorni per strada, nelle piazze e nelle code davanti a qualunque altro tipo di attività! Se c'è rischio di contagio, riteniamo possa nascondersi ovunque e non solo nelle vicinanze dei nostri esercizi» ha concluso Soldani.