Tommy Di Pinto: «Portiamo il salario minimo a Bisceglie»
Il giovane biscegliese ha presentato una proposta al sindaco e ai consiglieri comunali
martedì 16 gennaio 2024
9.06
"Il dialogo nazionale sul salario minimo si è raffreddato. Quindi perché non ricominciare dal basso, dagli enti locali". Con questa domanda dai tratti provocatori Tommy Di Pinto ha avanzato una proposta pragmatica e funzionale al miglioramento delle condizioni lavorative di tutti i cittadini e tutte le cittadine della città di Bisceglie.
La proposta - spiega Di Pinto in una nota - si articola in una soluzione alquanto intuitiva: in fase di gara d'appalto, attribuire un punteggio più alto alle imprese che garantiscono l'inserimento di una soglia minima sotto la quale non può scendere la retribuzione dei propri dipendenti. Si tratterebbe sostanzialmente di una declinazione in chiave locale del salario minimo. Ripartendo dall'amministrazione locale è possibile definire delle linee guida che le imprese devono rispettare.
Nonostante, ad oggi, il dialogo e l'attuazione di un salario minimo nazionale sia un tema lontano dalle discussioni dell'emiciclo parlamentare e, conseguentemente, una realizzazione concreta non sembra prossima, gli enti locali potrebbero apportare un significativo cambiamento all'interno della comunità biscegliese e porsi come modello da emulare per le amministrazioni limitrofe; difatti la proposta in questione è stata formulata a seguito dell'approvazione di una proposta simile da parte del Consiglio Comunale di Livorno (dove il salario minimo è stato fissato a nove euro orari). Un progetto visionario, a tratti un' utopia, in realtà è attualmente in corso d'opera: la proposta - sottolinea ancora Di Pinto - è già stata protocollata al Sindaco Angelantonio Angarano e ai Consiglieri Comunali, sia di maggioranza che di opposizione.
«Il salario minimo dovrebbe andare oltre le tradizionali distinzioni partitiche e politiche, poiché si tratta di un tema volto al miglioramento delle condizioni materiali di lavoro – dichiara Tommy Di Pinto, concludendo con un invito a tutta la comunità – È un passo avanti verso un ambiente lavorativo più equo e dignitoso, invito la comunità a sostenere questa proposta, contribuendo così a plasmare un futuro dove l'etica sia al centro delle nostre attività economiche».
La proposta - spiega Di Pinto in una nota - si articola in una soluzione alquanto intuitiva: in fase di gara d'appalto, attribuire un punteggio più alto alle imprese che garantiscono l'inserimento di una soglia minima sotto la quale non può scendere la retribuzione dei propri dipendenti. Si tratterebbe sostanzialmente di una declinazione in chiave locale del salario minimo. Ripartendo dall'amministrazione locale è possibile definire delle linee guida che le imprese devono rispettare.
Nonostante, ad oggi, il dialogo e l'attuazione di un salario minimo nazionale sia un tema lontano dalle discussioni dell'emiciclo parlamentare e, conseguentemente, una realizzazione concreta non sembra prossima, gli enti locali potrebbero apportare un significativo cambiamento all'interno della comunità biscegliese e porsi come modello da emulare per le amministrazioni limitrofe; difatti la proposta in questione è stata formulata a seguito dell'approvazione di una proposta simile da parte del Consiglio Comunale di Livorno (dove il salario minimo è stato fissato a nove euro orari). Un progetto visionario, a tratti un' utopia, in realtà è attualmente in corso d'opera: la proposta - sottolinea ancora Di Pinto - è già stata protocollata al Sindaco Angelantonio Angarano e ai Consiglieri Comunali, sia di maggioranza che di opposizione.
«Il salario minimo dovrebbe andare oltre le tradizionali distinzioni partitiche e politiche, poiché si tratta di un tema volto al miglioramento delle condizioni materiali di lavoro – dichiara Tommy Di Pinto, concludendo con un invito a tutta la comunità – È un passo avanti verso un ambiente lavorativo più equo e dignitoso, invito la comunità a sostenere questa proposta, contribuendo così a plasmare un futuro dove l'etica sia al centro delle nostre attività economiche».