Traffico internazionale di droga con base a Bisceglie, 15 misure cautelari e 5 persone ai domiciliari
Stupefacenti nascosti nei vecoli parcheggiati all'interno di un'autorimessa
giovedì 19 novembre 2020
12.00
28 persone indagate, 15 soggetti sottoposti a misure cautelari. Oltre 120 militari del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e della Stazione Navale di Bari della Guardia di Finanza di Bari hanno dato esecuzione, fin dalle prime luci dell'alba tra Puglia (in particolare Bisceglie), Lombardia e Sicilia, a un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale del capoluogo pugliese al termine di una complessa attività investigativa nel settore del contrasto al traffico di sostanze stupefacenti coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari e dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Eseguiti, inoltre sequestri preventivi di beni per un valore di 3.5 milioni di euro.
I quindici destinatari del provvedimento restrittivo della misura cautelare in carcere sono: C.G. 64 anni, detto "U' molfettese"; C.G., 40 anni; M.G., 48 anni, detto "Il pelato"; S.A., 48 anni, soprannominato "Montecitorio"; B.V., 45 anni, definito "Tre bandiere"; 6) M.V., 56 anni, detto "Il notaio"; D.A. 35 ann; 8) S.G., 30 anni, detto "Z"; M.G., classe '96, detto "U' uarnaridd"; C.L., 59enne, detto "Luli".
Cinque i soggetti posti agli arresti domiciliari: M.M., classe '86; G.B. di 48 anni; B.A., nato nel 1977; C.R., 33 anni; G.F., classe '92. Tre dei soggetti attinti da misura cautelare personale risultano far parte di nuclei familiari percettori di reddito di cittadinanza.
28, in totale, gli indagati a vario titolo, per i reati di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope aggravata dalla transnazionalità, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate, trasferimento fraudolento di valori e ricettazione, di cui 15 destinatarie di misura restrittiva.
L'esecuzione dei provvedimenti cautelari costituisce l'epilogo di un'articolata attività di indagine (convenzionalmente denominata "Blue box") – svolta attraverso l'incrocio dei dati risultanti dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, dai tabulati telefonici, dalle registrazioni video, dalle georeferenziazioni satellitari gps, nonché dall'attività di osservazione, controllo e pedinamento – che ha consentito di disvelare l'esistenza di un'associazione criminale a carattere transnazionale finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti (marijuana, hashish e cocaina), con sede operativa a Bisceglie e attiva in territorio italiano ed estero (Paesi balcanici e Spagna) composta da soggetti nati e residenti nelle province di Bari e della Bat.
Numerosi sono stati i riscontri operativi durante le investigazioni – eseguiti dal G.I.C.O. Bari e da altri Reparti della Guardia di Finanza – che hanno permesso di sottoporre a sequestro 709.42 kg di marijuana, 1036.86 kg di hashish, 333 grami di cocaina, 1 pistola Glock, munizionamento di vario calibro, oltre 339 mila euro in contanti, 14 autoveicoli, 1 motoveicolo e 1 motopeschereccio, con la conseguente denuncia alla competente Autorità Giudiziaria di 25 soggetti, di cui 17 tratti in arresto in flagranza di reato.
Nello specifico, le indagini hanno dimostrato come i componenti dell'associazione per delinquere prediligessero intrattenere contatti tra di loro nonché con terzi fornitori o clienti delle sostanze stupefacenti, soprattutto attraverso contatti diretti e solo in pochi casi mediante l'uso delle utenze. Inoltre, dalle attività captative è emerso come gli associati utilizzassero, comunque, un linguaggio in codice con termini allusivi. L'interpretazione del linguaggio criptico operata dagli investigatori ha trovato conferma nelle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, già soggetto con ruolo apicale del gruppo di mafia Palermiti-Milella da sempre dedito al narcotraffico.
I trafficanti, sospettando di potere essere intercettati, hanno per di più cercato, nel tempo, di ridurre al minimo tale rischio avendo cura di utilizzare utenze dedicate intestate a prestanome.
Innumerevoli e ingegnosi sono stati gli espedienti cui ha fatto ricorso l'organizzazione criminale per occultare la presenza delle sostanze stupefacenti: difatti, i sodali hanno utilizzato automezzi dotati di "doppi fondi" per il trasporto della merce illecita e di un'autorimessa sita in Bisceglie per nascondere, all'interno di automezzi parcheggiati, il quantitativo e la qualità di droga, oggetto di precedenti trattative commerciali, al fine di consentirne il riservato prelievo dagli acquirenti.
Inoltre, i sodali disponevano di una cassa comune nella quale confluiva il ricavato della vendita degli stupefacenti e dalla quale, decurtate le spese di approvvigionamento, attingevano per la ripartizione degli utili e per pagare le spese legali.
Oltre alle misure cautelari personali è in corso a carico dei componenti dell'organizzazione criminale anche il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca "per sproporzione" e"per equivalente", di beni immobili, mobili registrati, tra cui una motonave da pesca, e rapporti finanziari per un valore complessivo di 3.5 milioni di euro.
I quindici destinatari del provvedimento restrittivo della misura cautelare in carcere sono: C.G. 64 anni, detto "U' molfettese"; C.G., 40 anni; M.G., 48 anni, detto "Il pelato"; S.A., 48 anni, soprannominato "Montecitorio"; B.V., 45 anni, definito "Tre bandiere"; 6) M.V., 56 anni, detto "Il notaio"; D.A. 35 ann; 8) S.G., 30 anni, detto "Z"; M.G., classe '96, detto "U' uarnaridd"; C.L., 59enne, detto "Luli".
Cinque i soggetti posti agli arresti domiciliari: M.M., classe '86; G.B. di 48 anni; B.A., nato nel 1977; C.R., 33 anni; G.F., classe '92. Tre dei soggetti attinti da misura cautelare personale risultano far parte di nuclei familiari percettori di reddito di cittadinanza.
28, in totale, gli indagati a vario titolo, per i reati di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope aggravata dalla transnazionalità, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate, trasferimento fraudolento di valori e ricettazione, di cui 15 destinatarie di misura restrittiva.
L'esecuzione dei provvedimenti cautelari costituisce l'epilogo di un'articolata attività di indagine (convenzionalmente denominata "Blue box") – svolta attraverso l'incrocio dei dati risultanti dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, dai tabulati telefonici, dalle registrazioni video, dalle georeferenziazioni satellitari gps, nonché dall'attività di osservazione, controllo e pedinamento – che ha consentito di disvelare l'esistenza di un'associazione criminale a carattere transnazionale finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti (marijuana, hashish e cocaina), con sede operativa a Bisceglie e attiva in territorio italiano ed estero (Paesi balcanici e Spagna) composta da soggetti nati e residenti nelle province di Bari e della Bat.
Numerosi sono stati i riscontri operativi durante le investigazioni – eseguiti dal G.I.C.O. Bari e da altri Reparti della Guardia di Finanza – che hanno permesso di sottoporre a sequestro 709.42 kg di marijuana, 1036.86 kg di hashish, 333 grami di cocaina, 1 pistola Glock, munizionamento di vario calibro, oltre 339 mila euro in contanti, 14 autoveicoli, 1 motoveicolo e 1 motopeschereccio, con la conseguente denuncia alla competente Autorità Giudiziaria di 25 soggetti, di cui 17 tratti in arresto in flagranza di reato.
Nello specifico, le indagini hanno dimostrato come i componenti dell'associazione per delinquere prediligessero intrattenere contatti tra di loro nonché con terzi fornitori o clienti delle sostanze stupefacenti, soprattutto attraverso contatti diretti e solo in pochi casi mediante l'uso delle utenze. Inoltre, dalle attività captative è emerso come gli associati utilizzassero, comunque, un linguaggio in codice con termini allusivi. L'interpretazione del linguaggio criptico operata dagli investigatori ha trovato conferma nelle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, già soggetto con ruolo apicale del gruppo di mafia Palermiti-Milella da sempre dedito al narcotraffico.
I trafficanti, sospettando di potere essere intercettati, hanno per di più cercato, nel tempo, di ridurre al minimo tale rischio avendo cura di utilizzare utenze dedicate intestate a prestanome.
Innumerevoli e ingegnosi sono stati gli espedienti cui ha fatto ricorso l'organizzazione criminale per occultare la presenza delle sostanze stupefacenti: difatti, i sodali hanno utilizzato automezzi dotati di "doppi fondi" per il trasporto della merce illecita e di un'autorimessa sita in Bisceglie per nascondere, all'interno di automezzi parcheggiati, il quantitativo e la qualità di droga, oggetto di precedenti trattative commerciali, al fine di consentirne il riservato prelievo dagli acquirenti.
Inoltre, i sodali disponevano di una cassa comune nella quale confluiva il ricavato della vendita degli stupefacenti e dalla quale, decurtate le spese di approvvigionamento, attingevano per la ripartizione degli utili e per pagare le spese legali.
Oltre alle misure cautelari personali è in corso a carico dei componenti dell'organizzazione criminale anche il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca "per sproporzione" e"per equivalente", di beni immobili, mobili registrati, tra cui una motonave da pesca, e rapporti finanziari per un valore complessivo di 3.5 milioni di euro.