Trasmettitori satellitari sui gusci delle tartarughe
Prototipo dell'Università di Promoska installato sui carapaci a Bisceglie
domenica 10 gennaio 2021
Tartarughe col satellitare. Si tratta di prototipi sviluppati dall'Università slovena di Primoska allo scopo di monitorare i movimenti delle testuggini e individuare le aree da loro maggiormente frequentate sul tratto pugliese dell'Adriatico.
I primi dispositivi sono stati installati sui gusci di tre esemplari della specie Caretta caretta finiti fortuitamente nelle reti dei pescherecci della marineria lungo la costa di Bisceglie e affidate alle cure dei volontari del Centro recupero tartarughe marine del Wwf di Molfetta. Per mettere in funzione i rilevatori è stato necessario l'intervento di una ricercatrice specializzata dell'Università di Pisa, la dottoressa Giulia Cerritelli. «L'intervento rientra nell'ambito del progetto "Life euro turtles" che coinvolge diversi paesi dell'Unione Europea» ha affermato. «Grazie ai finanziamenti messi a disposizione è stato possibile creare questi prototipi di trasmittenti satellitari che saranno utilizzati per monitorare le aree di utilizzo delle targhe marine».
Il progetto, oltre all'Italia, coinvolge altri paesi - come Grecia e Slovenia - in cui la specie Caretta caretta ha importanti siti di nidificazione. Prima di installare le trasmittenti è necessario pulire il guscio della tartaruga dai residui melmosi e spargere sul punto in cui sarà fissato il dispositivo una resina che funge da collante resistente nel tempo all'azione corrosiva dell'acqua marina. Il satellitare entra in funzione nel momento in cui l'esemplare sale in superficie per respirare. L'apparecchio capta la posizione Gps e la invia attraverso la rete Gsm, per intendersi la stessa utilizzati dai telefoni cellulari.
I primi dispositivi sono stati installati sui gusci di tre esemplari della specie Caretta caretta finiti fortuitamente nelle reti dei pescherecci della marineria lungo la costa di Bisceglie e affidate alle cure dei volontari del Centro recupero tartarughe marine del Wwf di Molfetta. Per mettere in funzione i rilevatori è stato necessario l'intervento di una ricercatrice specializzata dell'Università di Pisa, la dottoressa Giulia Cerritelli. «L'intervento rientra nell'ambito del progetto "Life euro turtles" che coinvolge diversi paesi dell'Unione Europea» ha affermato. «Grazie ai finanziamenti messi a disposizione è stato possibile creare questi prototipi di trasmittenti satellitari che saranno utilizzati per monitorare le aree di utilizzo delle targhe marine».
Il progetto, oltre all'Italia, coinvolge altri paesi - come Grecia e Slovenia - in cui la specie Caretta caretta ha importanti siti di nidificazione. Prima di installare le trasmittenti è necessario pulire il guscio della tartaruga dai residui melmosi e spargere sul punto in cui sarà fissato il dispositivo una resina che funge da collante resistente nel tempo all'azione corrosiva dell'acqua marina. Il satellitare entra in funzione nel momento in cui l'esemplare sale in superficie per respirare. L'apparecchio capta la posizione Gps e la invia attraverso la rete Gsm, per intendersi la stessa utilizzati dai telefoni cellulari.