Uil Fpl Puglia chiede l'avvio del concorso per i precari in sanità
Il segretario Vatinno: «Entro dicembre più di mille lavoratori a tempo determinato potrebbero tornare a casa»
mercoledì 10 ottobre 2018
16.51
Più di mille posti di lavoro a rischio nel campo sanitario. È l'allarme lanciato dal segretario generale Uil Fpl Puglia Giuseppe Vatinno.
«La regione Puglia avvii quanto prima l'iter concorsuale per quei lavoratori precari della Sanità che nei prossimi mesi vedranno scadere il proprio contratto. Il territorio, che già deve fare i conti con un pesante deficit in termini di organico sanitario, non può permettersi ulteriori emorragie lavorative, che rischierebbero di creare un vero e proprio blocco dell'attività sanitaria» ha affermato.
«Tra ottobre e dicembre più di mille lavoratori a tempo determinato, tra infermieri, personale OSS e tecnico-sanitario, che non sono entrati nella stabilizzazione per mancanza dei requisiti richiesti, potrebbero tornare a casa: sarebbe una beffa incredibile disperdere tante competenze acquisite e formate, nonché un danno enorme, sia a livello qualitativo che quantitativo, per il sistema sanitario regionale, che già alle condizioni attuali fa fatica a rispondere in maniera adeguata alle reali esigenze della cittadinanza» ha aggiunto Vatinno. «Basti pensareche rispetto all'Emilia Romagna, che ha una popolazione numericamente pari a quella della Puglia, contiamo con circa 5000 addetti in meno: una differenza spropositata che va colmata con ogni mezzo a disposizione, prima che l'assistenza sanitaria vada in crisi».
Secondo l'esponente dell'organizzazione sindacale «la questione non può più essere prorogata con misure tampone ma vanno ricercate quanto prima soluzioni concrete a tutela di chi, quotidianamente, garantisce un servizio essenziale per le comunità del territorio regionale oltre che della regolarità e della qualità stesse del sistema sanitario pugliese».
«La regione Puglia avvii quanto prima l'iter concorsuale per quei lavoratori precari della Sanità che nei prossimi mesi vedranno scadere il proprio contratto. Il territorio, che già deve fare i conti con un pesante deficit in termini di organico sanitario, non può permettersi ulteriori emorragie lavorative, che rischierebbero di creare un vero e proprio blocco dell'attività sanitaria» ha affermato.
«Tra ottobre e dicembre più di mille lavoratori a tempo determinato, tra infermieri, personale OSS e tecnico-sanitario, che non sono entrati nella stabilizzazione per mancanza dei requisiti richiesti, potrebbero tornare a casa: sarebbe una beffa incredibile disperdere tante competenze acquisite e formate, nonché un danno enorme, sia a livello qualitativo che quantitativo, per il sistema sanitario regionale, che già alle condizioni attuali fa fatica a rispondere in maniera adeguata alle reali esigenze della cittadinanza» ha aggiunto Vatinno. «Basti pensareche rispetto all'Emilia Romagna, che ha una popolazione numericamente pari a quella della Puglia, contiamo con circa 5000 addetti in meno: una differenza spropositata che va colmata con ogni mezzo a disposizione, prima che l'assistenza sanitaria vada in crisi».
Secondo l'esponente dell'organizzazione sindacale «la questione non può più essere prorogata con misure tampone ma vanno ricercate quanto prima soluzioni concrete a tutela di chi, quotidianamente, garantisce un servizio essenziale per le comunità del territorio regionale oltre che della regolarità e della qualità stesse del sistema sanitario pugliese».