Uscito dall'inferno del Covid, Sabino Zinni ringrazia il personale dell'ospedale di Bisceglie
L'ex consigliere regionale: «Non sono state settimane facili. Scrivo per smentire la volgata becera e qualunquista che si diverte a "sparare" sulla sanità»
lunedì 7 dicembre 2020
11.30
Lungo ma sentito. L'ha definito così, Sabino Zinni, il post dedicato al personale del reparto di terapia intensiva dell'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie. Il notaio andriese, già consigliere regionale, è stato ricoverato nel nosocomio biscegliese dopo aver contratto il virus.
«Qualche settimana fa la sorte ha voluto rendermi figlio degno del mio tempo, e sono risultato positivo al Covid. Sono stato positivo sintomatico, molto sintomatico: non sono state settimane facili. Ne parlo adesso che sono ormai negativo e piano piano mi sto riprendendo» ha spiegato Zinni.
«Ne parlo perché mi preme ringraziare tutto il personale del reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Bisceglie dove sono stato ricoverato. Con il mio "cuore pensante" ho rivisto il vostro lavoro e mi è venuta in mente l'immagine di un bellissimo e organizzato alveare nel quale ognuno di voi, con il massimo della disponibilità, dell'umanità, della professionalità, dell'amorevolezza, svolge, in modo sincronicamente e organizzativamente perfetto, il proprio compito e tutti insieme un proficuo e costruttivo lavoro d'insieme» ha sottolineato.
«In un luogo di grande sofferenza e dolore, paradossalmente mi sono sentito in pace perché accolto, coccolato, vezzeggiato; insomma in buone mani. Spesso e volentieri una vulgata becera e qualunquista si diverte a "sparare" sul mondo della sanità. Voi siete la dimostrazione dell'esatto opposto: una sanità efficace ed efficiente, umana e umanizzata, professionale e competente» ha affermato.
«Insomma, se è vero come è vero, ciò che afferma Friedrich Nietzsche "tutto ciò che non mi uccide, mi rafforza", il senso ultimo di questa mia permanenza tra voi, è esserne uscito uomo nuovo, forte e fortificato, più consapevole e attento alle fragilità ed ai bisogni dei più sofferenti.
Di ciò vi sono immensamente e profondamente grato e vi porto con me, custoditi gelosamente nella parte più intima e sacra di me stesso» ha aggiunto. «Tra negazionisti, disfattisti e idioti di ogni sorta, le righe di uno che ci è passato potrebbero avere una valenza per tutti. E spero lo facciano, perché entità più infame del Covid non l'ho mai conosciuta» ha concluso Sabino Zinni.
«Qualche settimana fa la sorte ha voluto rendermi figlio degno del mio tempo, e sono risultato positivo al Covid. Sono stato positivo sintomatico, molto sintomatico: non sono state settimane facili. Ne parlo adesso che sono ormai negativo e piano piano mi sto riprendendo» ha spiegato Zinni.
«Ne parlo perché mi preme ringraziare tutto il personale del reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Bisceglie dove sono stato ricoverato. Con il mio "cuore pensante" ho rivisto il vostro lavoro e mi è venuta in mente l'immagine di un bellissimo e organizzato alveare nel quale ognuno di voi, con il massimo della disponibilità, dell'umanità, della professionalità, dell'amorevolezza, svolge, in modo sincronicamente e organizzativamente perfetto, il proprio compito e tutti insieme un proficuo e costruttivo lavoro d'insieme» ha sottolineato.
«In un luogo di grande sofferenza e dolore, paradossalmente mi sono sentito in pace perché accolto, coccolato, vezzeggiato; insomma in buone mani. Spesso e volentieri una vulgata becera e qualunquista si diverte a "sparare" sul mondo della sanità. Voi siete la dimostrazione dell'esatto opposto: una sanità efficace ed efficiente, umana e umanizzata, professionale e competente» ha affermato.
«Insomma, se è vero come è vero, ciò che afferma Friedrich Nietzsche "tutto ciò che non mi uccide, mi rafforza", il senso ultimo di questa mia permanenza tra voi, è esserne uscito uomo nuovo, forte e fortificato, più consapevole e attento alle fragilità ed ai bisogni dei più sofferenti.
Di ciò vi sono immensamente e profondamente grato e vi porto con me, custoditi gelosamente nella parte più intima e sacra di me stesso» ha aggiunto. «Tra negazionisti, disfattisti e idioti di ogni sorta, le righe di uno che ci è passato potrebbero avere una valenza per tutti. E spero lo facciano, perché entità più infame del Covid non l'ho mai conosciuta» ha concluso Sabino Zinni.